NON C'E' FEDE SENZA LOTTA

LA GENESI DELLA REPRESSIONE

NOI DA NOVE ANNI CONOSCIAMO LA VERITA'!

laboratoridirepressione

SPEZIALELIBERO

DAVIDE LIBERO











IL CIRCO DEL SILENZIO

 

TRATTO DA "NON C'E' FEDE SENZA LOTTA" N°107

 

 

Il 2 dicembre scorso a Roma, all’Olimpico, nella gara tra Roma e Spal e’ stato vietato l’ingresso di un bandierone raffigurante il volto di Federico Aldrovandi. Ai piu’ attenti alle dinamiche di tifo, non sara’ sfuggito quel bandierone che da qualche anno sventola nella Curva Ovest del Paolo Mazza di Ferrara. Il divieto e’ frutto dell’arcinota discrezionalita’ che la legge garantisce al funzionario dell’ordine pubblico, che noi stessi abbiamo piu’ volte provato sulla nostra pelle, che come un dio in terra decide di cosa si possa parlare in uno stadio e cosa no. Del resto questo “divino” diritto gli e’ concesso dalla legge che non pone piu’ nessun veto alla sua discrezionalita’. Sangue che pompa nella testa, mentre ripensiamo a tutti quei pagliacci televisivi e mediatici che inscenavano teatrali processi a un adesivo solo qualche settimana fa, con piu’ di un pagliaccio che portava avanti le sue fantasiose teorie, ribadendo l’impunita’ che regna negli stadi. Alla faccia dell’impunita’, qui non e’ garantita la liberta’ di espressione, neanche quando essa ha solo il volto di un ragazzo. Adesso il circo mediatico tace, non si indigna e non si contorce sulle poltrone. In seguito a questo fatto parecchie tifoserie nelle settimane successive hanno deciso di esporre il volto di Federico, altra repressione: diffide, striscioni stracciati, divieto d’ingresso. E il silenzio dei media rimbomba, perche’ quel viso, lo sguardo di Federico e’ ovunque. Sembrano quelle massaie che per non far vedere che il pavimento e’ sporco mettono tutto sotto il tappeto, ma il tappeto e’ diventato una montagna. Una montagna pronta ad esplodere che parte dal basso, granello dopo granello. Ricordate quando nell’ultimo numero, parlando dei caschi blu numerati abbiamo detto che tanto i codici non li metteranno mai, perche’ e’ cosi,’ non hanno rispetto di nulla, lo Stato e chi lo rappresenta non ha nulla a che vedere con la vita e gli interessi dei cittadini, ma e’ solo un’ipocrita farsa il cui vero interesse e’ il mantenimento del potere, attraverso la non mutazione in nessun ambito di quello che ci circonda. Inutile quindi stare qui a riempirci con le stesse parole d’indignazione che loro usano per giudicare le nostre vite, e’ piu’ utile, vera e reale una presa di coscienza dal basso che alimenti la rabbia e che in un giorno non troppo lontano spazzi via tutto. Gridate, poi vedete se non cambia nulla. Sotto a quel tappeto della sopracitata “massaia-Stato” c’e’ anche la storia di Luca Fanesi che continua a non meritare le cannonate dei media di regime, ma che si alimenta delle piccole fionde d’informazione come la nostra che non hanno alcuna intenzione di spegnere la propria attenzione e la propria voglia di gridare verita’ e giustizia per questo ragazzo. Oggi in curva continueremo a raccogliere fondi per Luca e la sua famiglia, una cassetta girera’ tra il primo e secondo tempo, contribuiamo ognuno con la propria tasca e la propria coscienza, qualcosa cambia solo se davvero iniziamo a capire che l’ingiustizia subita da uno e’ un’ingiustizia subita da tutti.