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Giuseppe Postiglione responsabile del Potenza calcio gestiva un giro di scommesse illecite.

 

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ROMA - Hanno arrestato il presidente ragazzino. Giuseppe Postiglione, 27 anni, responsabile del Potenza calcio (militante in Prima divisione, la vecchia C1), questa mattina all'alba è stato portato in carcere dai carabinieri. Insieme ad altre otto persone, dirigenti sportivi e uomini della criminalità organizzata lucana. L'inchiesta è in mano all'Antimafa di Potenza. Associazione per delinquere finalizzata alle frodi nelle competizioni sportive, è l'accusa. La Dia e i carabinieri - come si sospettava da due anni - hanno svelato un ampio e articolato giro di scommesse illecite supportato da minacce in campo e fuori.

Al centro delle indagini, iniziate nel 2007 e definite "molto complesse" dal comandante dei carabinieri di Potenza, ci sono una partita del campionato di Serie B del 2007-2008 e almeno sei gare del campionato di Prima divisione, girone B, della stagione 2008-2009. Postiglione avrebbe presentato scommesse in diversi punti regolari della rete su partite aggiustate dal suo clan. Scommetteva su risultati prestabiliti e moltiplicava le vincite. "Dove non era possibile ottenere un risultato a tavolino in modo tranquillo, la banda condizionava la gara individuata attraverso la violenza e le intimidazioni", ha spiegato il tenente colonnello Domenico Pagano.

Giuseppe Postiglione, imprenditore cresciuto piazzando antenne e ripetitori in tutta la provincia di Potenza, è diventato presidente del club a 24 anni, il 16 giugno 2006. Il più giovane presidente del calcio italiano. In due anni garantì alla città la promozione dalla C2 alla C1.
Nel maggio 2007 Postiglione fu protagonista di un caso che odorava di scommesse illecite, da lì prese avvio l'indagine della Dia. Poco prima di Potenza - Salernitana, gara che spianò ai campani la strada della risalita in serie B, Postiglione scese negli spogliatoi e depennò "manu militari" tre giocatori dalla lista dell'undici iniziale. Quel gesto costò le dimissioni dell'allenatore Arleo e l'apertura di un'inchiesta federale conclusa con la penalizzazione: -3 punti.

Lo scenario scommesse è diventato presto corposa ipotesi di reato di un'inchiesta giudiziaria sulla mala della provincia di Potenza. Due collaboratori di Postiglione, Antonio Lopiano, dirigente del settore giovanile, e Antonio De Angelis, addetto alla pubblicità del club, messi alle strette da una serie di intercettazioni coltivate dalla procura e riascoltate alla loro presenza, rivelarono di aver giocato denaro per tutta la stagione 2007-2008 sul campionato di C1 - segnatamente il girone B - per conto e con disponibilità del presidente. Giocate fortissime, anticipate dalle rassicurazioni di Postiglione: "A quel risultato penso io". Il 3-2 finale di Potenza-Gallipoli avrebbe garantito - assicurarono i due supertestimoni - una vincita di 70 mila euro per il presidente.

In alcuni casi gli scommettitori "presero" risultati con quote elevate: la vittoria del Potenza a Perugia (1-0), che, tra l'altro, si chiuse con un'aggressione alla dirigenza del club della Basilicata. In altri casi i sodali di Postiglione, oggi pentiti, avrebbero giocato con successo anche il finale della partita, con gol e successione dei gol: il 3-2 dell'Arezzo a Potenza all'ultima giornata. Da quelle testimonianze si comprese che Vincenzo Postiglione aveva scommesso anche sulla sconfitta del suo club.

Lo sbobinamento delle intercettazioni della Dda offrì un quadro davvero preoccupante. A una riunione per l'allargamento della base societaria dell'associazione sportiva Potenza calcio, Postiglione sarebbe stato affiancato dal capo di una cosca locale, i "basilischi". E i carabinieri hanno indagato sulla disponibilità di denaro da parte della società di calcio, che nel 2007 aveva proposto all'amministrazione potentina un progetto (poi bocciato) per un nuovo stadio con centro commerciale annesso. Una cordata inglese sponsorizzata dal presidente Postiglione in quel caso avrebbe garantito 100 milioni di euro cash. In risposta al diluvio di pagine che le cronache locali gli dedicarono, il presidente fece apporre nella vecchia e nella nuova tribuna dello stadio "Viviani" di Potenza cartelli extralarge con su scritto: "Tribuna chiusa per limitare la libertà di una finta stampa".

Sabato scorso Postiglione aveva risposto duramente alla richiesta di lasciare la società. "Pensate prima voi dove dovete andare e poi si pensa dove devo andare io". Ieri, durante Potenza-Rimini, finita 2-1, il presidente è stato contestato dagli ultras e applaudito dal resto dello stadio. Questa mattina, l'arresto.