Fa un po' sorridere il dott. D'Ignazio, quando di prima mattina si fa promotore di un sociale di tipo sovietico e poi difende lo sfrenato e disordinato sviluppo liberista.
Evidentemente non ha mai sentito parlare di investimenti puliti, di sviluppo eco-sostenibile e di ricerca ed uso di energie alternative.
Teramo intanto non è una città del no, ma una città che vuol dire certi tipi di no, poiché stufa di scelte imposte, calate dall'alto.
Intanto grazie ai ragazzi della "Curva Est": finalmente abbiamo rivisto cittadini sensibili a problemi politici della città: e questo è positivo.
Se le cose stanno così il "vecchio comunale" non si può toccare: ma non semplicemente perché è un po' tutti noi, ma perché sinceramente freniamo tutti questi "project financing" che sembrano il tocca sana dello sviluppo urbanistico del futuro, mentre non saranno altro che "l'elevazione del debito pubblico per le future generazioni".
La città ha bisogno comunque del suo verde attrezzato e nel suo centro storico, non dove capita; inoltre il dover costruire tutto l'impianto del nuovo teatro, parcheggi e tutta la medesima cementificazione nella zona dietro il "Santuario della Madonna delle Grazie", zona Orto Agrario, per la gestione privatistica veramente il tutto è molto spropositato, eccessivo.
E per il nuovo traffico di autoveicoli che comporterebbe tale nuova urbanizzazione per Porta Madonna, viale F.Crispi ci si è pensato?
Certo oggi sul "vecchio comunale" c'è il progetto della "Straferro", ieri vi era quello della "Sparaco", uguale cementificazione che accomuna centro destra di oggi e vecchio centro sinistra di ieri, ma che comunque in tutti due i casi escluse ed ha escluso i teramani da ogni discussione.
Credo che oltre alle tremila firme raccolte contro l'abbattimento, ben prima di approvare il "project" Straferro, comparvero in città moltissime locandine che in proposito, coerentemente come oggi, dicevano "no all'abbattimento del Comunale". Ma a nessuno della vecchia amministrazione Chiodi venne in mente di volerli considerare, magari proporre un confronto: si preferì mostrare i muscoli ed andare avanti alla Berlusconi.
L'area del "vecchio comunale", proprio perché è in centro storico è molto appetibile per un qualunque progetto di cementificazione, ed è anche vero che Teramo ha bisogno di un teatro che può essere comunque realizzato da altra parte, come per esempio zona Villeroy e Boch, riqualificando veramente la stessa zona.
Lasciare la ricchezza di un polmone verde nel cuore di Teramo non sarebbe neanche sbagliato; tutto sommato la città di ciò ha forte necessità.
Inoltre la si pianti con le mistificazioni della realtà nel dire che quel campo di calcio va abbattuto perché è pericoloso nel centro di Teramo: innanzitutto se rimanesse non verrebbe più impiegato per incontri di grande cartello della Teramo Calcio, bensì per quelli giovanili e per partitelle stracittadine, inoltre si vedano dove sono collocati i più grandi stadi d'Europa, quello di Londra, di Berlino, Monaco di Baviera, Parigi, Madrid, ecc. ... ecc. ...
Come Teramo città d'Europa !
Inoltre basta con questa storia dei comunisti che strumentalizzano ...
Storicamente i comunisti sono stati da sempre contro ogni tipo di intrallazzo privatistico e che sotto spesso cela la speculazione e se in tanti poi ne convengono, sono i tanti che solidarizzano con i comunisti ...
Altro che strumentalizzazione ...
Quindi, in definitiva ben vengano i comitati pro "Vecchio Comunale", pro "Piazza Dante", "C.da La Torre", "Teatro Romano", "Parchi Fluviali", ecc. ..., ecc. ..., ecc. ... .
Saremo, con le nostre bandiere, sempre dalla parte di chi difende l'interesse collettivo ed il bene comune, anche perché non crediamo alle stesse politiche trasversali: queste sì che nascondono interessi di poltrone e posizioni bi-partizan. |