NON C'E' FEDE SENZA LOTTA

LA GENESI DELLA REPRESSIONE

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DAVIDE LIBERO











1913-2013: STORIA, ORGOGLIO, PASSIONE. . . CENT’ANNI DI TRADIZIONE! (18^ PUNTATA)

 

TRATTO DA "NON C'E' FEDE SENZA LOTTA" N°33

 

2010-2013: IL RITORNO IN SERIE C, STORIA DEI GIORNI NOSTRI.

 

La stagione 2010/2011 in serie D girone F parte con grandi propositi e con l'obiettivo dichiarato di fare almeno i play-off. Alla guida dei biancorossi Rinaldo Cifaldi, e una campagna acquisti di tutto rispetto: tra gli altri Giuseppe Gambino, Luis Federico Arcamone, Davide Borrelli, Gaetano Di Mauro e Carmine Cerchia successivamente Daniele Scartozzi, Emanuele Gabrieli e Filippo Borgogni, oltre al riconfermato Mario Orta. Il campionato parte con tre vittorie di fila (contro Cesenatico, Venafro e Luco Canistro), poi due pareggi e la pesante sconfitta di Santarcangelo. La squadra riprende subito la marcia vincendo con la Santegidiese (2-0) e a Bojano (0-2), mantenendo un cammino abbastanza regolare (bella la vittoria sulla Jesina per 2-1 e lo spettacolare 4-3 sulla Sambenedettese) si issa al primo posto. I risultati continuano ad arrivare anche a inizio girone di ritorno (da ricordare la vittoria di Canistro 3-0), ma un po' di alti e bassi di troppo fanno sì che la società arrivi ad esonerare Cifaldi (reo di aver fatto 8 punti in 6 partite) dopo la sconfitta di Recanati (3-1) per far posto ad Aldo Ammazzalorso (tornato a Teramo a 16 anni dall'ultima vittoria del campionato). La sua esperienza, misera con 2 punti in 5 partite nel mese di marzo, finisce con la sconfitta interna contro il Rimini (1-2, che dà il la alla vittoria del campionato al Santarcangelo) e sancisce il ritorno di Cifaldi. Da qui in poi la squadra si riprende, con 13 punti nelle ultime 5 giornate (importante l'1-2 con la Sambenedettese fuori casa e il beffardo 2-2 di Forli): questo non basta a risalire la vetta, arrivando quindi secondo. Ai play-off liquida 1-0 la Jesina in semifinale, ma nel finale di girone perde una brutta partita col Rimini (1-3) dicendo addio al sogno promozione.
La stagione 2011/2012 in serie D girone F parte con l'obiettivo dichiarato di vincere il campionato. Torneo difficile al cui Rimini, compagine blasonata dell'anno prima insieme al Teramo, si sostituisce l'Ancona neopromossa e una Sambenedettese con maggiori spunti tecnici rispetto all'anno precedente. Alla guida dei teramani arriva Roberto Cappellacci, ex Santegidiese e Valle del Giovenco, e una campagna acquisti che rivoluziona la squadra, dell'anno passato rimangono i soli Borrelli e Arcamone, mentre la bandiera della rinascita Orta non rientrando nei quadri tecnici, va via dopo 3 anni e 57 reti in biancorosso per andare nella vicina San Nicolo. Arrivano però gli attaccanti Bucchi, Lazzarini, Masini e Berra (poi ceduto all'Angolana a Gennaio), i centrocampisti Valentini, Traini, Laboragine, Petrella e Vitone e i difensori Ferrani, la coppia centrale ex Gaeta Calabuig-Speranza e i vari Chovet, De Fabritiis, Filipponi e l'estremo Serraiocco. Il campionato parte con un pari contro la Civitanovese, poi 5 vittorie consecutive (tra cui l'1-3 a San Benedetto del Tronto) dimostrano subito le potenzialità della squadra; dopo il pari con il Miglianico, arrivano altre 7 vittorie di fila cui seguono il pari di Riccione e la vittoria con l'Atessa. Successivamente arrivano