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Gli stadi nuovi non si riempiono per magia. Il caso Friuli deve far riflettere

 

FONTE:Calcio & Finanza

 

Da quando l’Udinese ha inaugurato il nuovo stadio interamente rinnovato ha giocato 4 gare casalinghe. La prima è stata contro la Juventus. 25 mila spettatori: tutto esaurito il 17 gennaio (vittoria dell’attuale capolista per 4-0).
Successivamente l’Udinese ha sfidato sul proprio campo la Lazio, il Bologna e il Verona. Contro gli scaligeri la società ha comunicato 15 mila ingressi (i quotidiani riportano con la consueta italica precisione “15 mila circa”).
Precedentemente contro Lazio e Bologna (dati stadiapostcards.com) se ne erano registrati rispettivamente 13.611 e 14.975. Meno di quelli fatti quando – con lo stadio ancora a capienza ridotta – Inter e Milan avevano richiamato un tutto esaurito di fatto (rispetto ai posti disponibili): 16.780 e 16.500.
Il tema non è ancora stato affrontato, ma chi ha potuto seguire le gare al Friuli (anche in televisione) si è già accorto degli ampi spazi vuoti (l’effetto arlecchino dei seggiolini moltiplica clamorosamente questo tipo di impatto. La percentuale di riempimento dello stadio è ferma a circa 3/5 delle possibilità complessive.
E di contro non risultano sopravvenute limitazioni alla capienza, anche perchè con la Juventus, appunto, il tutto esaurito c’è stato, e le prevendite sono state aperte per tutti i settori dello stadio.
Molte possono essere le ragioni. Ed è bene che presto qualcuno le spieghi. Quel che è chiaro è che mentre con la Juventus si è toccato il 100% delle possibilità con le altre squadre ci si è fermati ben prima. E non può valere la ragione per cui Lazio, Bologna e Verona sono chiaramente squadre meno “attraenti”: se questa è la ragione il tema non si sposta di una virgola.
Quale è il vantaggio di uno stadio nuovo se comunque questo non basta ad attirare più gente ed anzi il tifoso medio rimane legato alla struttura mentale per cui sono 3 le partite davvero interessanti in una stagione?
E il dato – non dimentichiamolo – è aggravato dall’effetto novità: visitare l’impianto rinnovato, a prescindere dall’avversario dovrebbe essere di per sé un incentivo. Ma non pare essere questo il ragionamento fatto dai tifosi friulani.
Mesi fa CF – calcioefinanza.it (scrivendo del tutto esaurito del West Ham il 2 luglio per un preliminare di Europa League) sui nuovi stadi affermava: “gli stadi all’estero sono belli perchè pieni, non il contrario”. In altre parole: la gente andava allo stadio anche quando gli impianti erano brutti (o comunque complessivamente meno belli). Anzi, verrebbe da aggiungere, le norme di sicurezza e i posti a sedere hanno spesso ridotto le possibilità di affluenza.
Insomma, da anni si sente dire che con gli stadi nuovi la Serie A tornerà a splendere. Ma non pare essere così. Quel che va rinnovato è il rapporto club – tifosi, in termini di prezzi, offerta, servizi. E va rivisto pure l’atteggiamento nei confronti dei tifosi in trasferta, oggi evidentemente disincentivati in ogni modo a viaggiare.
Va allevata una nuova generazione di tifosi. Aspettare (dieci anni?) che nascano nuovi stadi è del tutto inutile se nel frattempo non si comincia ad investire in quel che si può fare: ospitalità, prezzi differenziati, apertura ai più giovani, clima diverso.
La sfida è questa. Gli impianti verranno, ma se non si preparerà il campo saremo di fronte per l’ennesima volta a inutili cattedrali nel deserto.