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Il capo della Polizia vuole più presepi … per integrare gli immigrati

 

FONTE:aduc.it

 

Un’eloquente manifestazione di sovranismo… ergo : o diventano cattolici o via altro che discriminazione, non è invocazione della selezione della “razza religiosa” che ricorda l’inquisizione?

“Diffido di quelli che non fanno presepi o non espongono simboli del proprio credo religioso, perche’ questo in qualche modo potrebbe suscitare qualche reazione di altri cittadini. Io credo che la salvaguardia dei valori e della propria identita’ sia la precondizione della salvaguardia del proprio territorio”. Lo ha detto il capo della Polizia, Franco Gabrielli  ad Asti, parlando di immigrazione. Secondo Gabrielli “il presidio del territorio e’ la prima condizione della possibilita’ di una corretta integrazione, perche’ se noi spopoliamo il territorio, lo deantropizziamo rispetto agli autoctoni portatori dell’identita’, noi non favoriamo alcuna politica d’integrazione, perche’ gli stranieri tendono ad enclavizzarsi e la precondizione di qualsiasi politica di integrazione e’ il mantenimento della identita’ delle radici e dei valori che ogni territorio esprime”.

“Gabrielli diffida di chi non fa presepi e non espone i simboli del proprio credo religioso ‘a salvaguardia del proprio territorio’ e pensa che di fronte alle sfide dell’integrazione nell’Italia multietnica e multireligiosa vada in ogni modo preservata ‘l’identita’ degli autoctoni’. Noi pensiamo che l’Italia debba diffidare di un Capo della Polizia come Gabrielli, che non trova nulla di meglio che dare voce e copertura per cosi’ dire ‘ufficiale’ alla retorica etno-nazionalista e all’uso politico della religione”. Cosi’ in una nota il membro della Direzione di Piu’ Europa, Carmelo Palma, sulle parole pronunciate quest’oggi dal Capo della Polizia Franco Gabrielli. “Il capo della Polizia neppure se ne rende conto – prosegue Palma – ma le sue gravissime parole sono esattamente il fondamento sulla base del quale le minoranze cristiane in Africa e in Asia subiscono discriminazioni e persecuzioni, proprio perche’ considerate estranee all’identita’ religiosa e civile degli autoctoni. Noi, al contrario, continuiamo a pensare che non vada rottamato il principio liberale della laicita’ dello stato e della liberta’ religiosa come fondamento delle politiche di integrazione, senza nulla concedere ne’ al separatismo religioso rivendicato dagli islamisti, ne’ all’esclusivismo religioso predicato dai cristiani da Papeete, come l’ex titolare del Viminale, di cui il capo della Polizia condivide a quanto pare il pensiero”, conclude Palma.