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Modello Inglese: West Ham United - West Bromwich Albion

 

fonte:boysparma1977.it

 

Sabato 28 dicembre approfittando di una piccola vacanza in terra londinese provo ad assistere al match tra West Ham e WBA, in programma alle 12:45, per vedere realmente come funziona in Inghilterra il famigerato modello inglese, quello di cui media e giornali nostrani parlano senza conoscerlo realmente ma solamente per fare notizia e vendere qualche copia giornaliera in più. Il modo migliore per farlo è andare personalmente e così poco dopo le 10 e 30 esco di casa e mi incammino verso lo stadio che dista ad occhio e croce 150 metri.
La prima cosa che faccio è recarmi alle biglietterie e anche se è presto si nota una discreta fila comandata e sorvegliata a vista da Steward della società. In pochissimi minuti è il mio turno e neanche il tempo di pagare 42 sterline che ho già il biglietto in mano. Per farlo non ho dovuto estrarre la carta d’identità visto che il biglietto non è nominale, in pratica e come andare al cinema in Italia: fai la fila aspetti il tuo turno e dopo poco hai il biglietto in mano. A dir la verità sono stato fortunato, erano disponibili ancora pochissimi tagliandi per questa gara. La cifra è abbastanza elevata anche se non posso lamentarmi visto che era il biglietto più economico. La spiegazione la capirò pochi istanti più tardi dopo aver letto una rivista della società. Per ogni match casalingo la società West Ham applica prezzi differenti non solo per disabili e under 18 ma anche per chi possiede la Tessera del West Ham United. Gira e rigira si finisce sempre li, ma è vedendo il modo con cui viene utilizzata che capisco che solo in Italia per andare allo stadio, soprattutto per andare in trasferta, serve una tessera che oltre a non dare nessun privilegio a chi la possiede risulta essere veramente inutile tranne che per i potenti sempre pronti a speculare e guadagnare su qualsiasi cosa. Partendo dal presupposto che in Inghilterra si può assistere alla gara senza nessuna tessera (come ho fatto io), per chi detiene la carta della propria squadra del cuore ha numerosi vantaggi rispetto al tifoso occasionale, che in questo caso sono io visto che ho pagato l’intero prezzo del biglietto. Oltre al normale abbonamento per le partite casalinghe (che c’è anche in Italia) si può acquistare la tessera della società West Ham (in questo caso) alla cifra di 18 sterline che può dare numerosi vantaggi sia per la prelazione per i biglietti per il settore ospiti (quando la squadra gioca in trasferta) che anche per quelli casalinghi. In pratica se avessi avuto la tessera potevo acquistare il biglietto a 20 sterline e se tutti i proprietari della tessera WHU avessero usufruito di questa prelazione io oggi non avrei potuto acquistare (giustamente) il biglietto. In pratica si cerca di privilegiare realmente il vero tifoso lasciando comunque la possibilità a tutti (tifoso occasionale) di poter acquistare il tagliando. A mio parere questa è la reale differenza tra la tessera usata in Inghilterra e la nostra inutile e patetica tessera del tifoso, ed è anche uno dei motivi del perché gli stadi inglesi sono sempre pieni pur avendo prezzi di gran lunga superiori ai nostri. In Italia invece che risolvere i problemi si continua a reprimere, si continuano a vietare trasferte, si chiudono le curve e si limita la libertà di ogni singolo cittadino prima che tifoso. Girando per le vie svariate cose che mi colpiscono; attaccato allo stadio c’è una piccola chiesetta con un piccolo cimitero, le strade sono piene di bancarelle che vendono panini e gadget della società e i due pub (anche se più tardi ne scoprirò un terzo) in zona sono sorvegliati speciali da Steward posti all’ingresso. Non è vero che la polizia non c’è, è all’esterno dello stadio (dove in ogni via c’è un mezzo blindato) che controlla girando a piedi e interviene in caso di necessità proprio come accade da noi. Un’altra cosa che mi balza subito all’occhio dopo aver rifatto più volte il giro dello stadio stesso, oltre all’albergo ufficiale del WHU, è la totale assenza di centri commerciali (come li intendiamo qui in Italia), ma è pieno di negozi aperti come per tutti gli altri giorni della settimana. Qui la vita non si ferma per la partita, le macchine e i bus continuano a girare nelle vie davanti allo stadio come se niente fosse; questo per fare un paragone con