Pugni alla macchina del caffè Arrestato: si suicida in cella |
FONTE:il dubbio |
Un ragazzo di trent’anni, Roman Horoberts, di origine ucraina, si è ucciso in cella qualche giorno fa, poche ore dopo essere stato arrestato. Perché era finito in cella? Per una crisi nervosa che aveva avuto davanti a una macchina che distribuisce il caffè, nell’atrio di una palestra di Ferrara. Aveva colpito la macchina a pugni, furioso perché gli si era rovesciato addosso un bicchierino di caffè. Qualcuno ha chiamato la polizia e lo hanno arrestato. Il questore dice che si erano accorti che era molto agitato. e allora, perché in cella e non all’ospedale? Si è impiccato alle sbarre verso le 6 della mattina. E’ il ventisettesimo suicidio quest’anno. Uno ogni settimana. Una macelleria. |
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Se fosse stato portato in ospedale, forse non si sarebbe tolto la vita. Giallo sul suicidio del 30enne ucraino che si è impiccato il 17 luglio scorso nel carcere di Ferrara. Spunta la testimonianza indiretta pubblicata su Facebook, della presidente di Circomassimo e Arcigay Ferrara, Manuela Macario. È operatrice e socia di una cooperativa specializzata in progetti di formazione e inserimento al lavoro dedicati a persone in condizione di svantaggio sociale, con problemi di salute mentale o di tossicodipendenza. Conosce, quindi, molto bene il disagio psichico e sa come ci si debba comportare. Macario, 45 anni, fa una denuncia forte: «Alcuni presenti ( in palestra al momento dell’intervento della polizia, ndr) raccontano di aver visto picchiare il ragazzo e fare anche il segno della vittoria portandolo via. Ancora una volta nessuno è disposto a testimoniare». Secondo la polizia che era intervenuta, il ragazzo sarebbe andato in escandescenze picchiando la macchinetta del caffè situata nella palestra. L’hanno, infatti, tratto in arresto con l’accusa di resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale e minacce aggravate. Manuela Macario frequenta una palestra di via Reggiani, McFit, dove Roman Horoberts – il ragazzo suicidato -, domenica mattina, si è rovesciato un caffè addosso e poi ha scatenato la sua rabbia contro la macchinetta distributrice dicendo che il caffè era “troppo caldo” e sollevan- le preoccupazioni dei responsabili dell’impianto sportivo, che poi hanno chiamato le forze dell’ordine. «Sono iscritta da poco – ha raccontato Manuela Macario al giornale locale “La Nuova Ferrara” – e al momento dei fatti non ero in palestra». Secondo il racconto fatto dai testimoni e raccolto dalla polizia, Horoberts è andato in escandescenze verso la tarda mattinata di domenica. Gli agenti sono arrivati in palestra qualche minuto dopo la telefonata da parte dei responsabili. «Delle botte sono state 2- 3 persone a parlare. Ma riporto cose che mi sono state riferite, voglio che sia chiaro», prosegue Manuela Macario. |
Damiano Aliprandi |