NON C'E' FEDE SENZA LOTTA

LA GENESI DELLA REPRESSIONE

NOI DA NOVE ANNI CONOSCIAMO LA VERITA'!

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DAVIDE LIBERO











SI VIAGGIARE!

 

TRATTO DA "NON C'E' FEDE SENZA LOTTA" N°66

 

LUCCHESE - TERAMO 2015/16

 

Partire per Lucca, per l’ennesima trasferta, forse l’ultima per qualcuno, pensiamo, ma non ci interessa. Quello che invece ci preme ribadire fino allo sfinimento e’ che se pensano di levarci dai coglioni, cacciarci dagli stadi, di zittire la nostra passione, di arrestare il nostro ideale, probabilmente, dopo tanti anni, tante battaglie perse o vinte, comunque combattute sempre a testa alta, coloro che vorrebbero definitivamente eliminarci ancora non hanno ben capito con chi hanno a che fare. E non fa niente se continueremo a pagare, a scontar pene ridicole quanto pesanti, che non vanno a colpire, badate bene, quasi mai quello che ci viene imputato materialmente, ma quello che il nostro scomodo pensiero ha da sempre rappresentato per chi e’ abituato a campare prendendo ordini e sa dire solo sissignore. Siamo uomini, che si sanno prendere le proprie responsabilita’ quando occorre, che sono consapevoli dei propri gesti e sono pronti a pagarne le conseguenze. Non e’ propaganda signori, e neanche inutile autocelebrazione, e’ la realta’ delle cose. Quanti conoscete, pronti a rischiare cosi tanto per difendere le proprie idee? Quanti, seduti dietro una scrivania istituzionale, possono dire di avere le palle che abbiamo noi nel mettersi in gioco, sapendo di dover affrontare quello a cui andiamo puntualmente incontro noi, di scontare un prezzo immancabilmente troppo salato, solo per non aver mai rinunciato, neanche per un secondo, ad essere semplicemente se stessi? E quanti tra coloro sempre pronti a giudicarci, ad emettere sentenze, sostituendosi ad un tribunale, possono affermare, in tutta serenita’, di essersi mai sentiti veramente vivi, anche solo per un istante, cosi come ci sentiamo noi, in ogni attimo che viviamo della nostra esistenza, nel modo in cui abbiamo scelto di vivere? “A lo parlare agi mesura”. Questo e’ inscritto su uno degli araldi piu’ antichi della nostra citta’. Sembra quasi che i nostri avi conoscessero gia’ il destino d’Interamnia e dei suoi abitanti, eppure, al giorno d’oggi, i vizi sono e rimangono gli stessi di allora. Troppi detrattori tra queste quattro mura, troppo servilismo, troppo mendicare per un tozzo di pane, troppa voglia di vedere la pagliuzza nell’occhio altrui. Ma poi pensiamo che queste “quattro mura” sono anche, soprattutto, le nostre. Questa e’ la nostra terra. E’ qui che siamo nati e cresciuti insieme ai nostri valori, quelli che ci spingono a difenderla, questa terra, onorarla, a modo nostro, senza lesinare sforzi, impegno, sacrifici. E ci torna la voglia di partire, senza tessere, contro le leggi partorite da questo italico becerume. Noi ci siamo, poco importa se una macchina fondera’ il motore a Colledara e sara’ costretta a rientrare, mentre all’altra verra’ ritirato il libretto di circolazione da una solerte pattuglia della stradale. Arriveremo lo stesso in toscana, anche stavolta. Noi ci siamo, ci diremo lungo la strada del ritorno, ostinatamente, contro tutto e tutti. E ci saremo, sempre.