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DAVIDE LIBERO











G8 di Genova quasi 20anni ‘cuntato’-raccontato in siciliano

 

FONTE:RemoContro

 

Quasi vent’anni da quel che accadde a Genova nei giorni del G8. Vent’anni e sembra solo ieri. Perché il ricordo, per chi ricorda, sempre brucia. Come bruciano i dolori e il lutto mai elaborato… e a volte c’è da chiedersi se questo nostro paese ha davvero capito quel che di tremendo accadde in quel fine settimana di luglio del 2001… cosa hanno significato per la nostra democrazia quei terribili giorni di sospensione di ogni diritto…

 

20 anni dal G8-vergogna
Per questo oggi vi voglio parlare di un progetto nato “per rimettere in circolazione un sogno, che in quei giorni si infranse…”. “Progetto 20anni- per non dimenticare il G8 di Genova”, ideato da Area Teatro, compagnia teatrale siciliana fondata da Alessio e Ivano Di Modica.
Alessio e Ivano, che vent’anni fa insieme ad altri due compagni, già forti del loro impegno e delle battaglie per la loro terra (Augusta, per la precisione, sulla costa del siracusano dove da decenni l’inquinamento industriale penetra nel suolo e nelle falde acquifere, contamina il mare, si respira con l’aria…), avevano risalito l’Italia per unirsi alle centinaia di migliaia di persone che pacificamente manifestavano contro i Grandi della terra. Anche loro andati a Genova, come tanti, per testimoniare e progettare un mondo migliore…
Quello che Ivano, Alessio e i due loro compagni hanno allora visto e vissuto lo ricordiamo (forse)… Una città sconvolta dall’inaudita violenza di cui furono vittime uomini e donne, giovani e vecchi. Di ogni nazionalità e lavoro. Studenti, insegnanti, operai, qualche professionista. E vittima sarebbe potuto essere chiunque di noi. Quello che sembra non abbiamo compreso davvero è che lì, in quei giorni, si è aperto il baratro di un vuoto di diritto che ha fatto strame delle regole della democrazia, dove la vita delle persone è stata prigioniera di una violenza indiscriminata e arbitraria. Diaz, Bolzaneto, piazza Alimonda… luoghi che evocano pestaggi, torture, morte…

Dalla caserma degli ‘scelbotti’ di Bolzaneto al mondo
Per appuntarli, quei giorni, Ivano e Alessio realizzarono subito, già nel 2002, uno dei primi spettacoli che ne parlò. E come trainato da quell’impulso nacque Area Teatro, compagnia teatrale indipendente, che oggi vuole riportare in scena quello spettacolo e non solo. “In vent’anni molte cose sono cambiate, in meglio o in peggio” spiegano, “sicuramente per molti di noi quel luglio di 19 anni fa ha segnato un momento importante nelle nostre vite… e vogliamo raccontare anche il sogno che aveva mosso molti giovani di allora”.
Un progetto con un’idea di teatro che davvero ci piace. Intanto il racconto (ed è Alessio che narra sul palcoscenico) è un “Cuntu”. Cuntu… che non è solo narrazione orale, ma anche forma, gesto, immagine… Il Cuntastorie riesce ogni volta, con il ritmo delle sue parole e l’eco dei rimandi a pensieri, suoni e immagini, a ricreare in ciascuno degli spettatori un mondo di memoria, “il mondo ovunque”… E lo spettacolo è la restituzione di una narrazione collettiva che nasce dall’incontro fra chi cunta e chi non passivamente ascolta, ma restituisce l’immagine del proprio cunto.

La tradizione dei ‘cuntisti’ siciliani
Un metodo, un’arte, molto affascinante, e affascinante e appassionata è la narrazione che ne fa Ivano (che della compagnia è l’organizzatore), al quale ho chiesto lumi… Non per nulla fra i riferimenti culturali di Area Teatro è Mimmo Cuticchio, straordinario erede della tradizione dei cuntisti siciliani, e con quest’arte la compagnia di Augusta ha raccontato tante storie e tanta storia del nostro paese: la vita di Graziella Vistrè, che fu sindacalista e anticipatrice della lotta delle donne con “Sole d’inverno, storia di lotte donne e arance”… “Ossa”, una vicenda che richiama la storia di Placido Rizzotto… le vite del pescatori nei “Cunti del mare”… Date uno sguardo. Ne resterete anche voi colpiti http://www.areateatro.it/
Tornando all’ultimo progetto, questo significa che nel racconto dei giorni del G8 di Genova non c’è solo ciò che gli occhi e il cuore di Ivano e di Alessio e i loro compagni hanno allora percepito e vissuto. Ma vi è tessuto dentro anche il racconto di tutte le altre voci che hanno poi incontrato e sollecitato e raccolto. E vogliono continuare a raccogliere. Sapendo che “le storie non raccontano la realtà, ma la forgiano”.
Così il “Progetto 20anni” prevede anteprime per l’Italia per riportare l’attenzione su quei giorni, sul movimento che portò a Genova, e prepararsi all’anniversario che per molti ha segnato un punto di non ritorno. “Partigiani della memoria”, si chiama il tour che partirà con l’inizio dell’estate, e a ogni appuntamento ci saranno momenti in cui ognuno, se testimone, potrà raccontare quel che ricorda, se a Genova non era, potrà parlare del suo impegno, della sua vita di quegli anni. “Così da ricostruire una memoria collettiva di quel movimento e di quel momento storico”. E raccontare a più gente possibile…

Le cose rimosse sono destinate a ripetersi…
Come non condividere. Perché se pure di quel che accadde a Genova pensiamo di sapere tutto, c’è sempre qualcosa ancora da sapere, e da chiedere… se dopo 19 anni sappiamo tutto ma ancora nulla delle responsabilità politiche, su cui sembra caduto un velo. E ben venga questo progetto per ricordare, perché troppo poco credo abbiamo capito di quanto grave e quanto pericoloso sia stato quel momento di frattura della nostra democrazia.
E, sapete, le cose rimosse sono destinate a ripetersi… personalmente penso ci sia un unico filo rosso che parte da lontano, attraversa Genova e arriva fino alle ultime vittime nella rivolta delle carceri di marzo (le inchieste chiariranno quei fatti, ma troppo spesso il carcere è sospensione del diritto)… e mai sarà spezzato, quel filo, se continuiamo a distrarci, a non chiedere conto, come fosse questione che non ci appartiene.
Il Gatto, che di questo è davvero convinto, mi ha detto di voler sostenere il progetto su di Area Teatro. Anche e soprattutto perché, a proposito del G8 di Genova, tenta “di riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio”, e mi ha indicato un indirizzo dove è possibile leggerne i dettagli … (https://www.produzionidalbasso.com/project/20anni/?fbclid=IwAR0UYVVj9r2LNlUi_Volj3jwQBG4opD7x-u7wX1Hl2_HKklvK6Wv2iJMqfE ).
E insiste, il Randagio, perché partecipi insieme a lui, almeno con la donazione che dà diritto a ricevere una cassa di limoni. “Ma che siano lumie”, si è raccomandato. “Lumie di Sicilia”.

 

Francesca De Carolis