NON C'E' FEDE SENZA LOTTA

LA GENESI DELLA REPRESSIONE

NOI DA NOVE ANNI CONOSCIAMO LA VERITA'!

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DAVIDE LIBERO











Querelati per aver chiesto soltanto Verità e Giustizia

 

Caro Federico,
21 o forse più persone querelate, solo per esserci state vicine.
Solo per aver dato un po’ di luce a questa vita molto spesso priva di troppi valori.
Purtroppo alcune di queste, ora loro malgrado, si ritroveranno davanti a un Giudice (il 16/02/2010 presso il Tribunale di Modena), quello dell’udienza preliminare che dovrà decidere se rinviarle a giudizio (a processo) per l’ipotesi di reato che pesa su di loro per diffamazione a mezzo Blog. Quel Blog che una mamma dopo mesi di assoluti silenzi gelidi e mortali, un lontano 2 gennaio 2006 decise di aprire per urlare al mondo quello che lo Stato attraverso un processo, con tutti i crismi della legalità, il 6 luglio 2009 ha sentenziato: “chi incontrò Federico, quell’orribile 25 settembre di 4 anni prima, gli procurò la morte con violenza e senza giustificazione alcuna”
E’ pazzesco, pesante e disumano .
Persone Oneste, che mai hanno avuto a che fare con la Giustizia, costrette a questa sofferenza, senza aver fatto nulla di male.
Sono state querelate soltanto per aver espresso pensieri ritenuti diffamatori su quello che in pratica è emerso nella sentenza di condanna, da parte di un Giudice dello Stato Italiano, a carico di chi ti ha tolto per sempre la tua vita.
Ai miei occhi di padre, di cittadino facente parte integrante di questa società:
“orrori ed errori”.
Qui un piccolissimo segmento che dovrebbe far riflettere, tratto dalla sentenza del 6 luglio 2010, e non sono parole ne mie ne di chi è stato querelato, ma di un Giudice, semplicemente al di sopra delle parti :

“Nel caso di specie, come si vedrà, gli imputati, i loro colleghi, umanamente coinvolti e solidali, i superiori di reparto e i massimi dirigenti dell’istituzione, legittimamente preoccupati dei riflessi negativi del fatto rispetto alle loro responsabilità di direzione e di organizzazione dei servizi, sono stati padroni del campo del delitto per tutto il tempo necessario allo svolgimento delle prime sommarie indagini e all’indirizzo investigativo che si è ritenuto di dare alle stesse, il che da un lato non può non lasciare perplessi e dall’altro giustifica le proteste e i dubbi della parte civile e rende legittima la scelta di reazione a tale stato di fatto, consistita nell’accendere un attenzione continua e costante dell’opinione pubblica sull’avvenimento, considerato paradigmatico di un certo modo di svolgere le indagini quando siano coinvolti in esse soggetti, organi e apparati dello Stato, a partire dall’apertura di un blog per tenere alta l’attenzione e la tensione pubblica sullo sviluppo delle indagini ma anche per alimentare un indagine parallela che in certi momenti la famiglia Aldrovandi ha ritenuto di dovere promuovere attraverso i suoi legali”.
Ed anche così: “dell’indagine se essa non avesse ricevuto l’impulso esterno e decisivo dall’azione insistente della famiglia e dei suoi legali che, costruendo un caso nazionale e dando allo stesso la massima risonanza mediatica, resa anche possibile dalla tenace ricerca attraverso investigazioni private di prove e conferme testimoniali, che altrimenti sarebbero rimaste sepolte dal muro della paura, dell’indifferenza, della reticenza, se non della vera e propria omertà, sono riusciti a far emergere una realtà di fatto antagonista rispetto all’ipotesi iniziale della morte da abuso di sostanze stupefacenti”.

