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Cavese-Brindisi: uno spareggio condizionato dai palazzi del potere

 

FONTE:Sport People

 

La sensazione, leggendo le notizie presenti sulla rete nell’ultima settimana, è che il peso delle decisioni relative a questo importantissimo spareggio promozione per la serie C tra Cavese e Brindisi, sia ricaduto più sulle spalle di Prefetture, Questure e Sindaci di mezza Italia (passando anche per l’onnipresente Osservatorio sulle Manifestazioni Sportive), piuttosto che su quelle della Lega Nazionale Dilettanti e delle due società sportive protagoniste dell’evento.
Quantomeno, è ciò che traspare alla luce dei fatti.
Si comincia con la spasmodica ricerca di uno stadio idoneo a rispettare i criteri stabiliti dalla LND, ossia un impianto al di fuori delle regioni di appartenenza delle due squadre interessate, che abbia una capienza di almeno diecimila posti, che sia il più possibile equidistante dalle rispettive città e da queste comodamente raggiungibile.
Comincia così la caccia allo stadio, tra ipotesi che si rincorrono di ora in ora e richieste (vere o presunte) di disponibilità che hanno toccato molteplici località del Centro-Sud.
Inizialmente, si parla di Pescara, che viene data come sede certa dello spareggio già nelle ore successive al termine dell’ultima giornata di campionato disputata Domenica 7 Maggio.
Poi, raccolto il rifiuto da parte delle autorità pescaresi, ecco spuntare altre ipotesi.
Campobasso, che però presenta una capienza molto limitata, con diversi settori dello stadio ancora inagibili;
San Benedetto del Tronto, da cui giunge un rapido e secco rifiuto;
L’Aquila, idem come sopra;
Perugia, forse più una voce circolata in rete che non un’ipotesi realmente presa in considerazione;
Cosenza, che rispetterebbe tutti i criteri stabiliti dalla LND (ma su cui aleggia il fantasma di vecchie ruggini tra la tifoseria locale e quella Cavese) e, seppure in misura minore, si chiama in causa anche Crotone.
In tutti questi casi, laddove è dato sapere che ci siano state effettive richieste di disponibilità, pare che l’abbiano fatta da padroni le rispettive Prefetture e Questure che, per vari motivi, hanno negato la disponibilità ad ospitare lo spareggio o, quantomeno, ne hanno segnalato l’inopportunità.
Ad un certo punto, salta fuori l’ipotesi di giocare a Matera dove, se è pur vero che lo stadio cittadino ha una capienza di soli settemila posti, è altrettanto vero che chi lo gestisce, ossia il Matera calcio, pare propenso a metterlo a disposizione per ospitare la sfida tra Cavese e Brindisi.
Disponibilità che però viene meno il giorno successivo, quando ormai si attendeva solo l’ufficialità della notizia, addirittura direttamente per bocca del primo cittadino della città dei Sassi, che nega di aver mai manifestato la disponibilità della sua amministrazione ad ospitare l’evento calcistico.
E così, a soli quattro giorni dal fatidico spareggio, ecco che Cavese e Brindisi si ritrovano di nuovo al punto di partenza .
Ma all’improvviso, nel pomeriggio di Mercoledì, ecco spuntare una nuova ipotesi.
Vibo Valentia, con uno stadio da soli seimila posti suddivisi tra tribuna, gradinata ed una sola curva.
Quella che all’inizio sembra essere solo una delle tante ipotesi che si rincorrono sul web, col passare delle ore prende sempre più forma come possibile soluzione definitiva.
Fino all’arrivo della ufficialità, nella giornata di Giovedì, a soli tre giorni dallo spareggio, laddove ormai da più parti si levano voci di protesta e si chiede il rinvio della partita tra Cavese e Brindisi.
Sì, perché giustamente c’è chi si domanda se, piuttosto che andare in deroga rispetto a quanto stabilito dalla LND in merito alle caratteristiche dell’impianto di gioco ospitante, non sarebbe a questo punto più giusto giocare lo spareggio su una doppia partita di andata e ritorno, sui rispettivi campi di Cava e Brindisi.
Anche perché, ribadiamolo, lo stadio di Vibo Valentia ha solo seimila posti, dista quasi quattrocento chilometri dalle due città ed è raggiungibile solo in bus ed auto.
Ma il peggio deve ancora venire e, infatti, come un’ennesima doccia fredda ecco arrivare l’ennesima decisione anti-tifosi da parte dei palazzi del potere.
I biglietti a disposizione per ciascuna tifoseria saranno solo poco più di millecinquecento.
Ancora una volta sono le presunte ragioni di ordine pubblico a farla da padrone rispetto alle volontà di una Lega Nazionale Dilettanti che non sembra avere più alcuna voce in capitolo, così come le due società calcistiche direttamente coinvolte nella faccenda.
Da Cava e da Brindisi sale l’indignazione dei tifosi e, attraverso internet ed i social, si fa strada un’ipotesi che sembra essere condivisa dai più ed è confermata dai fatti degli ultimi giorni.
Ossia la sensazione che la scelta di Vibo Valentia come sede dello spareggio e la conseguente limitazione a soli tremila spettatori in totale (su una capienza di seimila posti disponibili) sia dovuta alla volontà di accogliere il minor numero possibile di tifosi per avere un maggior controllo dell’ordine pubblico da parte degli operatori che saranno impegnati per l’occasione.
Del resto, tremila persone sono molto più gestibili e controllabili rispetto agli almeno diecimila inizialmente ipotizzati dalla LND.
E soprattutto, hanno un costo di gestione più basso.
Un mettere le mani avanti, da parte di chi dovrà gestire il tutto, forse “preventivamente” eccessivo, considerato il fatto che nei precedenti incontri disputati quest’anno tra Cavese e Brindisi, le due tifoserie non hanno mai creato incidenti, malgrado l’importanza della posta in palio, soprattutto in occasione della partita di ritorno che si è disputata nella città pugliese solo due settimane prima di questo spareggio.
In tutto questo, a rimetterci, saranno solo e soltanto i tifosi Cavesi e Brindisini, costretti a subire l’ennesima decisione che ne limita la libertà di movimento e di espressione, ancora una volta a scopo preventivo.
Quegli stessi tifosi che, ci auguriamo, con il loro comportamento, con il loro calore e la loro passione, sapranno dare vita ad un’ennesima giornata di festa, dimostrando a chi siede ne lle stanze dei bottoni l’inutilità e la pretestuosità delle loro decisioni.

 

Giangiuseppe Gassi