NON C'E' FEDE SENZA LOTTA

LA GENESI DELLA REPRESSIONE

NOI DA NOVE ANNI CONOSCIAMO LA VERITA'!

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DAVIDE LIBERO











CRONACA DI UN ABUSO

 

Siamo costretti a raccontare un altro abuso compiuto dalle forze dell'ordine.
Domenica 12 ottobre si è svolta nel Nuovo Stadio di Cantagalli la partita Teramo-Fontanelle.
In occasione di tale evento era previsto un lungo striscione per esprimere solidarietà ad un amico e ultras, detenuto ingiustamente, già da qualche settimana, nel carcere di Castrogno.
Consapevoli che lo striscione, recante la frase del tutto inoffensiva "PIATTOLA LIBERO", ha tutto il diritto di essere esposto, visto che nei campionati dilettantistici le disposizioni dell’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive circa l’introduzione all’interno degli stadi di tale materiale non sono vigenti (e quindi non serve nessun tipo di autorizzazione), constatiamo invece come i soliti “diligenti” tutori dell'ordine abbiano vietato questo, senza nessuna motivazione per farlo.
Circa un'ora prima dell'inizio della partita, ai cancelli d'ingresso, ad attenderci ci sono una decina di carabinieri. Alla vista dello striscione si alza subito un coro di stupore e preoccupazione, come se avessero visto una pistola o una bomba a mano.
Subito si affrettano a farci notare che gli striscioni non possono entrare come dicono sia scritto su un avviso affisso fuori la curva, che in realtà non parla, nell’elenco degli "oggetti pericolosi" di tali strumenti di tifo.
A quel punto, dichiarando di dover seguire le direttive imposte dalla polizia, decidono di contattare telefonicamente un dirigente della DIGOS per chiedere istruzioni.
Dall'altro capo del telefono decidono che lo striscione non può entrare, anche se nessuna norma giustifica tale decisione, quindi arbitraria!! Si vieta quindi l’espressione di un libero pensiero, alludendo a disposizioni che non hanno validità.
Ma non finisce così, visto che dopo un po’, i carabinieri cambiano idea e affermano che lo striscione può entrare.
Fiduciosi di riuscire "nell'impresa" (in realtà un diritto), tornati all’ingresso viene controllato il suo contenuto. Quando però qualcuno capisce che il nostro messaggio di solidarietà e verità è indirizzato ad un ragazzo accusato di esser coinvolto in alcuni disordini, si decide di chiamare nuovamente la DIGOS per avere l'avallo definitivo che però non arriva. Spunta, infatti, una motivazione che è un puro, misero e ipocrita tentativo di giustificare un divieto nei confronti di un’espressione che a “qualcuno” non piace: non è consentita l'esposizione di striscioni non espressamente incitanti la squadra.
Si vieta quindi l’espressione di un libero pensiero, alludendo ad una motivazione che risulta essere uno dei tanti requisiti necessari per ottenere l’autorizzazione in questura, necessaria per l’ingresso di striscioni negli stadi, quando a non essere applicabile è proprio tutto l’ “efficiente” pacchetto dell’Osservatorio.
Appare quasi superfluo commentare tale scellerata decisione, presa da chi dovrebbe tutelare l'ordine pubblico e invece non fa altro che aumentare la tensione con decisioni cervellotiche ed arbitrarie.
Non esistono certe disposizioni, non esistono motivazioni per impedire l’esposizione di quel messaggio, sicuramente scomodo (ma non censurabile in quanto inoffensivo) per chi come loro agisce già da anni, in questa città, abusando del proprio potere, lo stesso che ha impedito ciò che non poteva essere impedito, anche in occasione della gara di mercoledì giocata a Montorio.
Tutto ciò a dimostrazione che siamo in presenza di una situazione che tutela gli abusi e verifica le responsabilità solo quando fa comodo.