le prime due sconfitte di Ancona e Civitanova al giro di boa, ma ad anno nuovo il Teramo si riprende subito con 3 vittorie di fila prima del pari casalingo con la Sambenedettese. A questo punto della stagione i punti di vantaggio sulle rivali sono di 4 punti sulla stessa Samb e 5 sull'Ancona. Tra febbraio e marzo 5 vittorie (con Real Rimini, Jesina, Olympia Agnonese, San Nicolò e Luco Canistro) intervallate dal pari di Miglianico, portano all'allungo degli aprutini ed ad uno sfaldamento delle avversarie che si portano a 10 e 12 punti di distacco, spalancando di fatto le porte della promozione. In seguito un pareggio e due sconfitte consecutive, certificano il calo della capolista, messo a tacere dalla vittoria con il Riccione (2-1) che ipoteca il campionato e dal pari di Atessa (1-1) del 29 aprile, che porta così la squadra stessa a vincerlo con una giornata d'anticipo. Inutile la sconfitta casalinga con l'Ancona nell'ultima giornata. Alla poule scudetto, il Teramo perde la finale col Venezia (3-2) dopo aver battuto Forlì (2-3) e Pontedera (3-1) nel mini-girone, e superato il Salerno(5-3 d.c.r.) in semifinale.
La stagione 2012/2013 in lega pro seconda divisione, inizia con qualche difficoltà per la compagine Abruzzese. Nel girone di ritorno il Teramo cresce in gioco, forma atletica e grazie al ritorno in campo del bomber Bucchi dopo un grave infortunio, raggiunge i play off all'ultima giornata a discapito del Poggibonsi. L'ultimo incontro della stagione regolare 2012/2013 verrà ricordato a lungo nella memoria dei tifosi teramani (e del Poggibonsi), non solo per il risultato di 4-1 che permise il superamento della squadra toscana nella media gol (scontri diretti alla pari: 2-1, 1-2), ma soprattutto per come svoltosi: dopo il primo tempo in svantaggio con una Salernitana già promossa ma decisa comunque a fare risultato, nel secondo tempo accade di tutto con una interruzione di 20 minuti per impraticabilità di campo dovuta alla grandine, 2 espulsi e gli ultimi minuti con il portiere della squadra campana Iannarilli (setto nasale rotto) sostituito dalla punta Guazzo. Il gol decisivo per la stagione (4-1) viene realizzato al 98' dal giovane Di Stefano. Il Teramo agguanta così i play-off, da disputare come 6º classificato (pari punti con il Poggibonsi, ma si qualifica per più gol realizzati in campionato a parità tra fatti e subiti) contro l'Aprilia 3º classificato. Il primo incontro disputato in casa finisce sul punteggio di 1-1. La partita di ritorno viene disputata il 2 giugno 2013 ad Aprilia e il Teramo si impone per 0-1 conquistando la finale play-off contro L'Aquila. Il 9 giugno 2013 il Teramo perde in casa l'incontro d'andata per 0-1 (gol al 58' di Infantino), nonostante una costante supremazia sul piano del gioco; sugli spalti 5000 tifosi (4773 paganti + omaggi e tesserati delle giovanili, con circa 1000 aquilani) rappresenta ad oggi il massimo di presenze al Nuovo Stadio di Piano d'Accio, ma non il record assoluto, fatto registrate al Vecchio Stadio comunale di Teramo, con quasi 6000 presenze, nel derby Teramo-Giulianova del 1 aprile 1984 e terminato sullo 0-0.

 

I nomi, i protagonisti, le vittorie, le sconfitte... tutto passa. Quello che resta siamo noi, perché la Teramo Calcio 1913 siamo noi, la nostra fede non conosce vittorie né sconfitte, ma solo appartenenza a quei colori magici che ci fanno venire i brividi. Per sempre.