quello che vedo regolarmente ogni domenica a Parma dove c’è il blocco del traffico e nelle partite più importanti vengono addirittura effettuate zone prefiltraggio. Manca mezz’ora all’inizio della gara e decido di entrare nella Bobby More Lower, la curva di casa, dove ho acquistato il tagliando. Striscio il biglietto, nessuno mi perquisisce e sono già dentro. Qui vedo pochissima gente e allora decido di bere una birra, quella che al Tardini di Parma è severamente vietata da parecchi anni non si sa per quale assurdo motivo. Forse adesso ho capito cosa intendono in Italia per centri commerciali: il normale bar che oltre che dar da bere (compreso l’alcol) sforna quantità industriali di panini caldi di ogni genere. Mancano pochi minuti al fischio d’inizio e lo stadio si riempie di botto quando le squadre stanno per entrare in campo. Tutti cantano l’inno della squadra “I’m forever blowing bubbles” ma sarà l’unico momento in cui lo stadio sarà una vera e propria bolgia. Nella parte superiore della curva di casa sono tutti seduti, mentre nella parte inferiore sono tutti in piedi e non si rispetta il posto realmente assegnato tanto che io mi ritrovo vicino alla ringhiera bianca protetta da Steward vicino alle pezze “Roma” e “Cagliari” dei Martelli d’Italia, ragazzi italiani che tifano WHU e con i quali avrò modo di scambiare due chiacchiere sul mondo ultras in generale. L’atmosfera non è come me la immaginavo, soprattutto dopo aver letto il libro ICF di Cass Pennant (che è seduto regolarmente in tribuna e non so quanto sia amato realmente da queste parti) e aver sentito parlare del grande Mito degli Hooligans del West Ham; nessuno canta sono tutti in silenzio in un clima realmente surreale e in tutto lo stadio non è presente nemmeno una bandierina a colorare un po’ gli spalti. Gli unici a sostenere realmente la squadra sono un centinaio di Hammers che si posizionano in piedi in tribuna accanto al settore ospiti che è occupato da circa 600 tifosi del WBA riconoscibili perché quasi tutti possiedono qualcosa di bianco blu e che nel corso della gara si faranno sentire più che i tifosi di casa. In realtà qui tutti hanno qualcosa di ufficiale della squadra, chi la sciarpa chi la maglia chi la cuffia; e qui trovo un'altra differenza con quello che accade da noi a Parma dove in Curva si va con il materiale del Gruppo più che della società. La partita regalerà emozioni e terminerà con il risultato di 3 a 3, un risultato che non viene preso molto bene da queste parti visto che il West Ham si trova in penultima posizione in classifica ed uscirà tra una bordata di fischi. Successivamente scoprirò che Anelka esultando al primo gol del Wba farà un gesto antisemita che verrà rimarcato su tutti le tv e i giornali il giorno seguente. In 5 minuti lo stadio è vuoto, tutti escono regolarmente guardati dagli Steward della società. A dir la verità avevo un’idea diversa del lavoro che svolgono le pettorine gialle qui in Inghilterra e sicuramente la differenza con gli sbruffoni che ci sono da noi è veramente elevata. Qui sono gentili, si vede che non sono messi a caso tanto per tappare dei buchi; ognuno è al suo posto e sa perfettamente quello che deve fare visto che da loro bisogna aver fatto un corso speciale per diventare Steward. Ognuno ha il proprio numero sulla propria pettorina, così come tutti i poliziotti posti all’esterno dello stadio hanno un numero identificativo sulla propria divisa. In Italia ovviamente non è così, siamo uno dei pochi paesi al mondo a non prevedere numeri identificativi per le forza dell’ordine e abbiamo Steward che non vengono addestrati, non frequentano nessuno corso per fare questo “mestiere” e non fanno altro che accrescere e alimentare piccoli focolai con la loro arroganza e prepotenza. Insomma, io consiglierei a chi parla a vanvera del modello inglese di andare a vedersi una partita da quelle parti e di fare un piccolo confronto con quello che avviene da noi in Italia. Scopriranno che oltre a non sapere realmente nulla a proposito del modello inglese, devono ritenersi fortunati che gli stadi italiani non sono ancora vuoti del tutto. Capiranno che in Inghilterra non esistono partite a porte chiuse, le trasferte non vengono vietate, non esistono curve chiuse, non esiste il biglietto nominale, non esiste la tessera del tifoso e soprattutto i tifosi vengono trattati come cittadini inglesi prima che tifosi.. cosa che purtroppo in Italia non accade.