Sabato 8 febbraio, a Roma, si è tenuto l’appello per il processo di Davide. E’ stata confermata per Davide la condanna a 6 anni. Se mai ci fosse stato dubbio - più che altro intima speranza - su qualche sconto di pena, già nella fase dibattimentale dell’appello stesso ci eravamo accorti che più che un processo legato ai fatti realmente accaduti quel 15 ottobre 2011, il processo era un atto accusatorio all’esistenza dei singoli soggetti coinvolti, insomma un giudizio al dissenso, un giudizio non legato a quello che si suppone si sia fatto, ma legato a quello che si è. Davide paga il suo modo di essere, che è anche il nostro. Davide paga il fatto di essere voce fuori dal coro e chi amministra la giustizia in questo Stato non può che tentare in ogni modo di far tacere voci e pensieri scomodi. Dovendo continuare ad accontentarsi delle briciole, il ritorno da Roma è alleviato almeno dal fatto che Davide è stato rimesso ai domiciliari, è tornato perlomeno a casa dai suoi cari e dopo tanto peregrinare nelle strutture penitenziare, siamo sicuri che almeno per lui e per chi gli vuole bene in questo momento questa cosa non è affatto poco. Noi da parte nostra continuiamo a ribadire la nostra vicinanza, continuiamo a gridare nella curva e nelle strade la sua immediata liberazione.