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Un richiamo allo stato di diritto e ai limiti del potere

 

FONTE:il manifesto

 

Nel parere ormai noto sul decreto legge «sicurezza» si tratta delle norme costituzionali in materia di fonti del diritto, dei parametri costituzionali in tema di diritto penale, dei diritti costituzionali che connotano la forma di stato

 

Dopo il parere sul decreto legge «sicurezza», di fronte ad un potere esecutivo che continua con protervia a ignorare la Costituzione, come il diritto dell’Unione europea e il diritto internazionale, la Corte di Cassazione ricorda i fondamentali, ricostruisce il quadro di limiti che presidiano la democrazia costituzionale e la garanzia dei diritti.

Nel parere ormai noto sul decreto legge «sicurezza» si tratta delle norme costituzionali in materia di fonti del diritto, dei parametri costituzionali in tema di diritto penale, dei diritti costituzionali che connotano la forma di stato (in primis, diritto di riunione, libertà di manifestazione del pensiero, diritto di sciopero). Nella relazione che oggi il manifesto rende nota a proposito del Protocollo Italia-Albania, si ragiona di gerarchia delle fonti, del diritto di asilo costituzionale, di diritti fondamentali (libertà personale, diritto alla salute, diritto di difesa, rispetto della vita privata e familiare).

È un richiamo allo stato di diritto costituzionale, all’essenza di una democrazia costituzionale, dove nessun potere è assoluto, dove governo – e parlamento – godono di una «discrezionalità limitata», a tutela dei diritti di tutti. «Nelle forme e nei limiti della Costituzione» (articolo 1) riguarda tutti, nessuno escluso.

Nella Costituzione sono i fondamenti che dovrebbero guidare l’azione politica, in negativo, come rispetto del limite, e in positivo, agendo per la sua attuazione. Ed è il caso di ricordare che ancora non abbiamo una legge sul diritto di asilo costituzionale, una inattuazione che ha portato a comprimere indebitamente quel diritto entro i più ristretti confini delle forme di protezione internazionale.

C’è un passaggio importante nella relazione dell’ufficio della Cassazione sul Protocollo Italia-Albania, laddove si riparte proprio dal dettato dell’articolo 10, terzo comma, per sottolineare come la Costituzione riconosca un diritto di asilo «nel territorio della Repubblica», con una formula chiara che non lascia spazio a finzioni e mistificazioni in ordine a delocalizzazioni ed esternalizzazioni. Una precisazione che a fronte dei rimpatri facili e delle restrizioni al diritto di asilo che imperversano anche a livello euro-unitario diverrà centrale per opporsi alla sua cancellazione.

Torniamo alle relazioni del Massimario della Cassazione: la Costituzione vi appare nel ruolo di protagonista. Così deve essere. Ma la Costituzione compare come oggetto di gravi violazioni: si ragiona dei confini oltre i quali la democrazia, la nostra democrazia, conflittuale, pluralista e sociale, perde se stessa.

Dopo dissenzienti, migranti e poveri, dopo le università, dopo i tribunali e le corti di appello «rosse», anche la Cassazione – già «colpevole» per le pronunce sui centri in Albania – finirà nell’elenco sempre più lungo dei nemici? Almeno sino a quando – le nomine di Trump dei giudici della Corte suprema insegnano – riforme ad hoc non riusciranno a creare una magistratura docile, completamente dedita al compito di reprimere il dissenso e blindare le diseguaglianze sociali. Il disegno di legge costituzionale sulla separazione delle carriere di giudici e pubblici ministeri è il primo passo verso giudici al servizio del potere: crea le condizioni per un indebolimento e un assoggettamento della magistratura all’esecutivo.

I puntuali rilievi ricostruiti nei pareri sono un grido di allarme. E non è una questione che riguarda solo il ruolo della magistratura e i rapporti tra giudiziario ed esecutivo, ma la tenuta dello spazio democratico di tutte e tutti.

Ripartiamo dalla Costituzione, con i pareri della Corte Suprema in mano, e seguendo i passi dei metalmeccanici sulla tangenziale di Bologna, primi bersagli del decreto sicurezza.

 

Alessandra Algostino