NON C'E' FEDE SENZA LOTTA

26 MARZO 2000

LA GENESI DELLA REPRESSIONE

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DAVIDE LIBERO











Le carceri italiane sono inumane e degradanti

 

FONTE:osservatorio repressione

 

Antigone lancia una petizione per riportare il carcere nei confini della Costituzione. Il sovraffollamento nelle carceri italiane ha superato il 135%. Oltre 63.000 detenuti per meno di 47.000 posti realmente disponibili.

 

 

Il tasso di sovraffollamento nelle carceri italiane ha superato il 135%, con oltre 63.000 persone detenute per meno di 47.000 posti realmente disponibili. In un solo anno la popolazione detenuta è cresciuta di 1.336 unità. È una situazione che la stessa magistratura di sorveglianza riconosce come inumana e degradante, condannando sistematicamente l’Italia per violazione dell’articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo (CEDU).

Solo nel 2024 gli Uffici di Sorveglianza hanno accolto 5.837 reclami per trattamenti inumani o degradanti: il 23,4% in più rispetto all’anno precedente. È un dato che supera persino i numeri della condanna europea del 2013, la sentenza Torreggiani, quando poco più di quattromila ricorsi portarono la Corte di Strasburgo a sanzionare l’Italia e a imporre riforme strutturali.

“Oggi assistiamo a quelle stesse violazioni – e in misura ancora maggiore – ma nella generale indifferenza”, dichiara Patrizio Gonnella, presidente di Antigone. “Guai se a condannarci è l’Europa, poco male se a farlo sono i nostri stessi giudici. Eppure, ogni condanna per trattamenti inumani è un richiamo alla nostra legalità costituzionale, che dovrebbe essere il primo fondamento del sistema penitenziario.”

Da questa constatazione nasce la nuova campagna di Antigone, “Inumane e degradanti. Il carcere italiano è fuori dalla legalità costituzionale”, accompagnata da una petizione pubblica rivolta al Parlamento e al Governo, disponibile a questo link: https://www.antigone.it/iniziative/3611-il-carcere-italiano-e-fuori-dalla-legalita-costituzionale.

L’obiettivo è ricondurre la detenzione entro i limiti fissati dalla Costituzione e dal diritto internazionale, garantendo condizioni di vita dignitose e rispettose dei diritti umani.

Antigone chiede in particolare:
– Zero sovraffollamento: mai più una persona oltre la capienza legale, con misure deflattive immediate e un ampliamento delle misure alternative.
– Connessione e affetti: telefonate quotidiane per le persone detenute e attuazione del diritto all’affettività sancito dalla Corte costituzionale.
– Celle aperte e stop all’isolamento: più attività sociali e culturali per ridurre la solitudine e il rischio di suicidi.
– Modernizzazione e trasparenza: approvazione del nuovo regolamento penitenziario, telecamere in tutti gli spazi comuni, informazione ufficiale su morti e suicidi.
– Personale qualificato e salute mentale: un piano straordinario di assunzioni e investimenti.
– Abolizione di norme repressive: cancellazione del reato di “rivolta penitenziaria” e abrogazione del “decreto Caivano”, che ha indebolito il sistema minorile.

“Il carcere deve tornare a essere un luogo di legalità, non un luogo inutilmente vessatorio, insensatamente chiuso”, conclude Gonnella. “Le 5.837 condanne pronunciate dai nostri tribunali nel 2024 non sono solo numeri, ma storie di violazioni quotidiane. Vanno modificate o ritirate quelle circolari che stanno riportando le carceri ad anni bui della storia penitenziaria italiana. Bisogna riportare il carcere nei confini della Costituzione”.

A questo link https://www.antigone.it/upload2/uploads/docs/Inumaneedegradanti.pdf è disponibile un documento completo con i dati delle condanne, alcune decisioni della magistratura di sorveglianza, alcune denunce arrivate all’associazione e le proposte di riforma promosse da Antigone

 

Andrea Oleandri