NON C'E' FEDE SENZA LOTTA

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1913-2013: STORIA, ORGOGLIO, PASSIONE… CENT’ANNI DI TRADIZIONE! (8^ PUNTATA)

 

TRATTO DA "NON C'E' FEDE SENZA LOTTA" N°15

 

1960 – 1967: Il ritorno in serie C, l’altalena della serie D e l’incubo della Prima Categoria.

 

Nella stagione 1959 – 60 e fino alla stagione 1966 – 67 la serie C passa da due gironi a 18 squadre a tre gironi sempre composti da 18 squadre.
La prima classificata di ciascun girone sarà promossa direttamente in B, le ultime di ciascun girone retrocederanno in serie D.
In casa Teramo l’ambiente è euforico, la Teramo Calcio è stata ammessa in serie C dopo un lungo periodo. Gli acquisti sono naturalmente tanti, ma anche le conferme non sono così poche.
La serie C è un campionato difficile, formazioni come Foggia, Crotone, Avellino, Lecce, fanno davvero paura e i biancorossi non riescono ad ingranare.
Solo poche buone apparizioni, il Teramo chiude il campionato all’ultimo posto con 26 punti, l’ultima squadra ad evitare la serie D è la Reggina distante solo due punti.
A fare compagnia ai biancorossi invece Salernitana e Casertana.
Così dopo una sola stagione in serie C il Teramo torna a fare i conti con la difficile serie D. L’umore degli appassionati è ai minimi storici, durante l’estate pochi hanno continuato a parlare di foot- ball dopo la grande delusione della retrocessione.
Ma urge ripartire anche se da una serie inferiore.
Tanti ovviamente gli addii come tanti i passaggi di proprietà, acquisti e cessioni che fanno tornare i tifosi a parlare di calcio giocato.
Nessun patema d’animo questa volta, i biancorossi si dimostrano una buona squadra che arriva a fine campionato al settimo posto. I teramani però desiderano di nuovo un campionato all’avanguardia, per cercare di riconquistare la C.
1961 – 1962: il Teramo deve fare i conti con una profonda crisi societaria.
Il mese d’agosto si presenta come un mese difficile. La società, dopo il campionato, è invisa alla maggior parte dei teramani. Si cerca di trovare alcuni operatori economici che si spera possano apportare il loro contributo, ma ciò non avviene.
L’ A.S. Teramo non riesce ad esprimere un consiglio direttivo e al suo posto viene nominato un comitato di reggenza con il compito di convocare entro trenta giorni i soci vecchi e quelli nuovi per eleggere un nuovo consiglio direttivo.
Nel frattempo c’è un campionato da onorare e, nonostante le grandi difficoltà societarie , i giocatori devono dimostrare ancora una volta amore ad attaccamento alla maglia. La crisi però si risente anche nello spogliatoio, con stipendi mai pagati e mensilità arretrate. La situazione si fa difficile ma nonostante tutto il Teramo riesce a salvarsi senza problemi, chiude a 30 punti assieme al Giulianova.
La stagione successiva, quel 62’ – 63’ si rivelerà drammatica per i tifosi teramani.
Una squadra a pezzi, un ambiente difficile per giocatori ed addetti ai lavori, i tifosi che iniziano a sentire i primi scricchiolii di una crisi incombente.
Il Teramo non riesce a scalare posizioni in classifica e a fine campionato è destinato a partecipare agli spareggi per rimanere in D assieme agli acerrimi nemici del Giulianova e con il Molfetta. La squadra teramana affronta il match con il Giulianova allo “Zappelle” di Ascoli in una giornata piovosa nonostante la stagione estiva.
Il Giulianova, accompagnato da centinaia di tifosi (meno numerosi i teramani) vince per 2 a 0 e, vincendo anche col Molfetta, riesce a salvarsi. I teramani invece perdendo entrambi gli incontri con le rivali è costretto a retrocedere in Promozione: un incubo per tutti. Nonostante le vicissitudini societarie però il Teramo vivrà solo un anno in Promozione. Ad inizio stagione si era pensato addirittura al fallimento generale della società, evitato grazie ad un commissario straordinario, il Dott. Bellini che assicurerà l’iscrizione al campionato. Lo spareggio di fine campionato con il Termoli è il prezzo da pagare: i biancorossi si dimostrano una grande squadra andando a vincere sul campo ospite nella gara di ritorno. L’A.s. Teramo torna in serie D. E’ l’apoteosi.
La stagione 64’/65’ è una stagione tranquilla per i Teramani, la squadra naviga sempre a metà classifica e lì finirà il campionato. La stagione successiva sarà quella del ritorno in Prima Categoria: l’incubo diventa realtà. Nel frattempo l’altra società teramana, l’Interamnia, milita in Prima Categoria.
Un campionato disastroso fa ripiombare i biancorossi nel duro campionato di Prima, da lì a pochi anni però la fusione tra le due compagini diventerà realtà.