Carissimi Fratelli di Curva, ai colloqui di ieri, Ludovica mi ha riferito dell’iniziativa di solidarietà che avete organizzato alla Molinari e alla quale avete partecipato tutti; porca troia, ogni volta mi spiazzate con i vostri gesti e da libero mi sa che vi devo massacrare tutti visto che quando vengo a sapere di queste cose mi commuovo come nù frichin’ n’gulo a voi… Lo so che per voi questi sono gesti che vengono dal cuore ma veramente non ho parole per manifestarvi la mia più profonda gratitudine. Se non avessi avuto al mio fianco voi e i ragazzi del movimento di cui faccio parte, ora non saprei come mi troverei. In questi mesi - e sono dieci - di carcerazione, avete contribuito costantemente alle tantissime spese che la mia famiglia ha dovuto affrontare, avete accompagnato mia madre e mia sorella a Viterbo sostenendo tutti i costi ed io mai vi ho detto pubblicamente grazie. Oggi voglio farlo sulla fanzine che viene distribuita in Curva e voglio dirvi che non avrei mai potuto avere amici migliori di voi. La galera ci ha allontanati fisicamente ma siamo vicini più che mai; io provo a partecipare come posso alla vita di Curva e anche se la stessa la vedo solo in televisione, con il cuore sono in mezzo a voi a lottare per i nostri ideali e per i nostri colori. Non so sinceramente quando potrò riprendere il mio posto in Curva e combattere per la nostra amata città, attendo quel giorno con trepidazione ma non vivo di speranza, so che devo lottare con tutto me stesso perché la libertà va conquistata e non elemosinata. Per chi come noi lotta il sistema repressivo, lo Stato ci riserverà sempre dei trattamenti particolari; per noi Ultras addirittura emanano leggi incostituzionali come il daspo e provvedimenti speciali come la flagranza differita, se ne inventano ogni giorno delle nuove per plasmare un modello che ci vuole zitti e seduti in Curva. Non ci hanno capito un cazzo questi signori! La Curva è calore, la Curva è passione e nessuna legge potrà mai allontanarci da Lei e viverla come questo Stato di polizia vuole. Come sapete la mia vita di ribelle è iniziata prima dalla Curva che dalle piazze: in Curva mi è stato insegnato che la libertà non è una merce barattabile e che la si deve difendere con tutto se stessi, quindi, l’appello che voglio lanciare, non tanto ai più “vecchi” ma ai più giovani, è quello di coltivare gli ideali che sempre ci hanno contraddistinto e di non permettere mai a nessuno di decidere al vostro posto cosa sia giusto o sbagliato. A volte capita pure di pagare a caro prezzo, ma poter girare a testa alta sapendo di aver vissuto una vita a difesa di certe idee vale più di mille condanne. Portate alto il nome della Est, combattete per i nostri colori e la nostra città! |