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CASO ALDROVANDI: SCARCERATA LA POLIZIOTTA MONICA SEGATTO

 

FONTE: www.you-ng.it

 

Torna libera Monica Segatto, la poliziotta condannata insieme a tre colleghi per la morte di Federico Aldrovandi.
La Segatto era detenuta a Padova dopo l'ordinanza del 29 gennaio con cui il Tribunale di Sorveglianza di Bologna aveva condannato la donna e i colleghi Enzo Pontani, Paolo Forlani e Luca Pollastri, tutt’ora in carcere.
La poliziotta avrà la detenzione domiciliare. A deciderlo è stato il giudice di Sorveglianza che ha accolto il ricorso dell'avvocato Eugenio Pini, legale della Segatto, presentato ai sensi della legge 199 del 2010, conosciuta come 'svuota-carceri'. Questa legge consente la detenzione domiciliare per pene non superiori ai 18 mesi. L’agente, infatti, sta scontando i sei mesi residui (a causa dell’indulto) della condanna a 3 anni e 6 mesi per eccesso colposo nell’omicidio colposo del diciottenne morto a Ferrara nel 2005, durante un controllo di polizia.
"Ho appena saputo, mi sento presa in giro". Reagisce così Patrizia Moretti, madre di Federico Aldrovandi, alla notizia della scarcerazione di Monica Segatto. "Io non conosco il decreto svuota carcerì, ma credo che un omicidio non sia un reato minore. Credo che loro siano più tutelati degli altri solo perchè sono poliziotti. E questo mi avvilisce, mi fa star male". E aggiunge nella sua pagina Facebook: “E’ avvilente. Ammazzare i ragazzi è un reato minore. Tutti questi anni di lotta e di fiducia, tutto sommato, nella legge, a cosa portano? Sembra che questo ulteriore ennesimo regalo per i colpevoli sia uguale alle risate che i poliziotti facevano in via Ippodromo”.
Durissimo anche il commento di Lino Aldrovandi, padre di Federico: ”Bisogna prendere atto della decisione, ma mi aspetto che queste persone vengano licenziate perché hanno disonorato il corpo di Polizia, lo dicono le sentenze. Questo è ciò che spero”.
I poliziotti infatti, fino all'arrivo della condanna definitiva, continuarono a prestare servizio. ”Non si può tenere in polizia delle schegge impazzite, che hanno ucciso come è emerso dalle sentenze. Non è la mia linea ma quella di tre gradi di giudizio e del tribunale di sorveglianza che aveva ritenuto di doverli mettere in carcere”.
La stessa misura di scarcerazione è stata chiesta anche da Gabriele Bordoni, avvocato di Paolo Forlani, un altro dei quattro poliziotti condannati in via definitiva per i tragici fatti del 25 settembre 2005. Il legale attende ancora risposta e fin'ora la Segatto è l’unica a essere fuori dal carcere.
Forlani, Segatto e Pollastri andarono in carcere dopo il rigetto delle richieste di pena alternativa da parte del Tribunale di sorveglianza di Bologna e Padova lo scorso 29 gennaio. Enzo Pontani, il quarto agente, è invece in carcere da fine febbraio, visto che la sua posizione era stata decisa con un mese di ritardo dal tribunale di Sorveglianza a causa di vizi procedurali.