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Tessera tifoso, no delle curve Nord e Sud

 

Tratto da "Il Messaggero".

 

ROMA (19 luglio) - Il ministro dell’Interno Roberto Maroni ha dichiarato più volte che «la Tessera del tifoso servirà a riportare le famiglie allo stadio». Per ora, l’unico dato certo è che 33 curve italiane la prossima stagione boicotteranno la tessera del tifoso, facendo a meno dell’abbonamento per le partite casalinghe, e rinunciando a seguire la propria squadra nel settore ospiti, in occasione delle trasferte. Perché «prima che tifosi – dicono - siamo liberi cittadini». Così, a Roma, la protesta ha contagiato tutti, dagli ultrà delle due curve ai tifosi della tribuna Monte Mario, passando per i clubs. Qualcuno alla fine si è arreso alla passione e la card l’ha fatta. Tanti altri per ora no. Ma tutti, almeno a livello ideale, contestano la circolare del ministero dell’Interno, che invita, ma non obbliga le società calcistiche a introdurre la Tessera del tifoso. Strumento al quale non possono accedere i soggetti attualmente diffidati e tutti coloro i quali hanno subito condanne in primo grado per reati da stadio.
Tutta la città contro la Tessera. Le due curve, la Nord laziale e la Sud romanista, entrambe contrarie, hanno scelto strade diverse ma convergenti. Nell’universo più moderato dei clubs, invece, le sfumature delle posizioni assunte da ciascuna sigla sono più sottili. Ma nel complesso, a compiere le scelte più nette e radicali, sono stati i tifosi della Lazio.

Roma: la mobilitazione della Sud. In casa romanista le valutazioni sono discordanti. I gruppi della Sud hanno boicottato l’”As Roma privilege card” dando vita a una raccolta degli abbonamenti della passata stagione che si è conclusa il 12 luglio scorso, a cui hanno aderito duemila persone. Una maniera per “contarsi” e per aiutarsi a vicenda, quando si tratterà, la prossima stagione, di trovare i biglietti per ogni singolo match. «Non lo neghiamo – dice una voce interna alla sud – ci aspettiamo una qualche forma tutela da parte della società». Un gesto «dovuto», come hanno fatto le dirigenze di Genoa e Sampdoria, che hanno voluto garantire agli abbonati dello scorso campionato il diritto di prelazione per i biglietti degli incontri casalinghi, assicurando lo stesso posto e lo stesso settore indicato sul vecchio abbonamento. Un discorso che alla Roma non sembra interessare: da Trigoria fanno sapere che per ora si esclude ogni possibilità di provvedimenti analoghi.

La voce dei club. Per l’Associazione italiana Roma clubs (Airc), «la Tessera del tifoso è inutile – sottolinea il presidente Francesco Lotito – Tuttavia è uno strumento indispensabile per poter continuare seguire la nostra squadra: non abbiamo avuto altra scelta che sottoscriverla, ma senza obbligare nessuno dei nostri 20 mila iscritti». Più decisa la reazione dell’Unione tifosi romanisti (Utr). «E’ uno strumento odioso e liberticida – dice il presidente Fabrizio Grassetti – Molti nostri affiliati non la sottoscriveranno. Ma abbiamo lasciato libera scelta a ciascuno. Personalmente non ho potuto farne a meno. E come se qualcuno ti rapisse una persona cara e poi ti contattasse chiedendoti il riscatto. Che fai non paghi? Io non riesco a star lontano dalla Roma». Un ragionamento che non convince la Sud, la quale avrebbe voluto man forte nella lotta alla card: «Possiamo capire che cedano i clubs lontani da Roma – rispondono dalla curva – Ma la maggioranza dei 60 mila affiliati all’Utr, non avrebbe problemi a reperire i biglietti settimanalmente». Così, mentre il rapporto tra le varie componenti della tifoseria si incrina, lo stadio si svuota. Il dato ufficiale parla di 15 mila tessere sottoscritte, a fronte dei 24 mila abbonati nella passata stagione. Al numero delle tessere, indispensabili per sottoscrivere l’abbonamento, dovrebbe grosso modo corrispondere quello dei futuri abbonati.

Lazio, addio Curva nord? Sul fronte laziale è tutto più confuso. O forse molto chiaro, dipende dai punti vista. La carta “Millenovecento” è stata presentata il 21 giugno, ancora non sono disponibili dati, ma la Curva Nord ha già fatto al propria scelta. «A fronte dell'ennesimo scempio perpetrato per far disamorare i tifosi e allontanare la gente dagli stadi – recita un comunicato - abbiamo dolorosamente raggiunto la decisione di scioglierci e lasciare quella che per tutti noi è da sempre una seconda casa: la Curva Nord dello stadio Olimpico. Sbaglia chi pensa che abbiamo accettato il fatto che il sistema calcio non ci vuole più. Siamo noi a non volerlo più! Ma non spariremo, perché la Lazio siamo noi. Continueremo dunque a sostenere la nostra Lazio allo stadio, finché sarà possibile farlo, ma senza aderire alla tessera del tifoso».

Il contro-comunicato dell’ex leader Irriducibili. Sulla questione si è espresso, con un contro-comunicato il leader dell’ex gruppo guida della Nord, gli Irriducibili: «Lotteremo per esporre i nostri simboli in ogni stadio d’Italia», aveva risposto il 13 luglio scorso Fabrizio Toffolo, salvo poi precisare che «nessuno intende aderire alla tessera del tifoso». Per capire dove, come e quando torneranno a farsi vivi gli “Ultras laziali” occorrerà dunque attendere la prima partita in vendita libera. «Ad oggi – conferma Gianluca Tirone, uno dei punti di riferimento della Nord – è giusto dire basta, per una questione di libertà personale».

Proposte dalla tribuna. Chissà, forse gli ultras si sposteranno in Tevere, accanto all’associazione Sodalizio biancoceleste (novemila iscritti) che a differenza di Airc e Utr, ha scelto di non fare la tessera, ma di acquistare settimanalmente i tagliandi. Tanto che nei giorni scorsi, l’associazione ha inoltrato una precisa richiesta alla società: «Vorremo che fosse garantito a tutti i tifosi che hanno scelto di non fare la Tessera il diritto di prelazione per i biglietti di tutte le partite casalinghe – afferma il vice presidente Paolo Bravaccini – Proprio come hanno fatto Genoa e Sampdoria».

 

Luca Monaco