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TESSERA DEL TIFOSO!! Ovvero: perché l’anno prossimo non rinnoverò l’abbonamento

 

Su un giornalino scolastico (Istituto Visconti), un interessante ed evoluto articolo sulla Tdt.

 

Che tu sia della Roma, della Lazio o della Cisco Roma, dall’anno prossimo se vorrai abbonarti allo stadio e seguire la tua squadra in trasferta dovrai avere la Tessera del Tifoso.
Ma che cos’è? Risponde il ministro Maroni: “E' uno strumento importante per garantire che chi vuole andare allo stadio per vedere una partita possa farlo in tutta tranquillità e sicurezza” . Ma basta leggere la risposta alla FAQ “Che cos’è la tessera del tifoso?” sul sito dello stesso Ministero Dell’Interno per averne una definizione del tutto diversa: “La 'Tessera del tifoso' è una card dedicata a tutti i tifosi di calcio e rappresenta il segno della appartenenza; fornisce servizi e vantaggi per coloro che vanno allo stadio; vuole essere uno strumento di fidelizzazione fra i tifosi e le squadre. La tessera è rilasciata, su richiesta, dalla società sportiva dopo il 'nulla osta' della questura competente.” .
Dunque, che cos’è? Un provvedimento per arginare l’ondata di violenza nel mondo del calcio o un servizio che il Ministero offre ai tifosi per farli sentire ancora più tifosi?
Ricordiamoci che il progetto è espresso in una semplice circolare interna al Ministero Dell’Interno, e ovviamente ogni società è tenuta ad aderirvi per non incorrere in restrizioni da parte del Ministero. Tuttavia la TdT non è passata per il Parlamento. Insomma, Montesquieu potrebbe anche sentirsi un po’ offeso, vedendo che la sua dottrina della tripartizione dei poteri, uno dei fondamenti dello stato di diritto occidantale, in Italia rappresenta un ostacolo da aggirare.
Per descrivere meglio la situazione, prendiamo come esempio una realtà più precisa e a noi più vicina: quella dell’A.S. Roma. In cosa consiste la Tessera del Tifoso giallorossa, ovvero la A.S. ROMA CLUB PRIVILEGE CARD? E’ un bancomat con sopra la lupa capitolina e la tua foto, che ti permette di poter comprare biglietti e abbonamenti con i soldi che ci carichi sopra (addio amato biglietto cartaceo!). Inoltre, più gadget e magliette comprerai nei negozi della Roma e più avrai punti che ti permetteranno di vincere concorsi. Così potrai affermare che, pur non essendo mai stato allo stadio, dopo aver svuotato il Roma Store di piazza Colonna sei tu il più romanista della Capitale! Inoltre avrai il diritto di saltare le code per entrare all’Olimpico, rinomate in tutto il mondo per la loro interminabilità (tra l’altro: qualcuno ha per caso visto all’Olimpico delle vie preferenziali di accesso ai settori?).
Vi chiederete: ma il progetto non serve anche ad arginare la violenza? Come può un bancomat fermare gli impeti distruttivi degli ultras italiani? Senza dilungarmi sul perché è un bancomat (ogni squadra si sceglie la sua banca: lascio tutto ai vostri sospetti maligni), sono lieto di presentarvi la tecnologia RFID. CHEEE? Radio Frequenza Identificazione a Distanza, ovvero un chip che, di solito montato su mandrie e merci, permette di seguirle a distanza ovunque, e così accadrà per noi. Ma non siamo forse nell’era del “tutti contro le violazioni della privacy su Facebook”? Eppure chissachì potrà sapere perfettamente ogni nostro movimento, dato che la Tessera sarà tenuta sempre appresso: è una carta di credito! (Tutto torna!).
Ma veniamo al piatto forte: il rapporto con il DASPO. Come saprete è il Divieto di Accedere alle manifestazioni SPOrtive, e viene rifilato per un massimo di 5 anni a chi commette allo stadio atti che vanno dall’accendere un fumogeno allo scontro violento.
