NON C'E' FEDE SENZA LOTTA

LA GENESI DELLA REPRESSIONE

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DAVIDE LIBERO











Non si vieta la memoria. Federico è ovunque

 

FONTE:Sport alla Rovescia

 

“Vorrei un po’ di pace e serenità e limitarmi ogni tanto a sorridere con il cuore a quell’immagine se esposta, quasi pensandoti lì con quei ragazzi ad incitare la vita, perchè è di quello che in fin dei conti si tratta” – LINO ALDROVANDI

 

E’ successo ancora. Dopo Roma, Parma, Firenze, Siena, Torino, anche a Napoli è vietato l’ingresso allo stadio dello striscione con il volto di Federico Aldrovandi. L’occasione è la sfida fra Napoli e Bologna valida per la 22^ giornata di serie A. Il sequestro è avvenuto ai tornelli del San Paolo ai danni dei tifosi del Bologna ed è stato commutato in una multa di 166 euro. 166, 66 per la precisione. Anche i centesimi..

FEDERICO OVUNQUE
La campagna #federicoovunque è lanciata da Acad (Associazione contro gli abusi in divisa) il 9 e 10 dicembre scorsi. La Domenica precedente, all’Olimpico di Roma, è vietato ai tifosi della Spal, “per motivi di ordine pubblico”, introdurre e sventolare la bandiera con il volto di Federico Aldrovandi. Un divieto infame che genera due ore di silenzio assordante da parte dei ferraresi e lo sdegno di tutta quella parte del paese che ritiene inaccettabili i gravi e reiterati casi di abusi in divisa.
“Se qualcuno non lo avesse capito…
Federico entra.
Per mostrare la vita non dovrebbe servire né preavviso né autorizzazione.
Aldro appare ovunque.
Il suo sguardo sgretola le ipocrite velleità di far cadere nell’oblio la sua storia come quelle di chiunque abbia subito la violenza dello Stato.
Testa alta e cuori gonfi, fieri di avere tanta gente a fianco, mano nella mano, perché non succeda mai più.
ALDRO VIVE!
Grazie a tutti e tutte.”
Così scrive Acad, e le realtà e i territori rispondono, portando bandiere e striscioni raffiguranti il volto di Federico Aldrovandi sugli spalti di centinaia di partite di pallone. Dai grandi palcoscenici ai campi di provincia. Dal “main stream”, al calcio indipendente e popolare. Federico è ovunque.

MULTE, DENUNCE, SEQUESTRI
Per questo scatta la reazione repressiva. L’8 dicembre i tifosi del Parma vengono denunciati per coreografia non autorizzata. Il 16 quelli del Siena e del Prato vengono multati rispettivamente di 750 e 500 euro. Divieti e sequestri vengono registrati in molte città italiane fino al caso di Bologna, che risale alle scorsa Domenica. Ultimo atto di una vicenda vergognosa e ben lontana dal potersi definire conclusa.

SCONTI AI CARNEFICI, MULTE ALLE VITTIME
I 4 agenti che uccisero Federico: Paolo Forlani, Monica Segatto, Enzo Pontani e Luca Pollastri, oggi prestano regolare servizio. La pena di 3 anni e 6 mesi per omicidio colposo è stata in gran parte coperta da indulto. Nel Febbraio dello scorso anno i 4 hanno inoltre beneficiato dell’indulto amministrativo in relazione alla sanzione imposta loro dalla corte d’appello per coprire gli oneri di risarcimento alla famiglia. Dall’iniziale cifra di 467.000 euro ciascuno si è giunti alla miseria di 150.000 euro complessivi più 128 euro di giudizio. Il vergognoso prezzo di una vita.
Da un lato si vieta il ricordo delle vittime, dall’altro si scontano le pene dei carnefici, perché appartengono ai corpi dello stato. Ma uno stato che si esibisce goffamente nel tentativo di nascondere le proprie colpe, non fa altro che ammetterle e renderle evidenti e legittima così a far carta straccia dei suoi divieti infami. “Se qualcuno non l’avesse capito, Federico entra… Federico è ovunque.”