NON C'E' FEDE SENZA LOTTA

LA GENESI DELLA REPRESSIONE

NOI DA NOVE ANNI CONOSCIAMO LA VERITA'!

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DAVIDE LIBERO











SI, VIAGGIARE!

 

TRATTO DA "NON C'E' FEDE SENZA LOTTA" N°52

 

In un tranquillo mercoledi mattina di provincia, la solita cricca e’ pronta a partire per quella che sara’ la prima di due trasferte consecutive in terra emiliana. Con piacere constatiamo che, nonostante questo assurdo calendario ci propini l’ennesimo turno infrasettimanale in una giornata lavorativa, siamo comunque in buon numero. La strada scorre via celermente fino a Bologna dove facciamo una breve sosta tecnica per caricare due “emigranti” che del Diavolo proprio non riescono a fare a meno e, dopo un increscioso incidente diplomatico con una schiera di “lucciole” a presidio della zona dove abbiamo appuntamento, ripartiamo alla volta di Piacenza. Giunti a destinazione serriamo i ranghi e ci avviciniamo come nostro solito ai varchi d’ingresso. Siamo in anticipo sull’inizio della gara, il che ci consente di studiare la situazione. Il “Garilli” e’ un impianto che ha visto la serie A, ma oggi e’ deputato ad ospitare una gara di terza serie della seconda squadra cittadina, ennesima creatura di questo calcio moderno, sorta nell’immediatezza del fallimento del vero Piacenza, che attualmente milita in serie D. Lo scarso interesse intorno a questa realta’ ci conferma la netta sensazione di “dilettantismo nordico” che ci si para di fronte, facendoci tornare alla mente l’atmosfera che si respirava negli anni belli, in cui ci recavamo, liberi di farlo, in sperduti paesini, dove nessuno sembrava accorgersi dell’imminente inizio di una partita di pallone, almeno fino al nostro arrivo. Non possiamo nascondere che tutto cio’ andra’ a nostro favore. I pochi sbirri presenti, botteghini aperti e steward tolleranti faranno il resto. In men che non si dica ci ritroviamo tra le mani il prezioso tagliando d’ingresso e varchiamo i cancelli. Gesti semplici, che dovrebbero rappresentare la normalita’ e che lasciano invece, di questi tempi, una strana sensazione di euforia, mista al senso d’amarezza per la percezione che tutto quello che oggi viviamo, a denti stretti, senza cercare sconti a nessuno, rappresentava fino a qualche anno fa il nostro pane quotidiano. Ci sistemeremo all’interno del settore ospiti, dietro le nostre pezze, facendo, per novanta minuti ed oltre, quello che troppo spesso quest’anno ci e’ stato negato. Il nostro Teramo vincera’ un’altra battaglia in campo, noi potremo sicuramente dire, di ritorno dalla Padania, d’aver vinto la nostra, come sempre d’altronde, ma questa volta sara’ stata una vittoria dal sapore piu’ dolce, senza indigesti additivi, SENZA TESSERA!