Prima bestialità: dopo aver rimediato e poi scontato un DASPO (anche prima della nascita della TdT), io non potrò mai avere la Tessera del Tifoso , dunque non potrò né abbonarmi né andare in trasferta. Ma allora… se una volta scontato un DASPO perdo comunque il diritto di seguire costantemente la mia squadra, è una pena eterna. Un ergastolo calcistico, se si può dire così, che per tutta la mia vita mi farà saltare minimo metà delle partite della mia squadra.
Volete un esempio? A 15 anni, compro un biglietto in Distinti Sud e poi scavalco la vetrata per andare in Curva, per prendere parte al tifo attivo per la mia squadra, passando da un settore più caro a uno meno caro (chi non conosce qualcuno che l’abbia fatto?). Mi riprendono le telecamere, e mi becco il DASPO (si può dare ai maggiori di 14 anni). A 50 anni, 36 anni dopo, io ancora non potrò andare in trasferta, ancora non potrò essere abbonato, perché da “pischelletto” ho scavalcato un muro allo stadio, per amore della mia squadra. Pena irreversibile. Dov’è la correzione? Dov’è la reintegrazione? All’assurdità di tali provvedimenti si oppone persino la Costituzione: “Nessuno può essere punito se non in forza di una legge che sia entrata in vigore prima del fatto commesso” . Anticostituzionale. La paraculata -scusate il francesismo- sta nel fatto che, come abbiamo detto prima, il progetto Tdt non è in una legge!
Seconda bestialità: al momento dell’autocertificazione, sul modulo devo indispensabilmente dichiarare di “non essere comunque condannato, anche con sentenza non definitiva (ovvero terzo grado di giudizio, nda), per reati commessi in occasione o a causa di manifestazioni sportive”. Ovvero, se ho un processo del genere in corso, non posso avere la Tessera. Costituzione: “L'imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva.” . Anticostituzionale.
Una volta venuti a conoscenza di tutto ciò, è difficile restare impassibili. L’ambiguità di questa tessera è la sua forza: gli aspetti di fidelizzazione e quelli di identificazione si nascondono a vicenda, creando una cortina fumogena.
I concorsi a punti, gli sconti, i premi nascondono il fatto che i “privilegi” concessi dalla Tessera (quella della Roma si chiama addirittura Privilege Card), non sono altro che i nostri (ormai ex) diritti, che ci sono stati tolti e che ci vengono redistribuiti secondo un principio che si profila più come un ricatto, che come una campagna di fidelizzazione.
D’altro canto, nel clima di terrore generale, la garanzia di sicurezza allo stadio nasconde quello che è un accordo economico (roba da decine di migliaia di nuove carte di credito) che ogni società di calcio firma con una banca a sua scelta.
Ma d’altronde cosa aspettarsi da un Ministero che sul proprio sito, nella pagina di presentazione della Tessera del Tifoso, nemmeno accenna al fatto che questa carta sarà dotata di tecnologia RFID, e che quindi potremo essere seguiti a distanza?
Disse Benjamin Franklin: “Chi è pronto a dar via la propria libertà fondamentale per acquistare un po’ di temporanea sicurezza non merita né la libertà né la sicurezza.”. E allora perché dar via le nostre libertà fondamentali e non mantenere la dignità?
E’ bello essere abbonati, è bello essere sicuri di poter vedere ogni partita della propria squadra. Ma la nostra libertà naturale non è solo bella, ma è indispensabile. E sinceramente ci fidiamo più della Costituzione che del ministro Maroni.
Noi che non facciamo la tessera in casa compreremo di volta in volta i biglietti, e per le trasferte ci presenteremo fuori dallo stadio, in tanti, e se non ci faranno entrare la partita la guarderemo al pub.
Lo faremo per amore della nostra squadra, qualsiasi essa sia, ma soprattutto lo faremo perché prima di essere tifosi siamo esseri umani.

 

Valerio Curcio