NON C'E' FEDE SENZA LOTTA

LA GENESI DELLA REPRESSIONE

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DAVIDE LIBERO











CASO CUCCHI: IL FATTO NON SUSSISTE... MEGLIO LA VENDETTA SE LA GIUSTIZIA NON ESISTE!

 

TRATTO DA "NON C'E' FEDE SENZA LOTTA" N°44

 

Il fatto non sussiste! Con questa motivazione la Prima Corte d’Assise d’Appello ha assolto tutti gli imputati del caso Cucchi. Non “sussistono” le foto di quel corpo martoriato, non “sussiste” la realta’ di un ragazzo entrato in carcere sano e deceduto una settimana dopo. Si nega la realta’, si nega quello che e’ sotto gli occhi di tutti. La formula adottata dai giudici e’ quella prevista dal II comma dell’articolo 530, “ovvero quando manca, e’ insufficiente o e’ contraddittoria la prova che il fatto sussiste, che l’imputato lo ha commesso, che il fatto costituisce reato o che il reato e’ stato commesso da persona imputabile”. In questi anni il caso di Stefano, come quello di tanti altri ragazzi, e’ stato da noi trattato, approfondito, ma sentenze come quella del 31 ottobre scorso a Roma, non sono altro che un offesa all’intelligenza umana, perche’ non ci si fa scrupolo a negare la realta’. Questa volta la rabbia e’ ancora maggiore, alla luce anche dell’impegno che la famiglia Cucchi ha profuso in questi anni in ogni ambito, come forse mai nessuno in passato aveva fatto, affinche’ la verita’ venisse fuori e, di fronte a tutto questo, chiaro e’ il messaggio d’impunita’ che lo Stato manda a tutti, l’evidenza chiara e limpida dell’impari e privilegiato trattamento che i “servitori dello stato” hanno rispetto ai semplici cittadini. Ogni comportamento e’ giustificato, protetto, mistificato e distorto, se ad essere coinvolti sono rappresentanti delle istituzioni, le forze dell’ordine. Ormai pare essere del tutto legittimo che questi “eroi della domenica” siano tutelati nella loro opera di “pulizia” della societa’, nel nome della legge, dell’ordine, del “decoro” di uno stato in cui tutti i poteri sono esercitati da chi pensa di detenerli assecondando la propria discrezionalita’; ma, quando si tratta di casi di “mala polizia”, si scatena sempre la corsa affannosa delle cosiddette autorita’, che cercano di salvare la loro faccia a tutti i costi, di negare di fronte all’evidenza, di non assumersi le proprie responsabilita’, preservando cosi la rispettabilita’ falsa e ipocrita di una “istituzione” che ha il “diritto” di commettere reati. Non riflettere su queste cose, lasciarsi scivolare tutto addosso, non capire la gravita’ di quello che, giorno dopo giorno, ci accade attorno, in uno Stato che di diritto e democratico non ha praticamente piu’ nulla, pensare che “tanto non accadra’ mai a noi”, e’ l’errore piu’ grande che possiamo fare.
Stefano poteva essere il figlio di chiunque, l’ingiustizia alla famiglia di Stefano e’ l’ingiustizia di tutti.