Indagati sette agenti penitenziari del carcere di Ivrea per lesioni nei confronti di alcuni detenuti relativi a episodi avvenuti nel 2015. Nel frattempo restano aperti diversi fascicoli riguardo altri esposti sempre per maltrattamenti. Tra questi casi rimasti ancora aperti c’è ancora il presunto pestaggio avvenuto il 25 ottobre dello scorso anno. Il garante dei detenuti locale Armando Michelizza, il denunciò anche la difficoltà di operare come mediatore perché il carcere risultava ingovernabile e quindi con facilità avvenivano delle degenerazioni per ristabilire l’ordine. Nel carcere si era inscenata una protesta da parte di alcuni detenuti per denunciare le condizioni degradanti. Ma a causa della mancanza di mediazione, la protesta ha proseguito e si è ingigantita fino al punto che sarebbe intervenuta una “squadretta” proveniente da un altro carcere. Le versioni risultano diverse ma sta di fatto che due detenuti erano stati trasferiti in un altro carcere e alcuni hanno riportato dei lividi su tutto il corpo. A nessuno di loro gli è era stato effettuato un referto medico. I riflettori sul carcere si erano accesi dopo una lettera aperta pubblicata da un detenuto, Marco Palo, sul sito Infoaut. Il Dubbio, a ottobre, riportò la sua denuncia. A fine novembre la delegazione del Garante nazionale dei detenuti ha compiuto una visita alla Casa Circondariale di Ivrea. Emilia Rossi, componente del collegio del Garante, insieme a Bruno Mellano, Garante regionale del Piemonte, ha voluto verificare l’attendibilità della denuncia. La delegazione ha visionato la documentazione dei fatti, parlato con il personale e con i detenuti, visionato e valutato lo stato dei luoghi. «Siamo in presenza di una situazione di preoccupante conflittualità – scriveva in riferimento al carcere di Ivrea -, con celle lisce, strutture decadenti e al di sotto della dignità umana». Il rapporto citava due aspetti definiti inquietanti: la presenza di due celle di contenimento, una denominata «cella liscia» dallo stesso personale dell’Istituto, l’altra chiamata «acquario» dai detenuti. Ed è in questi due spazi, ora eliminati grazie all’intervento del Dap, che sarebbero state consumate alcune delle violenze denunciate. Intanto, come si evince dalla Procura, nel corso degli anni ci sono stati diversi episodi di maltrattamenti. Fatti denunciati nel 2015 dallo stesso garante Michelizza da sempre attento a quanto accade all’interno del penitenziario. «Le segnalazioni relative ai maltrattamenti – aveva sottolineato mesi fa Michelizza al procuratore – sono purtroppo frequenti». Per ora sono stati messi sotto inchieste sette agenti della polizia penitenziaria, per i fatti avvenuti il 25 ottobre del 2016 sono definiti «atti relativi» e quindi ancora a carico di ignoti. |