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Omicidio Aldrovandi: Ora il Coisp pretende le scuse

 

Fonte:popoff

 

Nuova sortita del capo del sindacato di polizia. Nega la provocazione a Patrizia Moretti e accusa sindaco, politica e stampa
Continua la guerra del Coisp contro chi denuncia la "malapolizia". In particolare contro chi ha l'ardire di vedere il mondo con gli occhi di una famiglia che s'è vista uccidere un figlio dagli equipaggi di due volanti. Migliaia di persone hanno risposto pacificamente alla provocazione della sigla sindacale di manifestare sotto le finestre di Patrizia Aldrovandi, dipendente comunale, in solidarietà con i quattro agenti condannati in tre gradi di giudizio. Tra loro, il sindaco di Ferrara, alcuni politici e parlamentari, alcuni giornalisti sono finiti di nuovo nel mirino del Coisp e ora «devono chiedere scusa», strepita il leader della formazione sindacale da cui hanno preso le distanze perfino tutte le altre sigle del comparto di solito avare di solidarietà con la società civile.
Franco Maccari, il segretario generale che diede della «persona squallida» al sindaco di Ferrara, colui che ogni anno prova a manifestare nella piazza dove fu ucciso Carlo Giuliani, nega che sia stata una provocazione «nei confronti della madre di Federico Aldovrandi, per il cui dolore nutriamo un sacro rispetto».
«La civile manifestazione, regolarmente autorizzata, non si è affatto tenuta sotto la finestra della signora Aldovrandi che, come ha chiarito lo stesso questore di Ferrara, lavora da tutt'altra parte, bensì in piazza Savonarola, un luogo di grande afflusso dal quale abbiamo voluto trasmettere un messaggio di solidarietà ai nostri colleghi e denunciare quella che riteniamo una palese errata applicazione della legge svuota carceri», si legge negli stralci del comunicato pubblicato dall'attento sito locale Estense.com. «Intanto la straordinaria strumentalizzazione di quanto è avvenuto ha avuto l'effetto di passare in secondo piano la sorte dei nostri colleghi, condannati per colpa, che restano dietro le sbarre nonostante la legge preveda che la pena possa essere scontata con misure alternative. Certamente se non fossero stati poliziotti sarebbero fuori dal carcere».

 

Checchino Antonini