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“Mio figlio lotta fra la vita e la morte per una meningite contratta in carcere”

 

FONTE:Roma today

 

Tiziano Paloni, romano di 40 anni, ristretto nel carcere romano in attesa di giudizio, la mattina di lunedì 7 aprile è stato trasportato d’urgenza dalla casa circondariale di Trastevere prima all’ospedale Santo Spirito dove è giunto in coma per poi essere intubato ed essere trasferito all’ospedale Spallanzani dove è ancora in isolamento. La sorella: “Quanto accaduto a mio fratello dovrebbe far riflettere tutti”

 

 

Lotta fra la vita e la morte in un letto del reparto di terapia intensiva dell’ospedale Lazzaro Spallanzani dopo aver contratto una meningite neisseria nel carcere di Regina Coeli dove è detenuto. Tiziano Paloni, romano di 40 anni, ristretto nel carcere romano in attesa di giudizio, la mattina di lunedì 7 aprile è stato trasportato d’urgenza dalla casa circondariale di Trastevere prima all’ospedale Santo Spirito dove è giunto in coma per poi essere intubato ed essere trasferito all’ospedale Spallanzani dove è ancora in isolamento. A lanciare un grido d’aiuto la mamma di Tiziano, Anna, che si trova all’istituto delle malattie infettive romano in attesa di avere l’autorizzazione per poter vedere il figlio, attraverso un vetro. Una situazione critica quella del 40enne: “Preghiamo per un miracolo – le parole al nostro giornale della madre mentre trattiene le lacrime -. È necessario rendere pubblico quanto successo a mio figlio affinché non accada più una cosa del genere in un carcere”.

Meningite in carcere

Un grido d’aiuto, “di giustizia”, le parole della sorella Valentina Paloni che racconta l’accaduto: “Siamo stati contattati dalla sorella di un detenuto di Regina Coeli – spiega -. Che ci ha detto che Tiziano aveva avuto un malore mentre si trovava in carcere e che lo avevano portato in ospedale al Santo Spirito”. I familiari del 40enne provano a ottenere informazioni sino a quando riescono a scoprire – anche mediante l’intervento del loro avvocato di famiglia Fabio Harakati – che Tiziano si trovava allo Spallanzani. Preoccupata per le sorti del fratello ma anche per le conseguenza che potrebbe avere su altri detenuti: “Avendo contratto in carcere questa infezione potenzialmente letale, mio fratello sta rischiando la vita e non vorrei che ciò capiti ad altri detenuti che, seppur giudizialmente condannati o gravemente indiziati, meritano ed hanno diritto a un trattamento sanitario efficiente che non abbia nulla da invidiare rispetto a quello offerto a noi persone libere. Essere detenuti non deve comportare alcun limite, specie se si tratta del diritto alla salute”.

Il caso di Tiziano Paloni

Una situazione critica quella di Tiziano Paloni, in fin di vita in un letto d’ospedale: “Si dovrebbe indagare circa le condizioni igienico-sanitarie del complesso carcerario. I detenuti non possono rimanere all’ombra. Casi come quello di mio fratello dovrebbero far riflettere tutti – prosegue la sorella Valentina -. Si tratta di una patologia altamente contagiosa che certamente circola tra le mura del carcere. Vi chiedo di fare lumi sulla vicenda onde scongiurare che questo terribile evento non si ripeta”.

L’avvocato della famiglia

A spiegare l’acccaduto anche l’avvocato di fiducia della famiglia Paloni, Fabio Harakati: “Stiamo lavorando per fare luce sull’accaduto – le parole del legale del Foro Romano -. Da quanto abbiamo saputo avrebbe chiesto di essere portato nell’infermeria del carcere dopo aver accusato un mal di testa lancinante. Come avvocato di famiglia ho avanzato richiesta al giudice – essendo detenuto – di avere il diario clinico e la cartella clinica sia dell’infermeria di Regina Coeli che dei due ospedali dove è stato trasportato. In questo momento di grande preoccupazione per Tiziano, è molto prematuro accertare eventuali responsabilità qualora ci fossero. Il pensiero della famiglia è adesso solo per lui”.

Profilassi a Regina Coeli

A confermare il caso di meningite la Asl Roma 1, competente per quanto riguarda il presidio sanitario del carcere di Regina Coeli. Azienda Sanitaria che – una volta accertato il caso – ha attuato il protocollo previsto sottoponendo a profilassi detenuti, medici, infermieri, agenti penitenziari e personale della casa circondariale, che ha dato esito negativo in relazione ad altri possibili casi. Profliassi a cui sono stati sottoposti anche gli autisti delle ambulanze che hanno trasportato Tiziano Paloni prima al Santo Spirito e poi allo Spallanzani, anche loro negativi.

 

Mauro Cifelli