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Carcere: Allarme suicidi, superato il tragico record del 2012

 

FONTE:il dubbio

 

61 suicidi dall’inizio dell’anno

 

 

Ancora un altro suicidio, questa volta è accaduto martedì sera nel carcere di Pavia. Si tratta di un detenuto 42 enne ritrovato impiccato con un lenzuolo dentro la sua cella, era solo e sottoposto a “grande sorveglianza”.

Siamo giunti così a 61 morti, scalando così la terribile classifica che porta a superare il 2012 con 60 suicidi, davanti a noi c’è solo il 2011 con ben 66 persone che si sono tolte la vita. Ma se il mese prossimo di dicembre dovesse sostenere il ritmo costante ( solo in questo mese sono 6 i suicidi avvenuti), allora il rischio che si superi il 2011 è davvero alle porte.

Nella macabra conta delle morti, viene incluso anche l’ultimo suicidio di un 66enne ospite della Rems di Palombara Sabina. Aveva fatto un volo di circa trenta metri nel vuoto. Un suicidio, secondo gli accertamenti dei carabinieri, con la salma comunque messa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria per l’autopsia.

I fatti si sono verificati intorno alle 14: 00 del pomeriggio dello scorso venerdì. Secondo quanto ricostruito l’uomo è arrivato sino al sesto piano dell’ospedale. Qui ha trovato una porta finestra aperta in un laboratorio di cucina dalla quale si sarebbe poi gettato nel vuoto. Caduto in largo Salvo D’Acquisto è morto poco dopo. Allertati i carabinieri della Stazione di Palombara Sabina dal personale di vigilanza del nosocomio del Comune della provincia a nord di Roma, i militari hanno ascoltato i testimoni. Accertamenti in corso da parte dei militari della Compagnia di Monterotondo, che per il momento procedono sull’ipotesi del gesto volontario. Il magistrato del Tribunale di Tivoli ha comunque disposto l’esame autoptico sulla salma del 66enne.

Qualche giorno prima ancora, all’ospedale di Trento, ha smesso di vivere il ventenne di origini nigeriane, richiedente asilo, che aveva tentato di togliersi la vita in carcere poche ore dopo la sentenza di condanna a 7 anni e 4 mesi per stupro di gruppo e rapina inflitta dal giudice delle udienze preliminari. Osaigbovo Osaro Kelvin era ricoverato nel reparto di rianimazione dell’ospedale Santa Chiara di Trento, ma poi il suo cuore si è fermato per sempre. I medici non hanno potuto fare nulla per salvarlo, perché le suecondizioni erano purtroppo troppo gravi.

La Procura di Trento ora ha aperto un’inchiesta a carico di ignoti per poter chiarire che cosa è accaduto in quei brevi attimi all’interno della casa circondariale di Spini di Gardolo.

Il giovane era praticamente appena arrivato in carcere quando ha tentato il gesto estremo. Sono bastati pochi secondi. Il ragazzo era rimasto coinvolto nell’indagine della squadra mobile di Trento sul presunto stupro di gruppo avvenuto a Maso Ginocchio il 24 novembre 2017. Il ventenne era stato trovato con lo zainetto rubato alla vittima, una donna di origini nigeriane di 35 anni che era stata minacciata con una bottiglia rotta e trascinata nel parco, stuprata a turno dal gruppo di ragazzi, cinque connazionali. Una storia delicata, complessa, terribile, ma segnata anche da contraddizioni. Secondo le difese, infatti, la donna avrebbe più volte cambiato versione, ma il giudice ha ritenuto sufficienti i riscontri a carico del giovane e ha deciso per la condanna. Gli altri amici, Muhammed Inusa, 24 anni, Monphy Ohue, 27 anni e Igbinosa Kenneth Obasuyi, di 25 anni, sono stati rinviati a giudizio. Si difenderanno davanti a un giudice dibattimentale. Mentre il presunto mandante, Social Emmanuel Ehimamigho, 28 anni, è stato prosciolto.

Vicende giudiziarie a parte, sono tragedie che scuote nel profondo e sembrerebbe non esserci via di uscita. I numeri dei suicidi inevitabilmente crescono perché il numero dei ristretti sono in aumento, tanto da creare un insostenibile sovraffollamento. Se prima c’era un orientamento per arginare il problema attraverso le pene alternative, oggi c’è quello legato alla costruzione di nuove carceri. Molto giuristi e organismi internazionali credono che sia una soluzione discutibile. Nel frattempo, nuove carceri o meno, il problema si è ingigantito e i suicidi sono un campanello di allarme.

 

Damiano Aliprandi