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La pizzeria Italia e una ipocrisia tutta italiana

 

Fonte www.dodicesimouomo.net

 

Galliani alla Gazzetta dello Sport dice che il calcio italiano da ristorante di lusso è diventato una pizzeria. La rosea riporta (come da foto) l'articolo a tutta pagina, senza un rigo di critica, anzi ci scrive “allarme”. Se non ci fosse da piangere sarebbe una prima pagina degna del Vernacoliere, perché raccolgono il grido di “allarme” di uno tra coloro che il calcio italiano lo ha distrutto e perché forse fino ad oggi erano troppo impegnati a raccontarci che il nostro campionato è il più bello del mondo per capire che il calcio italiano sta affondando, anche per mano di Galliani.
Abbiamo letto con piacere che qualche giornalista non si è limitato a riportare soltanto l'intervista di Galliani ma la ha commentata. E naturalmente i commenti non possono essere che negativi. Scrive Pippo Russo sul Fatto Quotidiano:

 

Il geom. Galliani è un marziano appena sbarcato sulla Terra – e incidentalmente in Italia –, o è lo stesso Adriano Galliani che da un quarto di secolo è uno dei massimi dirigenti del calcio italiano? È mica lui lo stesso Galliani che è stato presidente della Lega di Serie A e B dal 2002 al 2006? Perché, se così fosse, allora per quel declino di cui parla dovrebbe accusarsi, anziché figurarlo come se fosse un tiro del destino cinico e baro.
La replica di Zamparini a Galliani è da 10 e lode: "Galliani ha detto che da ristorante di lusso siamo diventati una pizzeria? Io sono sempre stato in pizzeria, al ristorante di lusso ci stava lui e pochi altri - ha replicato il patron rosanero - Il problema in Italia è il solito, la mancanza di meritocrazia che allontana gli investitori che sanno che anche arrivando primi non prenderanno mai soldi che prendono i soliti noti".


Chiudiamo con Zazzaroni, non certo il “giornalista d'assalto” ma stavolta non si poteva e non si doveva tacere: “Il calcio italiano da ristorante di lusso a pizzeria”. Così Adriano Galliani dalla Cina con stupore. Con stupore, certo, il nostro: perché se a dire certe cose è l’ex presidente di lega e da almeno vent’anni uno degli uomini forti del sistema, il minimo che possiamo fare è sorprenderci. Chi l’ha ridotto così? Noi, la politica o la casta dei presidenti che attraverso le tv a pagamento ha pensato soltanto a ridurre i debiti che accumulava sbagliando scelte, uomini, strategie? Abbiamo stadi che fanno schifo, biglietti carissimi, abbonamenti resi inutili dai calendari mobili, rose di trentacinque giocatori e l’ad del Milan si mette ad abbaiare alla luna.
L’Italia ha problemi più importanti, la casa brucia, lo so: ma relativamente al pallone non esiste nemmeno l’ipotesi di una manovra di rilancio, uno sforzo di “coesione nazionale”, manca la volontà di fare qualcosa - ancora oggi non sappiamo se il campionato partirà il 27 perché qualche presidente si è rimangiato la parola data. Non siamo diventati una pizzeria ma una mensa aziendale: in pizzeria si mangia spesso bene e con poco, nel nostro calcio si mangia malissimo e i costi sono quelli del ristorante di lusso.