Non ci stancheremo mai di dire, correndo il rischio di diventare stucchevoli, che il peso specifico di una tifoseria, di una comunita’, fatta di valori, di persone, di emozioni, e’ dato non tanto dal momento o dai risultati del campo, quanto invece dalla volonta’ di portare avanti questo enorme bagaglio di storia e tradizione che e’ rappresentato dalla Est, attraverso l’abnegazione e lo spirito di sacrificio di tutte le componenti e gli individui che ne fanno parte. Noi, nella massima umilta’ che da sempre ci contraddistingue, ci siamo e ci saremo. Esortiamo tutti coloro che sentono il richiamo di un qualcosa di unico, della grandezza di un un modo di essere che difficilmente potrebbe comprendere chi non ha mai messo piede in una curva, di liberare finalmente i propri istinti e liberarsi soprattutto dei pregiudizi e dei condizionamenti che li hanno tenuti finora lontani da quei gradoni che ci appartengono e che solo con l’aiuto e la presenza di tutti possono tornare a fare la differenza, nel corso dei novanta minuti cosi come durante la settimana, per riappropriarsi di un passato glorioso, passando attraverso un presente vissuto orgogliosamente a denti stretti, con la consapevolezza di essere sulla strada giusta, per un futuro che dara’ certamente i suoi frutti. Parafrasando il vecchio Ernest, non chiediamoci, quando la sentiremo suonare dentro di noi, per chi suona la campana, intesa come richiamo all’appartenenza, ma prendiamo coscienza, piuttosto, che sta suonando proprio per noi, basta saperla ascoltare.