NON C'E' FEDE SENZA LOTTA

LA GENESI DELLA REPRESSIONE

NOI DA NOVE ANNI CONOSCIAMO LA VERITA'!

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DAVIDE LIBERO











A VOI IL SINTETICO… A NOI L’ERBA!

 

TRATTO DA "NON C'E' FEDE SENZA LOTTA" N°22

 

Il leit-motiv è sempre lo stesso! Anche in questo caso ci eravamo immaginati tutto, era prevedibilissimo: è arrivato il supermercato sotto la curva. Questo non è il nostro stadio e non lo sarà mai. LO Stadio, il nostro, è altrove, altri sono i gradoni che trasudano valori. Sono quei valori scolpiti nelle nostre teste, che ci consentono di vivere a testa alta e rompere i coglioni a chi ci ha buttati in questo letamaio d’erba finta dal forte odore di soldi. La repressione attacca i luoghi come gli stadi, svuotandoli del loro significato profondo, consapevole che gli stadi rappresentano luoghi simbolo di quel senso d’appartenenza che tanto gli fa paura, perché crea pensiero e aggregazione, perché la sacralità, il senso, che gli uomini danno a un luogo, fatto di emozioni forti e passione vera, diventa simbolo intaccabile da qualsiasi altro sito o alternativa che possa essere creata da un mondo fatto di commercio e speculazione. Posti come gli stadi sono inimitabili perché non esistono soldi per comprare mani e voci, per comprare passione ed emozione, perché le nostre mani e le nostre voci non creano profitto, rimangono di ognuno. E allora, se non possono contrastare la sacralità di un luogo, lo svuotano di senso, di contenuto, rendendolo un vuoto e freddo contenitore da riempire, dove la passione della gente lascia il posto ad un supermercato, un ufficio, una banca e a chissà quale altra diavoleria, come se nulla fosse. Perché nulla è questo stadio, ma noi possiamo rappresentare ancora tutto, in trincea come siamo, ogni due settimane, pronti ad esplodere contro chi vuole schiacciare il nostro essere con le proprie viscide scelte di mercato, dando senso e significato, con la nostra inesauribile passione, a questo ingombrante ed inutile scatolone.