NON C'E' FEDE SENZA LOTTA

LA GENESI DELLA REPRESSIONE

NOI DA NOVE ANNI CONOSCIAMO LA VERITA'!

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SPEZIALELIBERO

DAVIDE LIBERO











SI, VIAGGIARE!

 

TRATTO DA "NON C'E' FEDE SENZA LOTTA" N°55

 

Si parte per Prato con la consapevolezza che oggi non saremo in pochi ad affrontare l’ennesima trasferta di questa delirante e infinita stagione. A scanso di equivoci diciamo subito che a darci fastidio probabilmente non e’ tanto l’entusiasmo che sembra essersi ridestato in tanti, tantissimi nostri concittadini, quanto forse il modo con cui la maggioranza di questi approccia allo stesso, lasciando poco spazio alla passione genuina che da sempre rispecchia e deve continuare a farlo, la nostra Teramanita’. Il nostro modo di andare in giro e’ sempre lo stesso, da tanti anni. Ci piacerebbe che anche chi oggi va in trasferta, possa un giorno capire l’importanza di portare ovunque il nome della nostra citta’ con orgoglio e dignita’ e non solo quando si vince. Con questo augurio, nel cuore e nella mente, di chi spera un giorno di vedere un salto di qualita’ importante della nostra tifoseria, forse anche di piu’ della conquista di una categoria, ci sciroppiamo i km, stando attenti a rimanere compatti con i mezzi, cercando di non farci distrarre troppo dalle notizie che ci arrivano al telefono, buttate li ad arte da menti perverse che conoscono bene l’instabilita’ psichica che da sempre ci contraddistingue e sono ben consci di come basti veramente poco per farci scarrellare definitivamente. Al Diavolo la calciofilia, pensiamo tra noi, scambiandoci sguardi attoniti e arriviamo alla fine in Toscana quando manca mezz’ora all’inizio della partita. Aspettiamo pazientemente che il grosso del settore ospiti sia riempito e poi, come al solito, proviamo ad entrare anche noi. La risposta che riceviamo di fronte ai cancelli avrebbe del comico se non si trattasse del contesto in cui ci viene detta. Il dirigente al quale diciamo di non essere in possesso della tessera, infatti ci parla di “regole d’ingaggio” ben precise, che gli impediscono di farci entrare. Regole d’ingaggio? Ci saremo mica sbagliati noi a prendere l’A1? Siamo forse in Iraq, o magari il cartello all’uscita dell’autostrada recitava “benvenuti in Afghanistan” e noi non ce ne siamo accorti?? No signori, niente di tutto questo: e’ semplicemente l’Italietta delle leggi fatte ad personam, della giustizia che non c’e’, del due pesi e due misure, delle restrizioni per i deboli e gli “osanna” per i potenti. Tranquilli ci diciamo, siamo a casa, nel nostro paese, che ci ha nutrito, dove siamo cresciuti, ma che, in fondo, non ci ha mai accettati. Sara’ anche per quello che il nostro modo di essere non lo cambiamo, sara’ bello anche perche’ insieme ci divertiamo, anche se a volte ci comporta dei sacrifici, anche se fuori da un cancello, continuiamo ad urlarlo forte: NOI CI STIAMO!