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Tardini e Telecemento

 

Tratto dal sito dei Boys Parma

 

Ieri sera a Teleducato, nella trasmissione "Parma Europa", s'è parlato di stadio Tardini. Come avviene da qualche tempo, qualsiasi accadimento è utilizzato pretestuosamente per parlare di trasferire lo stadio a Baganzola. Questa volta s'è sfruttata addirittura l'ultima nevicata. Che a Baganzola nevichi meno che a Parma? Sicuramente no. Addirittura i parmigiani per raggiungere Baganzola dovrebbero percorrere ancora più strada, che alla luce dei "piani neve" del nostro Comune non sarebbe certo cosa facile.
A Teleducato si parla di stadio Tardini, di delocalizzazioni e ristrutturazioni, e si evita accuratamente di invitare i BOYS, che da anni sono in prima linea a difesa dello stadio locale. Perché? Per dimenticanza? Forse. O perché nella proprietà di Teleducato figurano grandi costruttori con tanti terreni proprio a Baganzola? Chissà.
Dire che stata una dimenticanza, però, è molto difficile, dato che Teleducato l'abbiamo chiamata prima della trasmissione. E allora c'è stato detto che al massimo potevano "ospitarci tra il pubblico". Ovvero: andare a sederci tra quelli che ascoltano. No, grazie. Noi, come tifosi parmigiani, come Gruppo organizzato del tifo, come Corpo sociale che vive lo stadio, abbiamo tutto il diritto d'esprimere le nostre opinioni insieme agli altri.
Forse su Teleducato (o Telecemento?) si preferisce non dare spazio a chi denuncia le speculazioni per ciò che sono; e si preferisce far parlare politici ed istituzioni vicini all'Unione Parmense degli Industriali. Gli stessi che hanno già smantellato gli storici impianti del rugby e del baseball, e stanno lasciando andare in malora il Palasport. Belle referenze. Certo così facendo risulta più facile convincere il cittadino-telespettatore che l'appalto per nuovo stadio non sarebbe una enorme speculazione, ma una grande opera nell'interesse della comunità.
Parma ha già un suo stadio, completamente sufficiente per le sue esigenze. Uno stadio storico, simbolo della sua comunità, quasi totalmente ricostruito 20 anni fa (è uno stadio nuovo). Lo stadio Ennio Tardini è il più grande luogo d'aggregazione della città, ed è nel centro della medesima. In esso si radunano, condividendo la stessa passione, più di diecimila tifosi del Parma, che gioiscono e soffrono insieme, imparando a stare insieme. La comunità non può delocalizzare i propri spazi sociali e popolari, se non vuole annientare se stessa e il suo spirito.
Un nuovo stadio fuori città serve solo a generare un'enorme spesa pubblica, per arricchire pochi privati, sempre gli stessi. Si vuole costruire un nuovo stadio per portare soldi nelle casse dei costruttori, e per dare impulso alla cementificazione di un'area che oggi è ancora campagna. Perdere verde, soldi e Tardini non è nell'interesse di Parma.
S'è parlato anche di ristrutturare lo stadio Tardini. Erano anni che, inascoltati, chiedevamo si svolgessero i normali lavori di manutenzione. Adesso, con l'ipotesi di Euro 2016, si parla di lavori per 40 milioni di euro. Manutenzione e migliorie. Attendiamo di vedere, nel dettaglio, di cosa si tratta. L'impianto è pubblico, e i soldi di cui si parla sono pubblici. Speriamo si tratti, perciò, di lavori d'interesse pubblico, in senso COMUNITARIO e SPORTIVO, e non solo a parole. 40 milioni di euro sono veramente tanti. Quest'estate ci pare di ricordare avessero valutato meno tutto l'intero Tardini. Che volessero regalarlo a qualche privato, magari finanziandolo con soldi pubblici, come si promette qualche ddl che viaggia in Parlamento? Staremo a vedere.
Stadio pubblico, soldi pubblici. Speriamo politici, istituzioni, e autorità, se ne ricordino quando le società che li hanno in gestione fissano i prezzi dei biglietti. Lo stadio è di tutti e deve essere accessibile a tutti, non solo ai ricchi

 

BOYS PARMA 1977