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L'ENNESIMA PAGLIACCIATA DELLO STATO ITALIANO: LA TESSERA DEL TIFOSO (quinta puntata)

 

Si palesano i limiti del provvedimento Maroni. Il sindaco Lucchi si lamenta: "Registrate criticità, che hanno messo in pericolo l’incolumità di pacifici spettatori". Si uniscono al coro gli abbonati dei distinti: "Le famiglie tifose della squadra di casa si ritrovano loro malgrado vicine ai tifosi ospiti più violenti"

 

CESENA - Sono servite tre partite casalinghe per capire che la Tessera del tifoso ha concreti effetti collaterali. Sono bastati una quindicina di napoletani mescolati ai cesenati nei distinti per evidenziare il più grave e pericoloso limite del provvedimento: una volta esclusi dalle curve, dove e come finiscono i tifosi senza tessera? Ovviamente negli altri settori dello stadio, mescolandosi senza distinzioni con gli altri appassionati, magari di fede sportiva opposta.
E così chi si è tesserato per sottoscrivere un abbonamento, rischia di ritrovarsi durante le partite in mezzo a tanti sostenitori ospiti, non sempre ben educati, che magari non sono in curva proprio perché il loro oltranzismo li ha portati a non sottoscrivere la schedatura proposta dal ministro Maroni.
La tessera funziona così: se vuoi abbonarti alle partite casalinghe della tua squadra del cuore, serve la tessera. Se vuoi seguire nel settore ospiti la tua squadra del cuore, serve la tessera. Il settore ospiti, al secolo "curva", è il quartier generale del tifo organizzato, frazione più calda e coreografica delle tifoserie, da sempre ostile alla tessera del tifoso. Gli ultras che non hanno aderito al tesseramento voluto da Maroni, non possono quindi entrare nel settore ospiti dello stadio, ma possono seguire la partita in un qualunque altro settore, per esempio i distinti, la tribuna o addirittura la curva opposta. Sono le parole dello stesso sindaco Lucchi a spiegare quindi cosa è successo al "Manuzzi" in virtù di queste regole:
“Già nella partita di domenica scorsa (Cesena – Napoli), così come in quella di domenica 19 settembre (Cesena – Lecce) nel settore Distinti si è verificata la contemporanea presenza di spettatori delle due tifoserie, dovuta alla collocazione in quel settore dei sostenitori della squadra del Napoli non provvisti di “tessera del tifoso”. A fine gara, proprio a causa della compresenza di contrastanti tifoserie nello stesso settore, si sono registrate criticità, che hanno messo in pericolo l’incolumità di pacifici spettatori. In questa situazione sia gli steward sia, soprattutto, le stesse forze dell’ordine, hanno evidenziato una difficoltà ad intervenire. E ciò nonostante la grande professionalità sempre dimostrata, in tutti questi anni, nella gestione dell’ordine pubblico al Manuzzi”. Questo il corpo del comunicato inviato dal Primo cittadino al Prefetto.
E il lamento di Lucchi non è l'unico. Gianluca B., 34enne tifoso di Ravenna, abbonato nei distinti. "Siamo arrivati allo stadio alle 11.30, nei nostri posto c'erano seduti 10 napoletani, che una volta sollecitati si sono spostati appoggiandosi alla balaustra. Hanno visto lì in piedi tutta la partita, rifiutandosi di andare a sedere nel settore Q a loro destinato. Ai gol del Napoli questi hanno cominciato con gli sfottò e a noi, abbonati seduti e pacifici, la cosa non è andata giù. Questi - prosegue il racconto - hanno iniziato ad offendere fino a quando tutto il settore non ha preso a fischiarli. A quel punto se ne sono andati".
"Siamo un gruppo di abbonati del Cesena - scrive Emanuele M. abbonato nei distinti - e desideriamo evidenziare come in gradinata, grazie ad alcune dilettantistiche norme sulla tessera del tifoso, le famiglie tifose della squadra di casa si ritrovano loro malgrado vicine ai tifosi ospiti più violenti. Durante la partita col Napoli si è rischiato in più momenti che qualche battibecco degenerasse in una rissa generale, con grave rischio anche per i bambini. E' veramente assurdo. Chi non ha la tessera (che di per sè vorrebbe essere espressione della volontà di mettere ordine negli stadi) deve restare confinato in una zona ben controllata dello stadio".
E così i nodi della tessera vengono al pettine, e c'era da aspettarselo. La soluzione di Maroni per evitare queste commistioni indesiderate di tifosi, ha previsto limitazioni alla vendita dei tagliandi in caso di partite considerate a rischio. Un esempio: il 19 settembre si è giocato Roma-Bologna, e visti i precedenti ai residenti dell'Emilia-Romagna era vietato l'acquisto del biglietto a Roma. In poche parole, decine di tifosi rossoblu son dovuti andare al bar per seguire la partita. Cosa succederà quando grazie a questo decreto fuori dal "Manuzzi" resteranno mille laziali, juventini o bolognesi? Come si comporteranno questi tifosi? Chiameranno il 1240 per conoscere un bar vicino, o diranno la loro incontrollati fuori dallo stadio, ricreando il classico dilemma delle forze dell'ordine: meglio tranquilli dentro lo stadio, o esagitati fuori?