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Teramo: detenuto si impicca in cella; è il 30 suicidio del 2011 nelle carceri italiane

 

Fonte: Ristretti Orizzonti

 

Oggi si è impiccato nel carcere di Teramo un detenuto trentunenne, Cosimo Intrepido, originario di Trepuzzi (Le). Era in carcere dal 2009 per rapina (con arma giocattolo). Il pm aveva chiesto 3 anni, il giudice gliene aveva dati 8.
“L’istituto teramano potrebbe ospitare 240 detenuti invece ne ospita 410 - dichiara Giuseppe Pallini, segretario provinciale di Teramo del Sindacato autonomo polizia penitenziaria Sappe. Di questi, oltre la metà soffre di problemi psichici con difficile gestione scaricati a Teramo per il solo fatto che vi è il servizio di guardia medica h 24 è una psichiatra per alcune ore la settimana”.

Giulio Petrilli: che vergogna…
Le notizie dei suicidi nelle carceri abruzzesi, passano sempre inosservate, nessun dice mai niente, tutto come in una lavagna si cancella, eppure ogni due tre mesi c’è un suicidio. Nessuno si interroga, nessuno riflette, ma alla fine sotto sotto quasi non dispiace sentir dire che un detenuto si è impiccato: questa è la verità. L’emarginato, colui che ha delle difficoltà deve essere cancellato, questo prevale ed è una cultura folle.
Ieri un altro detenuto si è suicidato nel carcere di Teramo, dopo venti suicidi e tanti trasferimenti il penitenziario di Sulmona si è un po’ calmato, ma subito sostituito da quello di Teramo in questo tragico primato della pena di morte. La politica è totalmente assente su questo terreno, totalmente muta, nessuno fa nulla, ci si preoccupa di tutto ma su questo aspetto, nessun impegno serio e vero, qualche volta un po’ di chiacchiere. La democrazia va affermata sempre e va attuata anche nei luoghi della reclusione.


Di Carlo (Giustizia Giusta): quel che temevamo è accaduto
“Quello che temevamo è accaduto: l’arrivo dell’estate ha puntualmente amplificato la già esplosiva situazione carceraria e quanto accaduto a Teramo ne è la triste conferma”. Così l’avvocato Alessio Di Carlo, presidente di Giustizia Giusta, ha commentato il suicidio del detenuto pugliese avvenuto nel carcere teramano di Castrogno di Teramo. “In sede di audizione davanti alla V Commissione, sollecitando l’immediata istituzione del garante dei detenuti, abbiamo ricordato che le condizioni di sovraffollamento in cui vivono i detenuti negli istituti come quello teramano (in cui la presenza effettiva è quasi doppia di quella tollerata), diventano insostenibili con l’arrivo delle temperature estive”.
Di Carlo ha anche ricordato che “diversi esponenti radicali abruzzesi in queste settimane hanno affiancato Marco Pannella e tanti detenuti nello sciopero della fame e della sete messo in atto per richiamare l’attenzione su una situazione tanto grave”.
“La risposta di chi ha a cuore i diritti umani - ha concluso Di Carlo - non potrà che essere quella di riprendere e rilanciare l’iniziativa, in tutte le sedi, anche insieme agli amici radicali, per giungere quanto più in fretta possibile ad avere un sistema penitenziario degno di un Paese che voglia definirsi civile”.