NON C'E' FEDE SENZA LOTTA

LA GENESI DELLA REPRESSIONE

NOI DA NOVE ANNI CONOSCIAMO LA VERITA'!

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DAVIDE LIBERO











...DIFFIDATI IL NOSTRO ORGOGLIO...

 

TRATTO DA "NON C'E' FEDE SENZA LOTTA" N°46

 

Durante la scorsa settimana sono puntualmente arrivati i provvedimenti riguardanti la partita di coppa con l’Ascoli da parte della solerte questura cittadina: sette diffide. Sette ragazzi che si vanno ad aggiungere al gia’ lungo elenco di persone che sono costrette a firmare un lurido registro ogni qualvolta il nostro amato Diavolo scende in campo. Niente di nuovo, direte voi e noi concordiamo, vista la scientifica opera di mutilazione a cui la nostra curva e’ sottoposta ormai da tempo immemore, portata avanti con lucida e ferrea volonta’, per porre definitivamente la parola fine sul movimento ultras della nostra citta’, da parte dei rappresentanti locali delle forze dell’ordine, che non si sono mai posti scrupoli di fronte agli scempi, agli abusi ed alle falsita’ perpetrati nei nostri confronti nel corso degli anni e che anzi, il piu’ delle volte, hanno volutamente cercato di distruggere la nostra vita quotidiana (e quella dei nostri affetti), aiutati dal servilismo dei pennivendoli nostrani ed il perbenismo imperante da queste parti, oltre che provato, provocandoci continuamente, a privarci in tutti i modi di quello in cui abbiamo sempre creduto e per cui ci siamo sempre battuti: i nostri valori ed i nostri ideali. Poco importa se, in quest’ultimo “giro“, molti dei ragazzi che si sono visti comminare tre anni di daspo con l’obbligo di firma siano giovanissimi, con poca esperienza di curva e perlopiu’ incensurati. Ai signori di viale Bovio questi dettagli non interessano, o meglio, diventano fondamentali solo per giustificare il loro operato nel momento in cui, con i loro distorti ragionamenti, credono di poter colpire e stroncare sul nascere l’entusiasmo di un ragazzo neanche ventenne che si avvicina per la prima volta ad un mondo, un modo di essere, di vivere la curva – il nostro – che rappresenta da sempre il loro principale spauracchio. Ricordiamo i nostri primi anni di curva, ci riconosciamo nella passione genuina e sincera dei ragazzi di oggi, poi ci tornano in mente i sistemi autoritari degli sceriffi di turno di allora, il loro accanimento: possiamo tranquillamente asserire che nulla e’ cambiato anzi, i tempi sono sempre piu’ duri. D’altronde, il modo di operare, ormai abusato e consueto, con cui questi viscidi personaggi, privi di spina dorsale, tentano di ostacolare la nostra ferma volonta’ di difendere tutto cio’ che ci appartiene, senza scendere a compromessi, senza mai chinare la testa, rispecchia il vuoto che da sempre circonda le misere esistenze di chi campa da infame. Nessuno pensi che questa voglia essere una sterile lagnanza riguardo ad una situazione che, oggettivamente, e’ comunque diventata insostenibile: sappiamo chi siamo e quello che facciamo, ma soprattutto, siamo consapevoli dei rischi che corriamo, consapevoli anche di pagare un prezzo quasi sempre troppo alto, non tanto per quello che ci addebitano, ma per quello che rappresenta, per certi soggetti, il nostro libero pensiero. Quando poi ci capita di vivere ancora giornate come quella contro l’Ascoli, ci prendiamo quello che viene a denti stretti, senza rimpianti, ma siamo sicuramente con la coscienza a posto. Chi abusa della propria posizione solo perche’ indossa una divisa, adottando beceri strumenti repressivi per nascondere la propria incompetenza o, peggio ancora, per far carriera, puo’ dire lo stesso? La risposta, crediamo, sia fin troppo facile, cosi come crediamo sia doveroso schierarsi al fianco di questi ragazzi, esprimere vicinanza e solidarieta’ a tutti i diffidati, a chi sta scontando una pena ed e’ privato della propria liberta’, a coloro che sono colpevoli esclusivamente di aver difeso la nostra citta’ e la dignita’ di un’intera tifoseria, colpevoli di averci messo come sempre la faccia, il cuore, i coglioni. Ci rivolgiamo soprattutto a chi vive la curva non solo come un semplice settore dal quale assistere ad una partita di pallone, ma che si sente partecipe del destino della Est. Dimostriamolo con i fatti, con la presenza, con la voce, come siamo abituati a fare. Solo cosi onoriamo gli sforzi ed i sacrifici di chi oggi vorrebbe stare in mezzo a noi ma non ha la possibilita’ di farlo, aspettando il giorno in cui potremo finalmente riabbracciarci tutti insieme sui gradoni che da sempre hanno visto come unica protagonista la nostra inesauribile passione.
E statene certi… TORNEREMO PEGGIO DI PRIMA!