NON C'E' FEDE SENZA LOTTA

LA GENESI DELLA REPRESSIONE

NOI DA NOVE ANNI CONOSCIAMO LA VERITA'!

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DAVIDE LIBERO











GLI ULTRAS DELLA EST!

 

TRATTO DA "NON C'E' FEDE SENZA LOTTA" N°128

 

 

Era il I4 Gennaio di dieci anni fa, un giovedi’ pomeriggio. All’ordine del giorno in consiglio comunale si discuteva dell’abbattimento dello Stadio Comunale, al cui posto avevano gia’ imbandito un bel “banchetto” per fare un project financing che attraverso la costruzione del teatro (specchietto per le allodole), prevedeva in realta’ una cementificazione dell’area e la scomparsa di quella che era ed e’ parte integrante della nostra storia cittadina. I poteri forti, per la prima volta nella storia di questa citta’ avevano fatto i conti senza l’oste, abituati da sempre a fare e disfare qualunque cosa, nel placido silenzio di una collettivita’ apatica, che nei pochi rigurgiti di “ribellione” o di movimento associativo di contrasto a un’opera, aveva sempre un proprio tornaconto ed una volta saldato, tornavano come docili agnellini all’ovile. Insomma a Teramo da sempre tutti tacevano, se mai qualcuno alzava la voce, tutti hanno sempre avuto un “prezzo”.
Quattro anni prima (nel 2OO6), con i Devil’s Korps avevamo presentato 35OO firme di cittadini teramani che non volevano l’abbattimento dello Stadio Comunale, erano finite nel silenzio generale, nel dimenticatoio. Quel giovedi’ pomeriggio di gennaio noi c’eravamo rotti il cazzo. Facemmo irruzione in consiglio comunale e di fatto sospendemmo la seduta, accusando chi pensava di fare i soliti giochetti ai teramani che fissano la torre del Duomo con la bocca aperta. Da quel pomeriggio in poi nulla fu piu’ come prima, si apri’ una delle stagioni, per chi ha avuto la fortuna di viverla, piu’ belle e piu’ difficili della storia Ultras di questa citta’.

 

 

Portammo avanti una battaglia condivisa da tanti, altri tentarono anche di cavalcarci per i soliti sporchi trucchi di cui sopra, ma non ci riuscirono, fummo bravi a gestire una situazione che via via si andava facendo piu’ grande di noi, senza perdere mai di vista chi eravamo e quali erano i nostri obbiettivi. Davvero tremarono i poteri forti di questa citta’, perche’ per la prima volta avevano a che fare con qualcuno che non era acquistabile, avvicinabile e dal compromesso facile. Costituimmo un comitato, raccogliemmo 5OOO firme per chiedere un referendum (ci accorgemmo per altro che in 65 anni di statuto comunale eravamo i primi a chiedere un referendum ed il primato non e’ motivo di piacere, se si pensa a quante volte questa citta’ era stata defraudata di simboli e luoghi della sua storia nel silenzio piu’ totale, di tutti!!!), ma lo stesso venne vanificato dall’assenza (ovviamente) di un regolamento referendario, cosi’ i poteri forti dimostrarono l’utilizzo “pratico” della loro “democrazia”.

 

 

E furono denunce che si sommavano a quelle prese nei vari “salti” in consiglio comunale, ma fino all’ultimo rimasero nei loro occhi quelle facce, le nostre che urlavano una verita’ che almeno per noi non aveva bisogno dell’opinione di un tribunale, perche’ era chiara, palese: SPECULAZIONE. Del resto i “cani da guardia” della locale questura erano troppo impegnati a reprimere le nostre libere voci, il locale tribunale impegnato a difendere il “decoro” di un pagliaccio chiamato a fare il sindaco, che quando non sapeva piu’ che pesci prendere ha iniziato a denunciare strane “aggressioni” notturne e il rappresentante dello “stato” sul territorio, il Prefetto, dava opinioni personali, ai giornali, a favore degli interessi dei ”democratici” poteri forti locali, come una massaia dal parrucchiere. Cosi’ fu la prefettura di Ascoli a bloccare il progetto, il 27 Gennaio del 2OI2, perche’ la ditta appaltatrice di Centobuchi, provincia di Ascoli Piceno, non aveva i certificati antimafia.
Perche’ raccontare questo? Per TE che sei sui gradoni di questo settore adesso. Stai qua per i tuoi colori, per l’amore della tua terra. TU che ricordavi o meno quel periodo, che TU l’abbia vissuto o meno. Questa storia e’ la TUA storia, quella della TUA tifoseria che non nasce in questo asettico scatolone, dalle fortissime “potenzialita’ commerciali”, come ti ricorda quotidianamente l’attuale “padrone del vapore”. Ma affonda radici profonde in luoghi reali, quali la Curva Est, quali lo Stadio Comunale, che meritano sempre la massima attenzione da parte di tutti, ancor di piu’ oggi che una programmatica incuria sta facendo pian piano cio’ che dieci anni fa non hanno fatto le ruspe. Ma tutto questo non e’ possibile, se non passa sempre e comunque da quello spirito identitario che tutti dobbiamo sentire, a partire proprio da chi oggi fa ribollire la propria passione dai gradoni di questo settore, l’orgoglio di essere teramani dotati di spina dorsale che non si piegano di fronte a niente e nessuno. Solo se continueremo a mantenere sempre alto lo spirito di sentirci gli Ultras della Curva Est, tutto quello che e’ stato fatto non si perdera’ e la nostra voce libera continuera’ sempre, orgogliosamente, a dare fastidio a tanti.