Si riparte con una nuova stagione e, con essa, per il secondo anno consecutivo, riparte la fanzine. Un progetto che vogliamo migliorare di anno in anno, uno strumento che vogliamo rappresenti sempre più il legame di chi ha cuore la tradizione e i valori della Curva Est.
Oggi più che mai è difficile conciliare i valori e gli ideali che da sempre contraddistinguono la nostra tifoseria, con le cervellotiche disposizioni che ci troviamo ad affrontare per poter garantire la nostra presenza ovunque il Diavolo giochi. E’ una lotta intima che ognuno di noi si porta dentro, divisa tra l’amore profondo per il nostro Teramo e l’istinto di esserci sempre e la salvaguardia della dignità di uomini dalla testa libera.
Più di tutto, il dovere di trasmettere questi valori ai più giovani, perché la Curva Est non diventi un arido idealismo, ma continui ad essere un luogo di aggregazione, passione e appartenenza.
Tutto questo oggi è reso sempre più difficile e biglietti nominali, tessere e compagnia bella sono lì a dimostrarlo.
Nonostante tutto, però, siamo ancora qua: i più vecchi che, nonostante la repressione che ci è piovuta addosso, ci sono ancora, pronti a mettere a disposizione la propria esperienza ed a trasmettere i valori che da sempre ci contraddistinguono, i più giovani che, nonostante tutte le difficoltà imposte da restrizioni sempre più assurde, dimostrano, con il loro entusiasmo, la voglia di continuare a scrivere pagine importanti di questa Curva, chi è costretto a stare fuori, i diffidati, che, con la loro forza, la loro voglia di vivere Ultras sempre e comunque, sono il vero motore di questo movimento, sono la semina nel prato della Est e Davide che ha sempre un pensiero per la sua Curva Est, che ci insegna con il suo esempio fatto di coraggio e forza, come un idea sia più grande di qualsiasi gabbia.
Per quanto possano cercare di fermarlo, per quanto a volte possa essere meno forte di altre, il vento della Est non ha mai cessato di soffiare! Ai nostri detrattori, a chi ci vuole morti, facciamogli sentire che ci siamo, che, in fondo, ci stanno solo facendo perdere tempo.
Passano gli uomini, le generazioni, cambia anche il modo di andare allo stadio ma quello che rimane continua a battere, continua a pensare, continua a lottare.