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L’indicibile vergogna dei mondiali di calcio in Qatar

 

FONTE:Diogene

 

Il 20 novembre inizieranno i campionati mondiali di calcio in Qatar, facendo finta che non esista un problema di diritti umani. I sette stadi costruiti da lavoratori immigrati per la maggior parte da Bangladesh, Nepal e India trasudano sangue e miseria.

1200 lavoratori stranieri sono stati sfrattati dalle loro case nelle aree che ospiteranno i tifosi per il Mondiale al via il 20 novembre nel distretto di Al Mansoura, a Doha. Alcune persone non hanno avuto nemmeno il tempo di recuperare i propri averi.

I lavoratori stranieri rappresentano circa l’85% dei tre milioni di abitanti del Qatar.

Il sangue di chi è morto per la mancanza di misure di sicurezza, la miseria di chi ha lavorato per un piatto di riso. 50 morti e centinaia di feriti durante la costruzione degli impianti. Il Qatar è un paese in cui le donne sono un accessorio ornamentale e i diritti delle persone LGBTQ+ non esistono.

L’ambasciatore del mondiale, questo Khalid Salman, ha detto durante un’intervista a una televisione tedesca che l’omosessualità è una malattia mentale. Nessuno si è indignato, nè la Fifa nè i governi occidentali che si nascondono dietro la Fifa, a cominciare dalla Francia.

Il motivo è semplice: il Qatar è uno dei principali produttori di gas naturale del mondo, il secondo esportatore mondiale.

Il 5 giugno 2017 Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Bahrein, Egitto e altri paesi musulmani come le Maldive hanno rotto i rapporti con il Qatar, accusandolo del sostegno a gruppi integralisti come Hamas, dell’appoggio alla destabilizzazione iraniana della regione, e dei Fratelli Musulmani in Egitto.

La crisi con l’Arabia Saudita è poi successivamente rientrata ma non certo perchè il Qatar abbia modificato la sua politica. Il Qatar ha utilizzato il blocco per rafforzare le sue relazioni militari con gli Stati Uniti mantenendo legami privilegiati anche con l’Iran.

Ad al Udeid, mezz’ora di auto dal lungomare costeggiato di palme e dalle acque cristalline di Doha, è situata una grande base aerea, usata dall’esercito qatariota, dalla Royal Air Force britannica e dall’aviazione statunitense. Con circa 10 mila soldati stanziati, è la più grande base militare del medio oriente.

Petrolio, gas e base militare di al Udeid sono quindi i motivi per cui il mondo deve sopportare l’umiliazione di vedere annullati i diritti civili fondamentali delle persone in Qatar. Ne terremo conto la prossima volta che l’occidente promuoverà una guerra in nome di democrazia e libertà.