NON C'E' FEDE SENZA LOTTA

LA GENESI DELLA REPRESSIONE

NOI DA NOVE ANNI CONOSCIAMO LA VERITA'!

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DAVIDE LIBERO











IL MALE DEL CALCIO!

 

TRATTO DA "NON C'E' FEDE SENZA LOTTA" N°52

 

Che continuino pure a chiamarci cosi sui loro giornali, quando devono per forza di cose commentare le nostre gesta sopra le righe. Quante volte abbiamo rispedito al mittente questo appellativo, perche’ consapevoli dei valori che distinguono il nostro mondo da quello di chi, invece, approfittando della passione di molti, difende solo gli interessi di pochi. E pazienza quando ci reputano davvero il male del calcio, soprattutto se, di contro, questi signori hanno la presunzione di rappresentare i “buoni”: l’importante e’ non avere nulla a che fare con questi teatranti dell’ipocrisia. La situazione del Parma, giunta tristemente al capolinea, ha fatto montare in noi una riflessione rabbiosa e l’amara consapevolezza che mai nulla potra’ realmente cambiare in un sistema marcio, fino a quando sara’ in mano ai soliti papponi. Non e’ solo cinico relativismo, ma un attenta considerazione e rispetto per la propria intelligenza. Noi, il “male”, apparteniamo ad un calcio popolare e passionale, che da anni il sedicente “bene” ha deciso di seppellire, in nome di una destrutturazione che sacrifica l’alto bagaglio emozionale, che ha reso questo sport il piu’ bello del mondo, sull’altare di una modernizzazione che non e’ il frutto di un lavoro dedito al progresso e alla trasparenza, ma solo una squallida collusione con il profitto. Cosi, mentre il Parma fallisce, si tenta di mettere misere pezze per giustificare quello che nei palazzi del potere tutti sapevano, conoscendo ed avallando fin dall’inizio l’operato di quegli stessi faccendieri dai quali oggi si prendono ipocritamente le distanze. Mentre tutto questo accade ed il loro modello di calcio si sgonfia inesorabilmente, sbriciolato sotto il peso di milioni di debiti, l’unica preoccupazione di costoro e’ giocare, in un imperativo categorico che non conosce vergogna. The show must go on, signori, non certo per i tifosi, per la gente, ma per le televisioni, i finanziatori e tutte quelle componenti che foraggiano questo sfacelo, riempiendo le tasche dei soliti e calpestando la passione e la storia di tutti gli altri. Svegliamoci, allora, perche’ solo noi possiamo difendere quello che siamo e fare in modo che sia diverso. Si tengano pure le loro tessere, abbiamo gia’ accettato troppe schedature per elemosinare altra liberta’. Diamo un calcio alla televisione, alle dirette, agli streaming ed ai loro pacchetti del cazzo, che si sono impossessati delle nostre vite, trasformando la certezza della nostra passione nell’incertezza di un palinsesto televisivo. Rifiutiamo le scommesse: non saranno certo quei quattro spiccioli in palio a cambiare le nostre vite, briciole in confronto alle continue sovvenzioni a queste vere e proprie holding, che non fanno altro che ingrassare i maiali sopracitati, a discapito della passione di tutti. Un po’ di orgoglio e dignita’ non cambieranno forse il mondo, ma almeno, potremo dire di aver avuto fino in fondo rispetto di noi stessi e della nostra passione, quella vera, nata sui gradoni di uno stadio.