NON C'E' FEDE SENZA LOTTA

LA GENESI DELLA REPRESSIONE

NOI DA NOVE ANNI CONOSCIAMO LA VERITA'!

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DAVIDE LIBERO











CONTRO LA TESSERA DEL TIFOSO (11/06/2013 - 10° TORNEO ULTRAS "FRANCESCO PER SEMPRE")

 

Quest’anno abbiamo potuto constatare sulla nostra pelle le nefaste conseguenze di questo becero strumento repressivo. Con il ritorno del magico Teramo tra i professionisti anche per noi è arrivato il tempo di confrontarci con la tessera e tale circostanza ha
prodotto molte delle situazioni che avevamo previsto. Inizialmente abbiamo deciso di presenziare nelle partite che vedevano il Diavolo giocare in trasferta, ma il continuo confronto con situazioni paradossali in cui venivamo quasi sempre accolti come ospiti indesiderati, alla mercè degli sbirri e rinchiusi in recinti come deportati, ci hanno fatto prendere la durissima decisione di non continuare ad andare in trasferta, almeno fino a quando non riusciremo a mantenere intatta la nostra dignità.
Anche il confronto con il biglietto nominale, pur essendo lo stesso in vigore da diversi anni, per noi è diventato consuetudine solo da questa stagione: è stato drammatico abituarsi all’idea di essere identificati e schedati per andare a vedere una partita di pallone. Se ci pensate tutto ciò è assurdo e trova giustificazione solo nella paura che chi detiene il potere ha nei confronti di un libero pensiero e del nostro modo di essere Ultras. Altre giustificazioni all’introduzione di queste assurde disposizioni non sono rintracciabili, neanche con la tanto decantata violenza negli stadi: niente può giustificare una tale limitazione della libertà personale, in barba a sacrosanti diritti garantiti dalla costituzione, in un Paese che continua a definirsi civile. Noi continuiamo, oggi e per i futuro, a ribadire il nostro NO alla tessera, nonostante possa sembrare che di differenze con il biglietto nominale non ci siano, anche perché entrambe le misure sono dettate dalle stesse regole; noi continuiamo a sostenere, così come facevamo su uno dei primi numeri della nostra fanzine parlando dell’ultimo gradino di una immaginaria scala repressiva,che la tessera è il baratro di “non-ritorno” al quale non ci possiamo piegare, se vogliamo continuare a vivere in una certa maniera lo stadio e il nostro ideale.