Leggere poi tutte le 567 pagine della sentenza, in ogni sua parola, danno un quadro completo ed esaustivo di tutto quello che quella vigliacca ed infame domenica mattina è accaduto intorno a questa tragedia.
Non credo ci sia altro da aggiungere di questo milionesimo frammento…, se ce ne fosse stato bisogno…
Ricordo a tutti, anche e soprattutto ai querelanti, se l’avessero per caso dimenticato, che parallelamente al processo a chi ha tolto il respiro a Federico, ora condannato, è in atto l’udienza preliminare presso il Tribunale di Ferrara in cui un Giudice dovrà pronunciarsi sui presunti depistaggi, omissioni, favoreggiamento ed altro, a carico di colleghi di quei 4, intervenuti per le “indagini”… e l’immagine che ne è uscita la lascio al pensiero di ogni cittadino intellettualmente onesto e che invito a non commentare.
Certo, forse non immaginavano che la tua luce avrebbe illuminato la ragione e l’intelligenza degli uomini di buona volontà.
Come ho già avuto modo di dire la sera del 25 settembre dell’anno scorso, durante la manifestazione a ricordo dei 4 anni trascorsi dal tuo omicidio, le parole e le espressioni non uccidono nessuno, fanno parte della vita e a volte possono essere colorite, ma di quei colori della vita che tu Federico non riuscirai più ad apprezzare insieme a noi.
Spero che queste querele che pesano su cittadini inermi (pensionati, casalinghe, studenti, lavoratori, mamme, papà…), possano avere una loro definitiva e giusta conclusione…, confortate da tutto il buon senso e la serenità necessarie…-
A supporto di quanto in questo post da me espresso basterebbe per quei giudici togliersi un attimo quell’abito importantissimo per la libertà e la giustizia di ogni cittadino e scorrere le 567 pagine di una sentenza in cui non si possono non intravedere tutte le risposte possibili immaginabili a questa disgustosa e pesante storia, con tutto quello che l’ha circondata, querele comprese.
Qui la sentenza http://federicoaldrovandi.blog.kataweb.it/federico_aldrovandi/2009/10/05/motivazioni-della-sentenza/
E qui il processo
http://federicoaldrovandi.blog.kataweb.it/federico_aldrovandi/2009/10/30/un-giorno-in-pretura/
Mentre scrivo queste poche righe tengo in mano questa foto e ti guardo Federico sorridere alla vita.
Anche qui eri piccolo, ma fino al giorno prima del tuo assurdo addio eri ancora più bello, immerso in tutto lo splendore dei tuoi 18 anni, e la tua bellezza interiore superava ogni cosa.
Era una gioia indescrivibile vederti crescere ogni giorno, e una metà dei sogni ora sono lì con te Federico, in quella bara orribile.
Bastava uno sguardo per intenderci e quando tornavo stanco dal lavoro, un tuo sorriso ricaricava ogni volta le mie pile scariche, anche se ero un po’ brontolo.
Ricordo ancora il tuo ultimo abbraccio e quelle parole Federico che dolcemente e ripetutamente mi accompagneranno fino all’ultimo mio respiro.
“Ti voglio bene papà”.
Anch’io Federico, immensamente.
Federico non è stato offeso da “parole” quella mattina.
Magari.
Federico è stato ucciso signori querelanti e certo non era vostro figlio.
54 lesioni aveva il mio ragazzino e non aveva commesso alcun reato.
Ciascuna di quelle 54 lesioni avrebbe potuto dare corso ad un procedimento penale, così dirà il Giudice.
Quella mattina vigliacca ed infame Federico ha soltanto incontrato

Monica Segatto,

Pontani Enzo,

Luca Pollastri

e Forlani Paolo.

Condannati per avergli cagionato la morte
Abbiatelo sempre ben impresso nella mente sig.ri querelanti…, e che quell’immagine del bene mio più prezioso, con la fronte infossata da un manganello, vi accompagni fino all’ultimo dei vostri giorni di vita con questa sua ennesima foto ……. magari confortati da un piccolo esame di coscienza.
Abbiate sempre la fortuna e il privilegio di ascoltare il respiro dei vostri figli e di non pensare mai che un giorno al bene vostro più caro fosse strappato il cuore.
Vivere a queste condizioni sarebbe una doppia violenza.
Io ai vostri figli, ad ogni figlio, voglio bene.
Hanno tentato inutilmente, senza riuscirci, di soffocare, di bastonare, la tua bella immagine Federico, ma non ci sono riusciti.
La pace, la serenità, vorremmo conquistarla per te su questa terra, attraverso le sue leggi, perché così i nostri genitori ci hanno insegnato.
Spero un giorno di rincontrarti Federico, magari anche solo per un attimo, per regalarti un sorriso e una carezza.
Ora siamo a buon punto, anche con la cosiddetta INCHIESTA BIS attualmente in corso, e comunque vada, da qualche mese, ora il mondo ti rispetta.

 

Lino Aldrovandi