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LUCA FANESI RIDOTTO IN FIN DI VITA DALLE MANGANELLATE DELLA POLIZIA. IL GIP ARCHIVIA

 

FONTE: Fanpage

 

 

Il Gip del Tribunale di Vicenza ha accolto la richiesta di archiviazione formulata dai pubblici ministeri titolari dell’inchiesta sul ferimento del tifoso della Sambenedettese Luca Fanesi avvenuto il 5 novembre 2017 fuori dallo stadio Menti di Vicenza alla fine della partita Vicenza – Samb. Il giudice per le indagini preliminari ha rigettato le richieste avanzate con atto di opposizione dall’avvocato Fabio Anselmo.

Luca Fanesi, 45 anni, è un tifoso della Sambenedettese – squadra di calcio di serie C – finito in coma il 5 novembre del 2017 al termine della partita Vicenza – Samb, quando tra le due tifoserie rivali si verificarono dei disordini sedati da un intervento della polizia. Luca non prese parte a quei tafferugli ma venne gravemente ferito alla testa e – soccorso – ai medici dell’ambulanza raccontò di essere stato manganellato dagli uomini delle forze dell’ordine in assetto antisommossa. Poi finì in coma per un mese. Quei colpi avrebbero causato al 45enne la “frattura a decorso longitudinale della mastoide di destra, una frattura peritura lamboidea di destra estesa alla squama dell’occipitale, una frattura della squama del temporale di destra e una frattura delle ali dello sfenoide di destra e della parete laterale destra del seno sferoidale”. Nel referto medico inoltre si faceva riferimento a un ematoma dello spessore di 11 millimetri nella parete occipitale destra e di “focolai contusivo-emorragici in sede fronto-vasale”. La Questura vicentina affermò che Fanesi era caduto accidentalmente urtando la testa su un cancello, circostanza smentita da alcuni testimoni che riferirono di aver visto degli agenti sferrare delle manganellate.

 

 

I familiari di Luca Fanesi: “Vogliamo giustizia”

Per questo la decisione del GIP di archiviare il caso suona ai familiari di Luca Fanesi come una beffa. Max, suo fratello, ha commentato la decisione del giudice: “Il decreto di archiviazione contiene tanti e tali errori nella ricostruzione dei fatti e degli atti che non ci consente in alcun modo di mettere la parola fine a quanto successo a Gianluca. Le testimonianze di alcuni tifosi vengono travisate dal Gip per affermare che Gianluca non è stato colpito dagli agenti, quando invece i testimoni hanno semplicemente detto che dalla loro posizione non hanno visto o non potevano vedere. E’cosa ben diversa dall’affermare che molti testi ‘hanno visto’ che non è stato colpito”.

“Il Gip – continua Fanesi – sbaglia anche nel leggere le stesse relazioni della Digos: troppe volte il Gip afferma che determinati testi non sono nemmeno stati individuati sul posto tramite i filmati e sarebbero quindi inattendibili, mentre invece le stesse indagini della Digos li hanno individuati e collocati proprio dove i testi avevano detto di trovarsi. Sbaglia anche e grossolanamente purtroppo quando afferma che noi avremmo individuato Gianluca nel soggetto che nel video avrebbe le mani alzate: nel nostro atto di opposizione abbiamo scritto proprio il contrario, dando anche un nome a questa persona. Peraltro negli stessi termini della Digos che ha compiuto le indagini.
A tacere del fatto che dalle indagini era emerso che Gianluca aveva detto ai sanitari di aver ricevuto una manganellata,circostanza estremamente rilevante che si è scelto di non approfondire senza dare alcuna giustificazione”.

Max Fanesi contesta inoltre il fatto che il giudice non abbia disposto alcun accertamento medico e non si sia “confrontato nemmeno con le immagini del volto di Gianluca riprese dai filmati che testimoniano tumefazioni al volto, oltre che la ferita alla testa. È un provvedimento del tutto inidoneo a rendere giustizia di quanto è successo e precorreremo tutte le strade nazionali ed europee affinché a quanto accaduto a mio fratello sia restituita verità e giustizia”. A difendere Luca fanesi è Fabio Anselmo, legale che ha seguito anche il caso di Stefano Cucchi.

 

 

Davide Falcioni