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Genova G8: De Gennaro istigò alla falsa testimonianza. Condannato a 1 anno e quattro mesi

 

Un anno e quattro mesi per il Capo, Gianni De Gennaro. La Corte d'Appello di Genova ha ritenuto che le prove erano bastanti, che quand'era capo della polizia istigò alla falsa testimonianza l'ex questore dei tempi del G8. Due mesi di meno all'altro imputato, l'ex capo della Digos cittadina e ora vicequestore vicario di Torino, Spartaco Mortola. Il pg Pio Macchiavello aveva chiesto due anni di reclusione per De Gennaro e un anno e quattro mesi per Mortola dopo l'esito, scandaloso per chi subì i massacri della Diaz e gli arresti illegittimi di quella notte. Nell'ambito delle indagini sulle false molotov, Mortola fu intercettato mentre chiacchierava con Colucci il quale gli riferiva i complimenti del capo dopo la sostanziale ritrattazione di fronte ai pm che indagavano sulla Diaz. In pratica a Colucci fu consigliato di non fare menzione delle telefonate di quella sera col Viminale per non rivelare la catena di comando e il ruolo del futuro Negroponte nella repressione con cui si chiusero le tre giornate del luglio. E’ stata quindi ribaltata la sentenza di assoluzione in primo grado sia a suo carico di De Gennaro che di Mortola, ex capo della Digos di Genova e attuale vice questore vicario di Torino.
«Perché non pensare che la sentenza di primo grado non era giusta? L’appello serve anche a questo». E’ questo il commento del pubblico ministero Enrico Zucca che insieme al collega Francesco Cardona Albini aveva indagato il prefetto Gianni De Gennaro e il vicequestore vicario Spartaco Mortola. Zucca si è allontanato dal Palazzo di giustizia di Genova subito dopo la lettura della sentenza che ha ribalato l’assoluzione in primo grado. «Finalmente si è dimpstrato che siamo tutti uguali davanti alla legge», ha detto dopo la sentenza Laura Tartarini, avvocato di parte civile in questo procedimento.
“ Era evidente a tutto il mondo che i massacratori della Diaz non potevano aver agito da soli e che i vertici della polizia non potevano non sapere. La condanna di De Gennaro e Mortola evidenzia queste responsabilità della catena di comando e palesa i tentativi di depistaggio per impedire che si facesse luce sui gravissimi fatti di Genova del luglio 2001.” E’ quanto afferma Alfio Nicotra, responsabile Movimenti del Prc e all’epoca dei fatti tra i portavoci del Genoa Social Forum.
“Adesso chiediamo che nei confronti dei due condannati – conclude Nicotra – siano usati gli stessi criteri utilizzati quando in casi analoghi si trovano funzionari e dipendenti pubblici. E’ impensabile che continui ad esercitare la sua funzione di Direttore del Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza un personaggio che ha istigato un questore alla falsa testimonianza. Motivi di precauzione non possono che indurre il Governo alla sospensione dall’incarico anche se sarebbe preferibile che fosse lo stesso Gianni De Gennaro a rassegnare le dimissioni . Ma questo richiederebbe un senso dello Stato che,fino ad oggi sulla vicenda di Genova, è sempre mancato all’ex capo della polizia.”
Ora il Capo si dovrebbe dimettere, lo chiedono anche altri due tra gli ex portavoce del social forum, Agnoletto e Muhlbauer e un europarlamentare, De Magistris, a cui qualcuno dovrebbe spiegare che il suo leader di partito, Di Pietro, sarebbe stato colui che pose la pietra tombale sull'ipotesi di una reale inchiesta parlamentare. In Liguria, l'Idv è capitanata da uno dei robocop che si scagliarono contro un corteo pacifico che contestava Otto dannosissimi Grandi. Uno che giura di non aver compreso la sentenza è tale Ascierto Filippo, ex carabiniere, allora deputato e responsabile per An dei rapporti con le forze dell'ordine. Gran fustigatore di centri sociali e amico di siti negazionsti (link spariti subito dopo la denuncia sulla stampa) Ascierto ci tiene a far sapere che De Gennaro è una brava persona. Dal canto suo, il giorno prima della Diaz, lui era con Fini nella sala operativa dei carabinieri mentre un drappello dell'Arma attaccava, anche con armi improprie, un corteo regolarmente autorizzato. Nel corso di quegli scontri, un ex collega di Ascierto sparò in mezzo agli occhi di Carlo Giuliani.
Le sentenze di secondo grado per i maxi-processi del G8 si sono chiuse con condanne nei confronti della polizia. Tutti colpevoli i 44 imputati [funzionari, agenti, ufficiali dei carabinieri, guardie carcerarie, militari, medici] per le torture alla caserma di Bolzaneto, dove vennero portati almeno 252 manifestanti fermati durante gli scontri di piazza. Sono stati giudicati colpevoli anche i responsabili e i mandanti del massacro alla Diaz, a partire dai vertici del ministero dell’interno come Giovanni Luperi, oggi responsabile dei servizi segreti all’Aisi, l’ex Sisde e Francesco Gratteri, oggi capo dell’Antiterrorismo [per entrambi 4 anni di reclusione]. E’ stato invece condannato a cinque anni a Vincenzo Canterini, all’epoca numero uno del reparto mobile, la polizia antisommossa romana.