Gli Ultrà Lecce prendono pubblicamente posizione rispetto al varo della tessera del tifoso. Come risaputo, tutte o quasi le società del calcio professionistico stanno recependo la circolare ministeriale che obbliga il tifoso a richiedere il rilascio, previo verifica di vari requisiti da parte delle forze dell’ordine, di una scheda con microchip che varrà come abbonamento per le gare interne e come condicio sine qua non per seguire la propria squadra in trasferta nel settore ospiti. Sulla vicenda, che sta alimentando un ampio dibattito nel mondo delle tifoserie, l’avvocato Giuseppe Milli si è ampiamente soffermato in un articolo pubblicato di recente su questo giornale.
Nel volantino distribuito in queste ore in città vengono spiegate le ragioni del rifiuto, netto e categorico, di quello che è visto come “uno strumento di controllo in mano allo Stato e al Mondo del Calcio che vuole fare del fenomeno ultras un fenomeno di puro folclore”. Non ci stanno gli ultras ad assecondare “la deriva di una sport che non ha più nulla da dire, spettacolarizzato, svenduto e relegato a luogo di spostamento e riciclaggio di capitali, truffe finanziarie, investimenti fuori controllo”. La parte più accesa della tifoseria giallorossa denuncia lo svuotamento del valore aggregativo e spontaneo di uno spazio sociale, “quello dello stadio e delle curve, reso il teatro di tifosi fantocci al servizio di giochi economici da capogiro”.
Rivendicando con coerenza il percorso che li ha già spinti a non esporre gli striscioni da quando è obbligatoria l’autorizzazione del questore, gli Ultrà Lecce “invitano tutti quanti hanno a cuore il mondo ultras e la propria libertà personale a non aderire, rifiutando una schedatura forzata”. Come si comporteranno allora nel prossimo campionato? La risposta è abbastanza chiara: “Siamo disposti a seguire i nostri colori – sia in casa che fuori – anche rimanendo fuori dallo stadio”. Per le prossime settimane, intanto, è attesa la presentazione della tessera del tifoso da parte dell’Unione Sportiva Lecce. |