NON C'E' FEDE SENZA LOTTA

LA GENESI DELLA REPRESSIONE

NOI DA NOVE ANNI CONOSCIAMO LA VERITA'!

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DAVIDE LIBERO











SI, VIAGGIARE!

 

TRATTO DA "NON C'E' FEDE SENZA LOTTA" N°43

 

Nel raccontare la trasferta in terra toscana vogliamo partire dalla fine. Quando eravamo pronti a risalire sui mezzi si fanno avanti due ragazzi di Pistoia che dicono di conoscere Bruno, il nostro Bruno. Ci spiegano di averlo conosciuto ventidue anni fa e di essere rammaricati del fatto di non poterlo salutare. Mentre parlano e ci raccontano del passato, sale in noi l’emozione e quel senso di “spensierata amarezza” che ci lega da sempre al ricordo di Bruno, al suo essere unico e irripetibile, che si mischia all’orgoglio di aver fatto parte della vita di una persona tanto speciale da rimanere impressa persino nella mente di chi e’ stato al suo fianco, anche solo per un giorno. Degna conclusione di una giornata comunque importante. Sara’ infatti che e’ domenica (finalmente!), sara’ che comunque il mettersi in cammino, macinare chilometri, e’ per noi l’unico esorcismo possibile a questi duri tempi moderni, ma ci ritroviamo gia’ di buonora al solito posto per la partenza. Il viaggio scorre via tranquillo ed arriviamo in anticipo, il che ci permette di studiare meglio la situazione. Ad accoglierci di fronte al settore ospiti due signori sulla cinquantina con tanto di banchetto e portatile con stampante per i biglietti. Alla faccia! Quando gli palesiamo le nostre intenzioni di volerci introdurre all’interno dell’impianto senza essere in possesso del “passe-partout ministeriale”, ci indirizzano pilatescamente verso gli steward, indicandoli come gli unici che possono risolvere il nostro “problema”. Ne nasce un conciliabolo durante il quale, solo per un istante, crediamo di farcela. D’altronde, il rettangolo verde e’ li, a poche decine di metri da noi, oltre le recinzioni, i tornelli, gli spalti di ferro del settore ospiti. Non riusciremo a vederlo neanche stavolta. Nessuno si assume la responsabilita’, ci dicono. La responsabilita’ di fare entrare non tesserati all’interno di uno stadio, la responsabilita’ di ammettere l’inutilita’ di un becero strumento di repressione, la responsabilita’ di poter considerare esseri umani con pieni diritti persone la cui unica colpa e’ quella di non essere in possesso di una scheda magnetica. Il resto e’ una storia gia’ vista: cori, abbracci, risate, orgoglio. Una bella giornata!