NON C'E' FEDE SENZA LOTTA

LA GENESI DELLA REPRESSIONE

NOI DA NOVE ANNI CONOSCIAMO LA VERITA'!

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DAVIDE LIBERO











CHI CI CENSURA DEL NOSTRO PENSIERO HA PAURA

 

TRATTO DA "NON C'E' FEDE SENZA LOTTA" N°6

 

Otto anni di carcere per Antonio Speziale. E’ questa la condanna emessa dai giudici della Cassazione per l’omicidio preterintenzionale dell’ispettore della polizia Filippo Raciti durante i disordini allo Stadio Massimino il 2 Febbraio 2007 nel corso del derby Catania – Palermo. Una sentenza definitiva nei confronti di un ragazzo, prima, di un uomo adesso,che continua a professare la sua innocenza. Il suo grido però non è servito a nulla, ma questo poco conta:
quello che fa specie veramente è che, anche di fronte ad importanti analisi scientifiche realizzate dal R.i.s. di Parma (il reparto investigativo che si occupa dei maggiori casi di omicidio in Italia per capirci), la tesi portata avanti dalla difesa non è stata accolta e il caso Raciti ha avuto il finale che tutta l’opinione pubblica aspettava: Antonio Speziale colpevole di omicidio preterintenzionale. Un processo che è stato una nefandezza, secondo il legale di Speziale, Giuseppe Lipera, dimostrato anche dalla condanna, diminuita in appello e Cassazione di sei anni rispetto al primo grado. E come dargli torto. Qui non si parla di ultras ma di verità infangate, di voler cercare a tutti i costi un capro espiatorio per nascondere qualcosa che si dice sottovoce per paura, che gira e rigira negli ambienti non solo di curva ma anche nei palazzi del potere. Qui non si parla di ultras, ma la parola ultras, come tante, troppe volte, è stata messa su un titolo di un giornale, all’interno di un programma condotto da benpensanti in poltrona, dietro lo schermata di una trasmissione faziosa e avida di ascolti. Nessuno ha parlato però di quel tonfo sentito dall’agente e collega dell’ispettore Raciti alla guida del Discovery durante la manovra di retromarcia, che ricordava, in un primo momento, di aver visto lo Speziale vicino al mezzo pochi attimi prima. E nessuno, ancora una volta, ha mai parlato dell’esame del R.i.s. , così riassunto dal legale di Speziale il 25 maggio 2007: “Il sottolavello con il quale sarebbe stato ferito mortalmente l'ispettore Filippo Raciti è inidoneo a procurare le lesioni che avrebbero causato il decesso dell'investigatore”. E allora anche questa volta noi abbiamo scelto di dire la nostra. Abbiamo deciso, così come in altre piazze ultras, di scrivere ciò che pensiamo, perché siamo in un Paese in cui dovrebbe (il condizionale visto quel che succede tutti i giorni è d’obbligo) esistere ancora la libertà di pensiero così come sancisce la costituzione! Il grido di Speziale è arrivato anche sui cancelli della nostra Curva Est, come abbiamo fatto in passato,seguendo sempre la vicenda da vicino, non facendoci rimbecillire dalle parole di questo o quel giornalista. Abbiamo messo nero su bianco il nostro pensiero e non fa niente se solo dopo poche ore il nostro striscione è stato rimosso: a noi è bastato che quelle parole abbiano colpito non solo i passanti distratti di un’umida giornata di novembre, ma soprattutto chi di noi ha paura, chi teme la nostra voglia di sapere, di andare fino in fondo nello smascherare le loro falsità e di lottare sempre. Avremo sempre altri modi e nuovi mezzi per portare in giro il nostro libero pensiero, sapendo di essere scomodi a coloro che sono abituati a nascondere ed infangare, anche di fronte alla vita di un uomo, a speculare schifosamente sulla morte di un collega, pur di attaccare il mondo ultras e raggiungere il loro scopo che è quello di annientarci definitivamente.