NON C'E' FEDE SENZA LOTTA

LA GENESI DELLA REPRESSIONE

NOI DA NOVE ANNI CONOSCIAMO LA VERITA'!

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DAVIDE LIBERO











GIUSTIZIA PER DAVIDE BIFOLCO

 

TRATTO DA "NON C'E' FEDE SENZA LOTTA" N°77

 

 

Giovedi’ 2I Aprile, presso il tribunale di Napoli c’e’ stato l’ultimo atto del processo di primo grado per omicidio colposo, nei confronti del carabiniere che circa due anni fa uccise il giovane Davide Bifolco, al rione Traiano. Quattro anni e quattro mesi di condanna per il carabiniere, tale Giovanni Macchiarolo, e con l’aggravante di 5 anni di interdizione dai pubblici uffici, almeno non si vedra’ in giro con la divisa. Il massimo della pena per l’omicidio colposo, ma il problema e’ proprio nel capo d’imputazione. Lungi da noi qualsivoglia giustizialismo, ma a conti fatti questo signore, che per dovere di cronaca, ricordiamo, che da vero professionista si piego sulle gambe, prese la mira e sparo freddamente alle spalle di un ragazzino di sedici anni disarmato, ha avuto lo stesso capo d’imputazione che rimedia chi investe involontariamente un pedone. Bisognerebbe guardare il bicchiere mezzo pieno e pensare che tante altre storie come quelle di Davide non hanno avuto un processo, ma bisognerebbe raccontarlo alla mamma di Davide, che ha un altro figlio in galera per furto, che si e’ preso una condanna di 5 anni. Bisognerebbe forse spiegare a questa donna che la merce rubata vale piu’ della vita di suo figlio? Le chiacchiere stanno a zero, e come ci ostiniamo a ripetere in quest’ultimo anno, riflessioni negli anni su queste vittime di abusi ne abbiamo fatte a bizzeffe, sull’equita’ giudiziaria che ogni vittima meriterebbe, ma non riceve, e quando si riesce ad avere almeno uno straccio di processo, il quale passa, sempre, attraverso la lotta di famiglie caparbie, contro tutto l’apparato statale. Quel poco, che qualcuno si azzarda anche a definire giustizia, e come dare a bere ad un assetato con il contagocce. In una societa’ dove gli urli dei costernati, scandalizzati, indignati toccano ogni sfera, riempiono le pagine dei social-network, dove si fa a gara a strofinare la coscienza con l’accettazione di un pollice verso. Pensando di poter cambiare qualcosa, come chiedere all’acqua di tornare sui monti quando e’ arrivata al mare. Il cambiamento avviene dal basso, salta il banco, ribalta il sistema, nessuno chiama la carica, si accendera’ come miccia nelle consapevolezze di ognuno. Noi abbiamo gia’ le nostre. E voi?