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DAVIDE LIBERO











Codice di gradimento, daspo societario e l’annientamento di una passione popolare

 

FONTE:osservatoriorepressione.info

 

Dopo l’esperienza, ovviamente fallita, della tessera del tifoso di cui giusto un anno fa è stata decretata la fine, con i primi caldi se ne sono inventata un altra.
Il codice di gradimento, una sorta di daspo societario, imposto dall’osservatorio per le Manifestazioni sportive alla FIGC e alla Lega è l’ultima trovata geniale per annientare quella passione popolare che ancora vive nelle curve e negli stadi di tutta Italia.
Un documento che obbliga le società ad adottare una sorta di “Daspo societario” in pratica scegliendo chi è gradito e non chi non è gradito all’interno dell’impianto sportivo.
Faccio alcuni esempi far capire quanto è liberticida questo codice comportamentale:
Se cambi posto diverso da quello a te assegnato, fare volantinaggio per iniziative solidali e non fuori dall’impianto sportivo, svolgere qualsiasi banchetto informativo e/o di vendita di materiale del gruppo, che la maggioranza delle tifoserie usa per fare autofinanziamento, spronare la squadra e/o la tifoseria salendo ad esempio su una balconata o su una ringhiera.
Questi sono alcuni esempi su cui le società potranno decidere se se gradito o non gradito all’interno dello Stadio.
Con questa documento liberticida, ci troviamo di fronte all’annientamento di una passione popolare qual’è il calcio, la curva di uno stadio e l’ambiente stadio.
Una passione, mai scemata, anche di fronte a disastri societari, fallimenti, calcio scommesse e business.
Nell’epoca dei Presidenti fantasma, di fallimenti di squadre storiche, di “giochetti” all’italiana che hanno infranto sogni, emozioni di tanti tifosi di tante squadre storiche recentemente fallite, mi domando come mai il codice comportamentale, come al solito, è rivolto ai tifosi e non ai presidenti di società.
La risposta ovviamente è scontata, chi deve pagare sono solo ed esclusivamente i tifosi perchè citando una famosa di Franco Battiato “in quest’epoca di pazzi ci mancavano gli idioti dell’orrore. ”.
No al codice di gradimento!

Esempi di “reati” punibili grazie al codice (alcuni sono stati ricavati fedelmente dai codici pubblicati da alcune società):
– cambio di posto o occupazione di un posto diverso da quello assegnato dal biglietto;

– mancato rispetto per il risultato sportivo conseguito dalla propria squadra sul campo;

– mancata consapevolezza rispetto al fatto per cui l’avversario persegue lo stesso obiettivo della conquista della vittoria; per questo si devono condividere con lui (l’avversario, il tifoso ospite, il “cugino”, ndr) le gioie per i successi e le sofferenze per le sconfitte con senso civico, passione sportiva, e rispetto dell’antagonista;

– se ci si confronta con i sostenitori delle squadre avversarie con volontà di sopraffazione (quindi potrebbe bastare il coro: “Vogliamo vincere!”, per far scattare il codice, ndr);

– introduzione di cartelli, stendardi orizzontali, bandiere, documenti, disegni, materiale stampato e striscioni di qualsiasi altro genere (quindi anche di natura solidale, per assurdo, magari semplicemente per ricordare un amico o un rivale scomparso, ndr) se non preventivamente autorizzati;

– fare volantinaggi di qualsiasi genere o con qualsiasi finalità (anche di natura solidale, ndr), non preventivamente autorizzati per iscritto dalla società;

– sostare in prossimità di passaggi, di uscite e di ingressi, lungo le vie accesso, di esodo e ogni altra via di fuga;

– arrampicarsi sulle strutture dello stadio (salire ad esempio su una balconata o su una ringhiera, magari nel tentativo di spronare e coinvolgere il resto della tifoseria durante cori o coreografie, sarà facilmente condannabile, ndr);

– qualsiasi forma di propaganda di qualsiasi genere o con qualsiasi finalità, non preventivamente autorizzata per iscritto dalla Società (tentare ad esempio di far riflettere i tifosi sulle reali intenzioni di una società di calcio, che magari sta agendo al di fuori di ogni regola e di ogni logica sociale/aggregativa, oppure con l’intento di privare la squadra dei suoi giocatori migliori, diventerà reato, ndr);

– svolgere qualsiasi genere di attività commerciale non autorizzata (diventerà fuorilegge ad esempio allestire il classico banchetto per la vendita del materiale del gruppo, che la maggior parte delle tifoserie organizza per “fare cassa” e potersi così pagare le coreografie, abbattere il caro prezzi durante le trasferte del gruppo, aiutare chi è in difficoltà, rimanere indipendente dalla società, ndr);

– l’introduzione e l’esposizione di striscioni e di qualsiasi altro materiale (anche di natura solidale, ndr), compreso quello destinato alle coreografie, fatte salve l’espressa autorizzazione;

