NON C'E' FEDE SENZA LOTTA

LA GENESI DELLA REPRESSIONE

NOI DA NOVE ANNI CONOSCIAMO LA VERITA'!

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DAVIDE LIBERO











Giustizia per Aldrovandi

 

Tu sai Federico quante notti e notti sono stato con la fronte tra le mani, chino a ripensare ai tuoi occhi, ai tuoi riccioli, alle tue mani, al tuo cuore,
al tuo respiro, alle tue parole, ai tuoi sogni sradicati una mattina assurda, vigliacca, infame.
Quel mondo che volevo ed immaginavo per te non sono riuscito a porgertelo, e ora quel che resta sono splendidi pezzi di vita che non ripercorreremo più insieme, ma che resteranno per sempre impressi ad illuminare e a scaldare il mio cuore, fino all’ultimo respiro.
Quella "porta" prima o poi si aprirà e tu, chissà, sarai lì ad aspettarmi dietro quel misterioso angolo, ad accogliermi con un sorriso e un abbraccio.
Guarderemo, uno accanto all’altro, per l’ultima volta, mano nella mano, cuore a cuore, gli infami, i vigliacchi, gli arroganti, i disonesti, i senz’anima, prima che scompaiano inghiottiti per l’eternità, in quel putrido fango nauseabondo, negli abissi delle tenebre o dove Dio vorrà.
Tienimi a te vicino.
Tu sarai sempre la mia luce, il mio cielo, il mio dolce rifugio.
Sotto quell’albero pieno di luci, caro Federico, mancherai per il terzo anno e quella gioia che vedevo nei tuoi occhi ad ogni Natale mi mancherà per sempre.
Sotto quell’albero vorrei farti trovare soltanto una cosa: la "vita".
Dio come eri bello, dentro e fuori.
Lo rimarrai per sempre Federico.
E’ difficile a volte leggere le infamie e le cattiverie scritte da "estranei" (pochi per fortuna) con il tentativo violento di entrare in quel concentrato di amore, emozioni e ricordi che è un figlio, come se tu fossi un oggetto e non avessi diritto di rispetto.
Non ci possiamo fare niente caro mio ragazzino, e i ricordi corrono quando eri tu stesso a dirmi, sulle ingiustizie del mondo, che non ci potevamo fare niente, se non rialzarci ogni volta per andare avanti e fare qualcosa ognuno nel suo piccolo per migliorare le cose senza arrenderci mai.
Su questa terra arida e secca abbiamo conosciuto molta cattiveria, disonestà e indifferenza, ma anche tante gocce di acqua pura e cristallina che continuano a detergere delicatamente e alleviare con amore quelle ferite assurde, strazianti ed inconcepibili di una lurida mattina di un pazzesco 25 settembre 2005, quando tutto si è fermato: il buon senso, l’essere uomini, la vita.
Quelle gocce d’acqua, sono le persone Oneste e con un’Anima (con divisa o senza divisa).
E’ a loro e ai loro familiari che auguro un Natale e tutti i giorni dell’anno a venire, di grande amore e serenità e di prospettive di un futuro radioso.
Questa notte non posso non ricordare che quei quattro individui accusati di averti causato la morte mentre tu avresti anche invocato addirittura "aiuto"
e "basta", sono a Processo.
Ti hanno percosso con quattro manganelli come il peggiore dei delinquenti e ammanettato senza che avessi commesso alcun reato.
E’ incredibile, disgustoso e allucinante tutto ciò.
L’11 gennaio 2008 si ricomincia...
E’ triste lo so, la giustizia farà il suo corso, ma tu purtroppo rimarrai dietro quell’angolo, comunque vada.
Quelle persone coinvolte e cioè:
FORLANI PAOLO (1961)
SEGATTO MONICA (1964)
PONTANI ENZO (1965)
POLLASTRI LUCA (1970)
prima o poi le ascolteremo rispondere ad un Giudice delle loro "azioni", magari senza vederli ridere o masticare chewingum, come se la cosa non li
riguardasse, ma li riguarda eccome.
Caro Federico, finchè il mio cuore batterà non scadrà mai il tempo delle responsabilità.
Nessuno si dovrà sentire escluso.
Prima di tornare chino, con la fronte fra le mani, alla vigilia della notte di Natale, tra le tante cose emerse in questo cammino verso quelle risposte mai date, provo tanto fastidio, dolore, disagio di impotenza che mi penetrano nel cuore e nella mente nel ricordare il frammento descritto dalla testimone Anne Marie il 16 giugno 2006, ascoltata in incidente probatorio. Parla del poliziotto "in piedi", mentre gli altri sono addosso a te Federico:
Pubblico Ministero: ...Invece il quarto rimane sempre in piedi ?
Anne Marie: "Si, lui vicino alla macchina..."
Pubblico Ministero: "Rimane in piedi".
Anne Marie: "...il quarto lo vedo con i piedi..."
Pubblico Ministero: "Cosa fa con i piedi?"
Anne Marie: "Lo tempesta con i piedi".
Pubblico Ministero: "Cosa significa lo tempesta con i piedi signora?"
Anne Marie: "Ma lo picchia, lo picchia tanto, perché... (il tono della testimone è deciso)
Pubblico Ministero: "Lo picchia tanto dove ? Riesce a vedere dove?"
Anne Marie: "Io insisto su questa cosa perché ho visto.
Pubblico Ministero: "Certo, proprio cosa fa?"
Anne Marie: "Lo picchia."
Pubblico Ministero: "Con i piedi?"
Anne Marie: "Si. Con i piedi, non con le mani, lui non usa mai le mani a che quello che ho visto non ha più usato le mani lui, è proprio sul lavoro era la per fare quella cosa la...
Pubblico Ministero: "Quella cosa la?"
Anne Marie: "Picchiare".
Pubblico Ministero: "Con i piedi?"
Anne Marie: "Si."
Ogni volta rimango allibito, senza fiato, impotente a tanta orribile e ignobile immagine, con un’immensa rabbia dentro che non potrò mai descrivere con le parole.
In questa notte santa in cui la luce sarà più splendente del giorno voglio immaginare fortissimamente che questa luce possa rappresentare, d’ora in avanti, motivo di orientamento per gli uomini di buona volontà.
Fra poche ore risuonerà, antico e sempre nuovo, l’annuncio della "vita" e tu Federico e i tantissimi Angeli sarete tutti lì, in quella culla, a ricordarci la magnificenza di quello che ogni essere umano rappresenta.
A Pontani Enzo, a Pollastri Luca,a Monica Segatto,a Forlani Paolo, quando andate a messa, guardatevi allo specchio e osservate le vostre mani. Forse Dio vi renderà consapevoli, dopo 27 mesi, dell’orrore di quello che non doveva succedere, ma è successo per causa vostra.
Un mondo senza dialogo, senza cultura, senza religione, senza rispetto del prossimo, senza rispetto della vita, senza rispetto delle diversità, non può portare a niente se non all’appiattimento della mente umana e al nulla.
L’amore, la tenacia saranno il filo conduttore della mia vita e sempre più forti di qualunque muro, di qualunque ostacolo, di qualunque maledetta bugia.
Eri un bravo ragazzo Federico con i pregi e i difetti della tua splendida gioventù.
Ora, in un processo, non ci saranno più alibi di suggestioni mediatiche, non ci saranno più mediazioni, ne’ se ne’ ma. I fatti, le prove, la verità, le sentenze.
LINO

 

dal blog della famiglia di Federico: http://federicoaldrovandi.blog.kataweb.it