NON C'E' FEDE SENZA LOTTA

LA GENESI DELLA REPRESSIONE

NOI DA NOVE ANNI CONOSCIAMO LA VERITA'!

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DAVIDE LIBERO











Su questi colori rimane impressa la tua passione nella nostra storia indelebile il tuo nome: GIULIANO DE BERARDINIS

 

TRATTO DA "NON C'E' FEDE SENZA LOTTA" N°51

 

Non si appartiene ad una terra solo perche’ vi si nasce, si appartiene ad essa quando si lascia un impronta, un ricordo che sgorga in un sorriso. Quando con il proprio modo di fare si abbraccia il popolo di cui si fa parte, lo si rappresenta. Questa non e’ una storia da salotti buoni della nostra citta’, pieni di ipocriti sorrisetti. Questa e’ una storia semplice, silenziosa e operosa di uomini veri, che alle chiacchiere hanno preferito le risposte fatte di sudore, che hanno vestito con il biancorosso le loro maglie, ma soprattutto, le loro vite. Questa e’ la storia di una bandiera vera, Giuliano De Berardinis, classe 1950, che per dodici stagioni consecutive (dal 68/69 al 79/80) ha lottato, sofferto e gioito per quella maglia, con quella maglia, rappresentando al meglio quello spirito di attaccamento e di Teramanita’ come pochi altri hanno saputo fare nella loro carriera. Da parte nostra c’e’ il doveroso ricordo di un uomo che ha incarnato i colori della nostra terra, che ha delineato l’immagine di un calcio al quale siamo orgogliosi di poter appartenere e che, ormai, e’ solo un dolce ricordo, di fronte alla triste realta’ di una modernita’ che ci offre solo puttane da palcoscenico, pronte a vendersi al migliore offerente, a cambiare maglia come fosse un banale indumento, svuotandolo, di fatto, non della profonda importanza che esso rappresenta per la propria gente, ma dell’enorme valenza che dovrebbe incarnare per chi lo indossa. Vent’anni fa, a soli 44 anni, un male bastardo si portava via Giuliano, ma il suo ricordo vive nella nostra memoria, tramandato da chi, il nostro Bruno, non si stancava mai di ricordarci, non senza commozione, di quanto De Berardinis fosse di gran lunga il suo preferito tra tutti e di come ne custodisse gelosamente il ricordo grazie a quella gloriosa casacca col numero 4 che Giuliano stesso gli aveva donato!