– l’esposizione del materiale che per dimensione ostacoli la visibilità ad altri tifosi (ad esempio una bandiera sventolata durante la coreografia iniziale, oppure dopo un gol, ndr);

– l’introduzione del materiale, anche se autorizzato, dopo l’apertura al pubblico dei cancelli di accesso allo stadio (fra tutti i punti trovati nei vari codici in circolazione, secondo noi questo è uno di quelli più interpretabili e pericolosi; potrebbe significare tutto e niente, quindi molto utile per far cadere in errore ed espellere qualsiasi tifoso, ndr);

– l’esposizione di materiale diverso da quello autorizzato comporta l’immediata rimozione e l’allontanamento dall’impianto dei/del trasgressori/e cui potrà essere applicata la normativa in materia di divieto di accesso agli impianti sportivi;

– tenere all’interno o nell’area riservata esterna dell’impianto sportivo comportamenti contrari al decoro, alla pubblica decenza, alla morale, al buon costume o comunque alle indicazioni della società con riguardo a specifici settori dello stadio (altro punto ermetico e facilmente strumentalizzabile; non sarà più necessario nemmeno il classico gesto dell’ombrello, piuttosto che la pittoresca esibizione del dito medio per essere sanzionati; un dito nel naso sarà più che sufficiente per subire il codice di gradimento, ndr)

– indossare un abbigliamento non adeguato al contesto (il famigerato “Dress Code”!, ndr).

Quindi, se la società (ad esempio la Roma) deciderà che all’interno del proprio impianto sportivo si potrà accedere solo in giacca e cravatta, oppure solo con i colori sociali giallorossi, chi andrà in trasferta all’Olimpico dovrà adeguarsi indossandoli al posto di quelli del cuore, questo naturalmente per non incorrere nelle sanzioni del codice (a questo punto della storia, c’è ancora qualcuno disposto a insinuare che stiamo parlando di fantascienza?).

Esempi di “doveri” sottoscritti col codice:
– negli impianti della Società X ove si svolgono competizioni calcistiche di ogni genere e allenamenti delle squadre si accede solo e unicamente alle condizioni previste dalla Società X e con l’osservanza di tutte le disposizioni di cui al regolamento d’uso dell’impianto e al presente Programma “Sistema di Gradimento” (questo naturalmente vale anche per le tifoserie ospiti che si recheranno allo stadio della Società X durante le trasferte, ndr)

– il tifoso che si reca in trasferta deve informarsi per conoscere in maniera precisa il codice di gradimento/etico/comportamentale della società ospitante, codice che sarà accettato/sottoscritto implicitamente nel momento stesso in cui comprerà il biglietto del settore ospiti;

– bisogna dare sostegno e incitamento ai giocatori della propria squadra e non bisogna lasciarsi coinvolgere dalle eventuali provocazioni dei tifosi avversari (a ogni tipo di sfottò lanciato dai tifosi avversari bisognerà perciò reagire… in religioso silenzio, ndr);

– in occasione delle trasferte della propria squadra il tifoso si relaziona con l’Ufficio SLO (Supporter Liaison Officers) della società, deputato a istruirlo (peccato che nella maggior parte dei casi gli SLO italiani siano personaggi equivoci, improvvisati e soprattutto impreparati,ndr);

– si deve contribuire a migliorare l’immagine della società e della tifoseria, anche attraverso l’utilizzo dei Social Media (Social Network, Blog, Network aziendali/professionali, Forum, Social Gaming, Video Sharing, Virtual Word, ecc., ndr) che si occupano direttamente o indirettamente della Società, mediante plausi e/o critiche, ma senza nascondersi dietro identità di comodo o fittizie, e realizzando contraddittori leali e rispettosi dei ruoli (basterà così una frase scorretta, una critica, un piccolo sfogo, un semplice sfottò, un post colorito, una condivisione sbagliata su Facebook per essere banditi dallo stadio a vita, ndr);

– gli striscioni potranno essere affissi esclusivamente nello spazio specificatamente assegnato dalla Società.

Esempi di “diritti” concessi dal codice:
– si può manifestare il proprio disappunto per i risultati sportivi negativi della squadra in modo civile e costruttivo, anche attraverso coreografie e/o iniziative che siano propositive, costruttive di incitazione all’inversione di tendenza negativa della squadra, fatte salve l’espressa autorizzazione della società (come è facile capire, nessun presidente darà il proprio benestare a un’eventuale contestazione societaria; al contrario, potrà usare il DASPO societario -ossia il codice- proprio per “prevenire” qualsiasi malumore colpendo i potenziali “sobillatori”, ndr);

– si potrà introdurre ed esporre striscioni contenenti scritte a sostegno della propria squadra in occasione della gara in programma, fatte salve l’espressa autorizzazione della società.

 

Jacopo Ricciardi